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21 Settembre 2018

L’Endodonzia Italiana si confronta con quella mondiale a Milano

Dal Congresso SIE il ruolo chiave dell’Endodonzia per la cura e la sua “vocazione” digitale


Si avvicina la data del III SIE International Congress 2018, Congresso della Società Italiana di Endodonzia che si svolgerà a Milano dall’8 al 10 novembre 2018. 

Con il presidente Francesco Riccitiello (nella foto) abbiamo cercato di capire non solo le eccellenze presenti all’evento ma anche dove sta andando l’endodonzia moderna.  


Presidente quali saranno le novità del vostro prossimo congresso internazionale?

Diciamo innanzi tutto che si tratta, appunto, di un Congresso Internazionale: una formula che il Consiglio direttivo SIE ha deciso di adottare ogni due anni; siamo alla terza edizione, dopo quello di Parma nel 2014 e di Roma nel 2016. Per l’edizione di quest’anno è stata scelta una prestigiosa ed inedita sede, il San Raffaele Congress Center a Milano, probabilmente la città più internazionale d’Italia. Entrando nel vivo, mi vengono in mente i “Teatri Clinici”, una nuova ed estremamente interessante proposta formativa di SIE, che sicuramente verrà molto apprezzata da tutti coloro che vorranno avvicinarvisi: tre grandi topics endodontici verranno messi sotto la lente di ingrandimento di tre differenti pool di esperti certificati SIE. Il Congresso, poi, è stato preparato nei minimi particolari; ci sarà anche una sala aggiuntiva di supporto, all’interno della quale verranno proiettate tutte le relazioni dell’auditorium, così i numerosi partecipanti potranno godersi l’evento nel confort più totale. 


Quali le relazioni da non perdere?

Il palinsesto del nostro Congresso Internazionale prevede la partecipazione di illustri ospiti provenienti da tutto il mondo, insieme ad altrettanti Relatori SIE. Vede, i relatori stranieri rispondono alla nostra chiamata con grandissimo piacere ed entusiasmo perché la SIE ricopre un ruolo molto importante, in Europa (ESE) e nel mondo (IFEA) e può stare certo che a Milano porteranno relazioni di assoluto livello. Poi i nostri non saranno certamente da meno! Risultato? Il Congresso sarà si sicuro di quelli da non perdere e da seguire interamente; pertanto aspettiamo numerosi, i vostri lettori, a Milano.


Anche l’endodonzia sta giovando dell’avvento delle nuove tecnologie? Quali i principali vantaggi e le opportunità introdotte?

Anche? Si può dire che da sempre l’Endodonzia cammini a braccetto con le nuove tecnologie; anzi, forse non c'è disciplina odontostomatologica che si avvalga dell’utilizzo di nuove tecnologie come l’Endodonzia. Gli anni '90 sono stati caratterizzati dall’ingresso in numerosi studi del microscopio operatorio e di una serie di strumenti dedicati appunto al lavoro sotto forte ingrandimento; penso ai micro-inserti montati su manipolo ultrasonico, al micro-specchietto, ai sottilissimi carrier per bio-materiali; sempre agli anni 90 risalgono i primi strumenti rotanti in Ni-Ti, ai nostri giorni molto più performanti, e il primo MTA!
Ma ora siamo certamente entrati in una nuova fase. Mi chiede quali siano i principali vantaggi e le opportunità introdotte? Cominciamo dall’inizio, parliamo di diagnosi: non trova che il salto dalla tradizionale radiografia 3x4 alla cone-beam CT con ricostruzione in 3D, sempre più diffusa, sia a dir poco stupefacente? L’esatto orientamento di un canale dimenticato, la presenza di un riassorbimento nascosto, la reale anatomia ed i corretti rapporti con le strutture anatomiche viciniori di un elemento dentale che ha bisogno di un’apicectomia…e molto altro ancora. Tutto questo, oggi, lo possiamo vedere; mentre, fino a non molto tempo fa, spesso solo interpretare. 
Oggi Endodonzia è sinonimo di tecnologia.


Quale sarà lo spazio per l’endodonzia nell’odontoiatria del futuro? Molti la considerano ancora una specialità da affidare al giovane collega?

Assolutamente quello che le compete. Il ruolo dell’Endodonzia, sia che si tratti di un singolo elemento, sia che si tratti di numerose terapie all’interno di un complesso piano di trattamento multidisciplinare, è stato e rimarrà assolutamente un ruolo chiave: la perdita di un elemento, che poteva essere trattato meglio, in un punto strategico dell’arcata, potrebbe cambiare pesantemente le carte in tavola e, quindi, c’è bisogno di farsi trovare preparati. E’ compito dell’endodontista, poi, valutare la possibilità di mantenimento di un dente o la necessità di doverlo estrarre; negli ultimi dieci anni abbiamo assistito troppo spesso ad avulsioni che potremmo definire "affrettate”, per poi “facilmente” intervenire chirurgicamente con il posizionamento di un impianto; ebbene, oggi si cominciano a vedere i risultati di queste scelte terapeutiche dissennate; il miglior impianto per il paziente è il dente naturale e, qualora questo sia restaurabile in modo congruo, l’odontoiatra deve fare di tutto per mantenerlo. Per quanto riguarda la seconda parte della domanda, certo, ancora c’è qualcuno che affida l’Endodonzia al giovane collega, appena entrato in studio, solo per togliersela di torno, che vuole farci; la mia opinione è che, in linea di principio, non sia sbagliato affidare ai giovani l’Endodonzia, a patto che, però, questi maturino la pazienza e l’esperienza per affrontare tutti i casi, anche quelli più complessi, compresi i casi chirurgici.


Il Congresso di Milano segna anche la fine del suo mandato; che bilancio può tracciare?

Sono in Consiglio Direttivo SIE da molti anni e la presidenza la ritengo il giusto riconoscimento per il lungo lavoro svolto al servizio della Società ma non pensavo che vi sarei arrivato con tanta emozione. Carico di questa emozione le posso dire, senza tema di smentita, che il bilancio è assolutamente positivo e mi gratifica non poco; lo dicono i numeri: l’anno scorso a Bologna abbiamo abbondantemente passato la barriera dei mille partecipanti al Congresso Nazionale; sono dati che non si registravano da anni.
Vogliamo parlare poi delle Giornate Regionali, durante le quali quest’anno abbiamo ottenuto una presenza sorprendente di oltre 800 colleghi, nelle cinque sedi designate? Questi numeri non arrivano per caso e mi danno l’opportunità di ringraziare pubblicamente la “mia” solerte squadra: il Past President Pio Bertani, dal quale ho ereditato una società in netta ascesa, il Presidente Eletto Vittorio Franco, per anni segretario molto impegnato, il mio vice Maria Teresa Sberna, che ringrazio anche per tutto il lavoro svolto nella preparazione del prossimo Congresso Internazionale di Milano, il Coordinatore Culturale Mauro Rigolone, quello della Comunicazione Italo Di Giuseppe, il Tesoriere Filippo Cardinali, il preziosissimo Segretario Roberto Fornara, con il quale ho vissuto due anni in simbiosi, e, per finire, i revisori Katia Greco ed Alberto Rieppi, sempre attenti e propositivi. 


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