31 Gennaio 2021

La marsupializzazione nel trattamento delle cisti delle ossa mascellari: applicabilità e vantaggi

Caso clinico

Daniela Sorrentino, Sem Decani, Demetrio Lamloum, Niccolò Lombardi, Andrea Nicali

Obiettivi  Scopo di questo lavoro è descri­vere la tecnica di marsupializza­zione come parte del trattamen­to chirurgico delle lesioni cisti­che delle ossa mascellari. Tale procedura risulta particolarmente utile per interrompere il processo di crescita espansiva di alcune tipologie di cisti, deter­minando una riduzione parziale, ma consistente, delle loro dimensioni che ne permette una gestione più conservativa durante la successiva enucleazione.

La marsupializzazione consente poi di preservare strutture ana­tomiche nobili come il nervo al­veolare inferiore e di mantenere la vitalità di elementi dentari eventualmente coinvolti.

Vengono ridotte anche le even­tuali complicanze di frattura mandibolare iatrogena, possibili durante interventi più radicali. Numerosi studi hanno inoltre dimo­strato come in seguito all’esposi­zione della cavità cistica al cavo orale si verifichi un cambiamento istologico nel rivestimento epiteliale della cisti. Questo, infatti, diviene più spesso e assume caratteristiche più simili a quelle della nor­male mucosa orale, risultando più facile da enucleare durante il se­condo accesso chirurgico.

Materiali e metodi  Oltre a una breve revisione della letteratura su questa tecnica, vengono descritti tre casi clinici in cui la procedura chirurgica di marsupializzazione è stata eseguita per il trattamento di due tu­mori odontogeni cheratosici e di una cisti follicolare.

La tecnica chirurgica ha previsto la trasformazione della lesione cistica in una cavità accessoria in comunicazione con il cavo orale. Inoltre, è stato progettato un dispositivo otturatorio con lo scopo di evitare la contaminazio­ne della ferita durante i pasti e consentire, allo stesso tempo, il mantenimento della pervietà della comunicazione cisti/cavo orale per il tempo necessario al­la riduzione del volume della le­sione.

I pazienti sono stati istruiti alla detersione domiciliare trami­te irrigazioni quotidiane. Un se­condo accesso chirurgico, volto all’enucleazione completa della cisti, è stato eseguito in due casi. I pazienti sono stati seguiti con controlli ambulatoriali periodici nel periodo di follow-up e sino al­la completa risoluzione dei pro­cessi patologici.

Risultati e conclusioni  Nei pazienti trattati si è osserva­ta una rapida diminuzione nelle dimensioni delle lesioni osteolitiche, che ha determinato un miglioramento del quadro sintomatologico iniziale presentato     dai soggetti. Si è potuto apprez­zare, inoltre, un processo di neo-apposizione ossea, osser­vato nei controlli radiografici, con conseguente aumento nel volume delle corticali che ha re­so meno probabile il rischio di frattura patologica o iatrogena. Conseguentemente, si è anche osservata una maggiore sepa­razione tra le pareti cistiche e le strutture anatomiche di rilievo come il nervo alveolare inferio­re, diminuendo la probabilità di generare danni alle stesse du­rante le manovre chirurgiche di exeresi completa delle cisti.

L’enucleazione completa è stata eseguita tramite un secondo intervento chirurgico, a distanza di 6 mesi in un caso e di 1 anno nell’altro, mentre non è stato necessario in uno dei casi. Il se­condo accesso chirurgico è ri­sultato meno invasivo e più sicuro in termini di complicanze intra e post-operatorie. Nessuno dei pazienti, ad oggi, ha presen­tato recidive.

Significato clinico  Sebbene esistano altre tecniche chirurgiche per la rimozione per­manente delle cisti delle ossa mascellari, nel caso di lesioni di dimensioni considerevoli queste risultano più aggressive, richie­dono un approccio più demolitivo e sono suscettibili di complican­ze precoci e tardive. Il tasso di successo della marsu­pializzazione, come step iniziale, nel trattamento di lesioni cistiche molto estese consente un ap­proccio chirurgico successivo più conservativo e meno invasivo.

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doi: https://doi.org/10.19256/d.cadmos.02.2021.08




 
 
 
 
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