Con il coordinamento del professor Maurizio Bossù, e la collaborazione di alcuni tra i massimi esponenti nelle rispettive specializzazioni, parte il nuovo Corso ECM proposto da Dental Cadmos incentrato sulle cure odontoiatriche nei pazienti pediatrici.
Il ruolo strategico di una terapia intercettiva
Umberto Romeo, del Dipartimento di scienze odontostomatologiche e maxillo-facciali dell’Università di Roma, è uno degli autori del quarto Modulo – La patologia orale nel paziente pediatrico – una tematica centrale e che necessita di un approccio multidisciplinare.
“Lo scopo del nostro lavoro” ci racconta il professor Romeo “è quello di descrivere e approfondire gli aspetti diagnostici e clinici delle patologie orali più diffuse in età pediatrica. Esse possono riguardare i tessuti molli, i tessuti duri dentali e ossei e possono essere manifestazioni orali di patologie sistemiche. L’odontostomatologo deve essere a conoscenza di queste patologie, alcune delle quali devono essere intercettate precocemente, in modo da poter attuare un piano di trattamento tempestivo e risolutivo o inviare il paziente presso una struttura ultraspecialistica che si occupa di patologia orale. È necessario che l’odontostomatologo si integri ai più alti livelli con altri specialisti della medicina per attuare, ove possibile, una gestione multidisciplinare.”
Lesioni congenite, patologie neoplastiche, ematologiche, immunologiche, infettive, distrofiche/displastiche e da sviluppo richiedono un’adeguata conoscenza dei criteri di diagnosi differenziale per assicurare la riabilitazione del paziente in età pediatrica.
“È importante sottolineare che stiamo parlando di un paziente da cui molto spesso non è facile avere informazioni, che possiamo magari raccogliere dai genitori, per i quali una corretta diagnosi nasce proprio dal riconoscimento dei sintomi clinici” prosegue Umberto Romeo.
“Per esempio, a volte delle afte possono essere il primo indice di celiachia e alcune patologie sistemiche, come la leucemia, possono essere spesso intercettate primariamente dall’odontostomatologo che, in base alle conoscenze dei segni e dei sintomi che compaiono nel cavo orale, può far partire l’iter diagnostico che porta alla conferma della presunta diagnosi.”
Per quanto riguarda le possibilità terapeutiche, nel caso delle lesioni di patologie infettive la terapia è chiaramente di tipo medico, ma in presenza di lesioni esofitiche dei tessuti molli (come mucoceli, fibromi, lipomi) è di tipo chirurgico con l’escissione della neofomazione come anche nei casi più complessi, e fortunatamente più rari, che coinvolgono i tessuti duri ossei come le labio-palato-schisi o i tumori dei tessuti odontogeni.
Prosegue il professor Romeo: “In questo campo, abbiamo fatto in passato una ricerca sul trattamento di alcune malformazioni vascolari con l’utilizzo del laser che permette di intervenire con la fotocoagulazione, un approccio minimante invasivo e conservativo.
Siamo impegnati al momento su un importante studio, sempre legato alla laserterapia, che può trovare applicazione nei pazienti affetti da linfomi o leucemie che sottoposti al trapianto di midollo osseo o alla radio-chemio terapia sviluppano delle stomatomucositi importanti. Si tratta di effetti così devastanti che portano, a volte, all’interruzione delle cure. Con l’uso di questa terapia biostimolante preventiva sarà possibile ridurre lo sviluppo di questi effetti avversi con importantissimi benefici.
I risultati sono molto interessanti e sono condivisi dalla comunità scientifica; infatti, recentemente nelle linee guida internazionali sulla prevenzione e il trattamento delle mucositi post-radio e post-chemio è stato inserito proprio il trattamento con la laserterapia che è quindi validata scientificamente”.
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doi: https://doi.org/10.19256/d.cadmos.01.2020.11
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