Al professionista deve essere riconosciuto un equo compenso, commisurato alla qualità e alla quantità del lavoro svolto. Questo il principio dell'emendamento al Decreto fiscale approvato in Commissione Bilancio al Senato che riconosce l'equo compenso a tutti i professionisti, andando ad ampliare quanto era stato già proposto per i soli avvocati.
L'equo compenso per gli avvocati aveva trovato spazio in un disegno di legge licenziato lo scorso 7 agosto dal Governo e l'argomento era stato riproposto in un emendamento al decreto fiscale che con la nuova formulazione approvata, estende i principi a tutti i liberi professionisti.
Per gli avvocati il diritto scatta quando il committente è una banca, un'assicurazione o una grande azienda, compresa la pubblica amministrazione, per le altre professioni non è ancora chiaro e comunque il testo prevede l'approvazione di ulteriori decreti ministeriali che definiranno gli aspetti ancora non chiari a cominciare da quale sia la tariffa di riferimento e quali siano le tipologie di prestazioni da "tutelare".
"Sull'approvazione del maxiemendamento interamente sostitutivo del ddl 2942 di conversione in legge del decreto-legge n. 148, in materia finanziaria e per esigenze indifferibili (c.d. decreto fiscale, con scadenza il 15 dicembre), che recepisce le modifiche apportate dalla Commissione Bilancio, il Governo ha posto la questione di fiducia", ricorda in una nota la FNOMCeO. "Una volta approvato dal Senato, il provvedimento dovrà tornare alla Camera dei Deputati".
Le razioni
È una di quelle "vittorie" che devono essere ascritte a più persone, istituzioni e associazioni, oltre che all'attività svolta dalla CAO nazionale".
Così il presidente della Commissione Albo Odontoiatri (CAO) nazionale, Giuseppe Renzo, commenta l'approvazione, nella seduta notturna della Commissione Bilancio del Senato del 14 novembre, di un emendamento al cosiddetto "Decreto Fiscale" che estende l'equo compenso a tutti i professionisti, compresi quelli iscritti agli Ordini e Collegi professionali. L'emendamento recepisce le numerose istanze della CAO nazionale, che ha intrattenuto una fitta corrispondenza con il senatore Maurizio Sacconi, presidente della Commissione Lavoro, e con il relatore senatore Bachisio Silvio Lai, per sollecitare l'introduzione di standard retributivi minimi per tutte le professioni intellettuali e in particolare per quelle della Salute.
Prossimo e naturale passo auspicato dalla CAO nazionale, il Tariffario minimo.
"Si tratta di un percorso che non può non continuare con la riformulazione del Tariffario minimo - prosegue infatti Renzo -, argomento ulteriormente puntualizzato nelle diverse comunicazioni fornite e inviate all'autorità parlamentare e ministeriale, quale elemento posto a tutela del cittadino e a garanzia della qualità delle cure mediche e odontoiatriche".
"Il Tariffario minimo - conclude Renzo - non deve essere considerato come mera tariffa economica delle prestazioni ma come un elemento di rispetto delle indicazioni fornite anche dalla recente Sentenza della Corte di Giustizia Europea, sez. III (C-339/15 del 4 maggio 2017), che ha ribadito che, cito testualmente, 'tenuto conto del rapporto di fiducia tra il dentista e il paziente, si deve ritenere che la tutela della dignità della professione di dentista sia parimenti tale da costituire un siffatto motivo imperativo di interesse generale'".
Nel ricordare cha la formulazione dell'emendamento (inizialmente previsto solo per gli avvocati e nei confronti della pubblica amministrazione) poi rivisto, allargato ed integrato grazie soprattutto all'azione di Confprofessioni, ANDI si dice soddisfatta dell'approvazione anche se preferisce attendere prima di esprimere commenti definitivi, ed approfondire le reali ricadute sulla professione che potrebbero "costituire un fondamentale mezzo di tutela, soprattutto per i collaboratori odontoiatri che operano nelle grandi strutture sanitarie e nelle catene odontoiatriche".
Tema, ricorda ANDI in una nota che è stato al centro del dibattito svoltosi ieri nell'ambito del Congresso Nazionale di Confprofessioni al quale hanno partecipato il presidente nazionale Gianfranco Prada, il segretario sindacale nazionale Alberto Libero ed il past-president ANDI e vice presidente di Confprofessioni Roberto Callioni.
"Una vittoria per tutti i professionisti", l'ha definita Gaetano Stella presidente di Confprofessioni.
"Portiamo a casa un risultato che ci ha colto quasi di sorpresa, considerate le premesse di queste ultime settimane. L'equo compenso a tutti i professionisti, non solo agli avvocati, è stata una delle nostre principali richieste al Governo e Parlamento che oggi trova una conferma certamente positiva» dichiara Stella. «Ancor più significativa la sua estensione ai rapporti tra professionisti e pubblica amministrazione, sul quale abbiamo condotto una battaglia a tutto campo. Adesso si tratta di monitorare i passaggi successivi e, se possibile, migliorarlo negli aspetti tecnici".
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