Affiancato da tre co-autori, Piero Venezia – che Dental Cadmos ha incontrato – ha dato alle stampe per Edra il volume “Estetica e funzione in protesi totale - Prospettive digitali”, un testo che si pone l’obiettivo di “rileggere” questa soluzione in un’ottica moderna.
La protesi totale conferma a tutt’oggi il suo ruolo sostanziale tra le varie opzioni riabilitative grazie anche all’impulso dato dallo sviluppo delle tecnologie digitali e di materiali sempre più performanti…
Assolutamente sì, perché dobbiamo tenere presente che ci sono moltissimi pazienti nel mondo che hanno bisogno di ricevere riabilitazioni con la protesi rimovibile; l’edentulia parziale e totale, infatti, è correlata a diversi fattori tra cui lo stato di salute generale, le patologie sistemiche, gli stili di vita e anche l’estrazione socio-economica.
Pensiamo per esempio ai pazienti in dentatura terminale (generalmente per cause legate alla malattia parodontale) o che per problemi di salute non possono subire interventi di posizionamento degli impianti a causa di alcune terapie, come chi assume bifosfonati a dosaggi elevati, pazienti con severi deficit della coagulazione, persone affette dal morbo di Parkinson o con deficit cognitivi…
Riabilitare con un approccio biomimetico significa ridare ai pazienti funzione, fonetica ed estetica, dentale ma anche facciale, e la protesi totale ci consente di raggiungere eccellenti risultati supportando anche i tessuti peri-orali il tutto con un impegno economico accessibile.
Quest’ultimo elemento è per noi fondamentale: pensiamo che le nuove tecnologie permetteranno di definire un nuovo concetto di protesi sociale. In un futuro che speriamo prossimo, potremo, per esempio, eseguire le scansioni nelle arcate edentule dei pazienti, magari anche di quelli allettati, in RSA e realizzare con stampanti 3D la protesi totale.
Ha fatto cenno ai pazienti con problemi parodontali.
Il tema dei pazienti con uno stadio avanzato di malattia parodontale e che necessitano di riabilitazioni protesiche è molto attuale, poiché questa è una malattia sempre più diffusa; abbiamo avuto l’occasione e l’opportunità di discuterne anche nel corso dell’ultimo Congresso Nazionale della SIdP.
Si tratta di pazienti che necessitano di una gestione complessa, che può portare alla decisione di intervenire con l’inserimento di impianti ma che trova spesso proprio nella protesi totale la risposta migliore.
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doi: https://doi.org/10.19256/d.cadmos.08.2021.10
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