Obiettivi L'obiettivo dello studio è stato quello di valutare se l'esperienza dell'operatore potesse influenzare la qualità dell'otturazione canalare eseguita tramite due diverse tecniche: l'onda continua di condensazione e una tecnica carrier based.
Materiali e Metodi In questo studio sono stati preparati 60 blocchetti in resina standardizzati e sono stati suddivisi in tre gruppi (=20). Successivamente, sono stati scelti tre operatori con livello di esperienza clinica differente: inesperto, mediamente esperto, esperto. Ciascun operatore ha effettuato l'otturazione canalare di un gruppo di blocchetti, utilizzando le due diverse tecniche. Infine, tutti i blocchetti sono stati radiografati e analizzati.
Risultati Sono state osservate differenze statisticamente significative tra l'otturazione canalare eseguita dall'operatore esperto con la tecnica carrier based e le otturazioni canalari realizzate con entrambe le tecniche dall'operatore inesperto.
Sono state, inoltre, rilevate differenze statisticamente significative per il parametro estensione apicale tra otturazioni canalari effettuate dall'operatore inesperto con le due tecniche.
Conclusioni Nei limiti del presente studio realizzato in vitro è stato possibile concludere che l'estensione apicale è il parametro che ha maggiormente influenzato i risultati, determinando migliori performance per le otturazioni canalari eseguite dall'operatore esperto rispetto a quelle praticate da quello inesperto. Inoltre, è stato possibile affermare che l'operatore inesperto ha ottenuto migliori risultati per quanto riguarda l'estensione apicale utilizzando la tecnica dell'onda continua di condensazione rispetto a quella carrier based.
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doi: https://doi.org/10.19256/d.cadmos.09.2017.07
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