Il laser, grazie alla minore invasività, all’elevata capacità di taglio, all’effetto coagulativo e all’azione antinfiammatoria e antalgica è particolarmente utile nel trattamento di numerose lesioni dei tessuti duri e molli del cavo orale, in alcuni casi permettendo l’introduzione di tecniche chirurgiche totalmente innovative.
Tra le differenti applicazioni dei diversi tipi di laser specifici per i tessuti molli orali – principalmente diodi, Nd:YAG, CO2 e KTP, più raramente erbio per il minore effetto foto-coagulativo – ricordiamo l’escissione di neoformazioni clinicamente benigne, il trattamento delle malformazioni vascolari e dei frenuli orali patologici, la gengivoplastica/gengivectomia, la scopertura chirurgica di impianti endossei.
In questo ambito, i laser più diffusi e impiegati sono sicuramente quelli a diodi, molto efficaci nelle diverse lunghezze d’onda disponibili, per lo più 810 nm e 980 nm, grazie all’ottimo coefficiente di assorbimento da parte di emoglobina, ossiemoglobina e melanina, cui si abbina la notevole capacità di penetrazione all’interno dei tessuti bersaglio.
Il caso clinico in esame, gestito e risolto con un laser diodico, evidenzia in modo esemplificativo quanto affermato, enfatizzando grandemente gli effetti della minima invasività attraverso l’adozione di una metodica resa relativamente semplice proprio dalle elevate capacità di taglio del laser, con risultati clinici eccellenti e predicibili.
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doi: https://doi.org/10.19256/d.cadmos.10.2017.09
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