01 Giugno 2021

La scelta del colore in odontoiatria restaurativa diretta

Articolo originale

Giulia Caldara, Luisa Paternoster, Alessia Tasco, Salvatore Scolavino, Katia Greco, Giuseppe Cantatore, Gaetano Paolone

Obiettivi  Questo articolo si propone di ac­compagnare il clinico nel percorso di perfezionamento delle cono­scenze sulle proprietà ottiche de­gli elementi dentari, delle masse composito e le modalità su come rilevarle dagli elementi da rico­struire, al fine di operare una scel­ta sulle masse da utilizzare per l’esecuzione del restauro diretto.

Materiali e metodi  Un colore si identifica attraverso le sue proprietà cromatiche (tinta, croma, valore), acromatiche (lu­centezza, opacità, trasparenza, traslucenza) e i fenomeni ottici (traslucenza e opalescenza). La reale problematica però è sempre stata quella di razionalizzare il co­lore in modo che potesse essere codificato in maniera numerica e quindi potesse essere comparabi­le razionalmente. Grazie agli spazi colorimetrici è possibile misurare, classificare e riprodurre il colore; il sistema più diffuso si chiama CIE­Lab*.

In odontoiatria, per rilevare il colo­re per il restauro diretto esistono vari sistemi, tra cui scala colore del commercio, scala colore del sistema composito e scala colore personalizzata. Attualmente, mol­to utilizzati, sono anche gli stru­menti elettronici, come colorimetri e spettrofotometri (VITA Easysha­de, VITA Zahnfabrik, Bad Säckingen, Germania; Spectosha­de-Micro, MHT, Niederhasli, Sviz­zera), che permettono di rilevare il colore base del dente e di conver­tirlo in dati, al fine di eliminare la soggettività legata alla determina­zione del colore, aumentando il li­vello di coerenza nel processo di determinazione dello stesso.

L’odontoiatra, però, possiede an­che altri strumenti che gli permet­tono uno studio più approfondito del colore, come la fotografia e gli scanner intra-orali.

Il metodo analizzato dagli autori è invece quello di applicare, senza nessun sistema adesivo, delle masse di composito sull’elemento da restaurare, polimerizzarlo e va­lutare se ci siano o meno delle corrispondenze, secondo la tecni­ca definita “button-try”.

Risultati  L’articolo mostra come le metodi­che di rilevazione del colore più indicate siano le scale colore per­sonalizzate e le prove cliniche “button-try” delle masse che si in­tendono utilizzare. Quest’ultima tecnica presenta però dei limiti se è necessario selezionare le masse traslucenti (lo smalto) in quanto esse mostrano il loro effetto solo se polimerizzate su una massa più opaca.

Un contributo importante e fondamentale è fornito anche dal­la conoscenza delle proprietà otti­che dei materiali a disposizione del clinico.

Conclusioni  Selezionare la corretta massa nei settori anteriori è sempre una grande sfida per il clinico. In que­sto articolo sono descritte le tecni­che usate per ottenere informa­zioni relative al colore e per sele­zionare le masse.

Implicazioni cliniche  Selezionare la corretta massa può migliorare i risultati estetici dei re­stauri diretti e ridurre il tempo per la correzione del restauro stesso.

Per continuare la lettura gli abbonati possono scaricare l'allegato.

doi: https://doi.org/10.19256/d.cadmos.06.2021.05




 
 
 
 
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