01 Settembre 2021

GBR di creste atrofiche mandibolari con griglie in titanio customizzate CAD/CAM: studio prospettico

Articolo originale

Matteo Chiapasco, Paolo Casentini, Grazia Tommasato, Claudia Dellavia, Massimo Del Fabbro

Obiettivi  Scopo del lavoro è quello di pre­sentare i risultati preliminari di uno studio prospettico relativo alla rige­nerazione ossea guidata (GBR) di creste ossee edentule e atrofiche mandibolari mediante utilizzo di griglie in titanio customizzate CAD/ CAM in associazione a osso auto­logo particolato, matrice ossea bo­vina deproteinizzata (in rapporto 1:1) e membrane in collagene sui­no a copertura delle griglie.

Materiali e metodi  In due anni (2018-2019) sono stati arruolati 15 pazienti (4 ma­schi, 11 femmine) con età com­presa tra 43 e 81 anni (media: 62 anni, DS: 9,40) che presentavano 18 siti edentuli mandibolari affetti da atrofia ossea tale da impedire l’utilizzo di impianti endossei di adeguate dimensioni e/o posizio­nati in modo corretto dal punto di vista protesico. Il trattamento ha previsto la GBR verticale e/o orizzontale mediante osso particolato autologo asso­ciato a osso eterologo (DBBM) contenuto all’interno di griglie in titanio. La griglia è stata coperta con una membrana riassorbibile in collagene.

A distanza di 5-12 mesi dall’in­tervento (media: 7,6 mesi; DS: 1,92) le griglie sono state rimos­se – riaprendo i lembi lungo le precedenti linee di incisione – e sono stati inseriti 39 impianti en­dossei in titanio puro o in lega di titanio-zirconio “bone level” che sono sempre stati lasciati guarire sommersi. Dopo 3-4 mesi gli impianti sono stati scoperti e, qualora il pazien­te presentasse un’inadeguata banda di gengiva cheratinizzata, è stata eseguita una vestibolopla­stica associata a innesto epitelio-connettivale prelevato dal palato. Sono iniziate, quindi, le procedure protesiche. Il follow-up medio dei pazienti che hanno completato la riabilita­zione protesica ad aprile 2020 (10 pazienti e 27 impianti) è stato di 5 mesi.

Risultati e conclusioni  Sedici siti ricostruiti su 18 non hanno presentato alcuna compli­canza (88,9%); 2 hanno presen­tato esposizioni delle griglie, ri­spettivamente 90 e 120 giorni dopo l’intervento. In uno dei due siti l’esposizione non ha comportato alcuna perdi­ta ossea significativa; nell’altro si è verificata una parziale perdita del guadagno osseo iniziale che però non ha compromesso la possibilità di inserire impianti co­me programmato pre-operato­riamente. In 2 pazienti (2 siti) si è verificata una parestesia temporanea del nervo mentoniero che si è risolta spontaneamente dopo 30 e 60 giorni, rispettivamente.

Il guadagno osseo verticale otte­nuto è stato compreso tra 1,60 mm e 8,90 mm mentre il guada­gno orizzontale è stato compreso tra 2,14 mm e 9,15 mm. Sei mesi dopo l’intervento la di­mensione verticale è variata da -2 mm a +0,4 mm con una media di -0,22 mm, mentre quella orizzon­tale è variata da -0,9 mm a +0,4 mm, con una media di -0,19 mm. Ventisette impianti in 10 pazienti sono stati caricati protesicamente; una sola paziente (4 impianti) è uscita dal follow-up dopo il carico protesico. Dei 23 impianti osservati nessuno è stato rimosso, con una sopravvivenza a breve termine (5 mesi) del 100%. Il riassorbimento osseo peri-implantare mesiale per paziente è compreso tra 0 e 0,75 mm (media: 0,31±0,27 mm); quello distale è compreso tra 0 e 0,63 mm (media: 0,35±0,26 mm).

Significato clinico  I risultati preliminari sembrano di­mostrare, seppure dopo breve fol­low-up, che la rigenerazione os­sea con griglie in titanio offra una valida alternativa alle altre tecni­che rigenerative, con il vantaggio di rendere più semplice e precisa la procedura ricostruttiva e accor­ciare i tempi operatori.

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doi: https://doi.org/10.19256/d.cadmos.07.2021.07




 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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