Lo scorso novembre le urne hanno assegnato presidenza e vice-presidenza degli Stati Uniti a Joe Biden e Kamala Harris. Un ottimo esito per gli amici oltre oceano. Non ne faccio una questione politica, non è la sede. Ne faccio una questione di differenze, perché uno è maschio-anziano-bianco e l’altra femmina-giovane-nera. L’esito delle urne è ottimo perché le differenze sono un presupposto per il miglioramento (cfr. Darwin) e favoriscono innovazione, benessere, soddisfazione e produttività (cfr. PubMed).
In considerazione dello spazio a disposizione, limitiamoci alla differenza di base, ovvero maschi e femmine, e chiediamoci quale sia la rappresentanza di genere nel mondo odontoiatrico. Ci vengono in aiuto due numeri monografici di Lancet e di Advances in Dental Research.
Nonostante i cosiddetti determinanti sociali rimangano sfavorevoli nella maggior parte dei paesi, l’odontoiatria, come gran parte della medicina clinica, è sempre più donna. Le neolaureate sono più numerose dei colleghi maschi in quasi tutti i paesi europei, in 10 superano il 70% e in Polonia addirittura il 90%. In Nord America il numero di nuovi dentisti è equamente diviso tra i due sessi, mentre in Giappone i maschi sono in netta maggioranza. Però quando si passa da assistenza a ricerca il quadro cambia, e benché negli ultimi venti anni abbiano guadagnando terreno, le ricercatrici, con l’eccezione del Brasile, sono ancora minoranza in tutto il mondo, pubblicano meno e hanno meno rapporti internazionali. Di conseguenza sono i maschi a dominare nell’accademia, nelle riviste e nelle società scientifiche, dove sono di più e occupano le posizioni apicali.
In Italia la situazione è sovrapponibile a quella descritta in un editoriale di qualche anno fa: donne in continua crescita nella professione e verso una sostanziale parità (50,3% le laureate nel 2019), ma ancora troppo poco rappresentate in università (meno di una su quattro docenti) e nei ruoli apicali ordinistici, sindacali e di società scientifiche. La buona notizia è che non mancano figure che possano rappresentare un modello per le nuove generazioni.
Non c’entra (quasi) nulla, ma sapevate che i paesi in cui la pandemia è stata gestita meglio sono governati da donne?
Buona lettura.
Giovanni Lodi, Direttore Scientifico di Dental Cadmos
doi: https://doi.org/10.19256/d.cadmos.03.2021.01
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