In questi giorni qualche centinaio di giovani italiane e italiani saranno ammessi a uno dei (troppi) corsi di laurea in odontoiatria offerti dall'università italiana. A questi futuri colleghi e a tutta l'odontoiatria del Belpaese, il più sincero augurio di ricevere una preparazione "giusta", all'altezza delle aspettative loro e di chi tra sei anni sarà ad attenderli per metterli alla prova: pazienti prima di tutto, ma anche colleghi, datori di lavoro, collaboratori, igienisti, assistenti alla poltrona, odontotecnici, scuole di specializzazione, agenzie delle entrate, ordini, social media, società scientifiche. E il mercato.
Non sarà facile.
Sì, perché non riesco a immaginare come una matricola che sta per assistere alla prima lezione di materiali dentari si figuri il lavoro dell'odontoiatra, e neanche ho grandi certezze su come sarà fare questo mestiere tra vent'anni, ma qualche idea sul presente e sul futuro prossimo ce l'ho.
L'odontoiatra che aspiri a una vita professionale di soddisfazione deve essere prima di tutto un bravo clinico, ça va sans dire, con mani abili controllate da un'ottima cultura medica. Ma anche un bravo capo (o se preferite team leader) capace di coordinare un gruppo di lavoro eterogeneo e talvolta piuttosto numeroso, il cui buon funzionamento è elemento chiave per il successo (e per la sua salute psicofisica).
E poi deve essere un abile amministratore, in grado di gestire un'impresa che può essere puntiforme (sé stesso), ma anche di dimensioni importanti (uno studio con molti riuniti). E un comunicatore efficace, capace di utilizzare tutti gli strumenti e le tecniche disponibili, con il paziente seduto in poltrona, così come con quello che in studio non è ancora entrato. E ancora, un esperto di normative, fiscali, sanitarie, comunali, regionali e via legiferando, perché se affidarsi a consulenti è spesso una buona idea, è la nostra vita professionale che gli affidiamo.
E ci sarebbe dell'altro. Ma lo spazio è poco.
E per ultimo, l'odontoiatra deve essere in grado di aggiornare tutte le competenze a cui abbiamo appena accennato, perché è sorprendente la rapidità con cui oggi diventano obsolete. Per questo, però, tutti i colleghi, dall'università al prepensionamento (e oltre), potranno sempre contare su Dental Cadmos.
Buona lettura
Prof. Giovanni Lodi, Direttore Scientifico Dental Cadmos
doi: https://doi.org/10.19256/d.cadmos.2016.07.01