15 Gennaio 2020

Quello che (non) funziona

Editoriale

Giovanni Lodi

Avevo deciso che avrei dedicato questo primo editoriale dell’anno a un importante ospedale universitario di una grande, ricca e bella città del Nord. Un ospedale dove su una cinquantina di riuniti si curano i disabili, i poveri, gli oncologici e i pochi altri che hanno ac­cesso all’odontoiatria pubblica. Vi avrei raccontato che nonostante le migliaia di prestazioni erogate ogni anno, l’organico ospedaliero è di un solo medico (avete letto bene 1 di numero), perché da lustri mancano le risorse per nuove assunzioni, e che i liberi professionisti che suppliscono a questa mancanza vengono pagati una cifra che mi imbarazza rivelarvi. Avrei scritto che può succedere di non potersi lavare le mani perché manca la carta per asciugarsele, e che se il montaca­richi (il montacarichi badate bene) è rotto, i disabili non possono accedere agli ambula­tori. Infine, dopo un lungo elenco di cose che non funzionano, avrei chiosato sulle anacronistiche macchie da liquidi di sviluppo che indelebilmente segnano i camici, perché lì la radiografia digitale è in procinto di essere installata da almeno quindici anni.

Poi ho pensato che lamentarsi di ciò che non funziona sarebbe stato un modo inop­portuno per cominciare quest’anno bisestile. Quindi ho cambiato idea e ho deciso di scrivere di qualcosa che funziona, è facile da usare, è gratis, è utile, contribuisce alla conoscenza medica e concorre alla tutela della salute. È vigifarmaco.it lo strumento che da qualche tempo l’AIFA ha messo in rete e che permette con grande facilità la segnalazione spontanea di reazioni avverse da farmaci, rendendo molto semplice adempiere a un dovere disposto dal nostro codice deontologico, ma spesso disatteso. Almeno da me, che prima di vigifarmaco.it non avevo mai segnalato, per dirne una, nessuno dei tanti pazienti con osteonecrosi da farmaci che ho incontrato. Usatelo ogni volta che sospettate (è sufficiente) un effetto nocivo e non voluto conseguente all’uso di un medicinale (è la nuova definizione di reazione avversa): sarebbe bello se gli odon­toiatri si dimostrassero una importante risorsa per la farmacovigilanza. Buona lettura.   Avevo deciso che avrei dedicato questo primo editoriale dell’anno a un importante ospedale universitario di una grande, ricca e bella città del Nord. Un ospedale dove su una cinquantina di riuniti si curano i disabili, i poveri, gli oncologici e i pochi altri che hanno ac­cesso all’odontoiatria pubblica. Vi avrei raccontato che nonostante le migliaia di prestazioni erogate ogni anno, l’organico ospedaliero è di un solo medico (avete letto bene 1 di numero), perché da lustri mancano le risorse per nuove assunzioni, e che i liberi professionisti che suppliscono a questa mancanza vengono pagati una cifra che mi imbarazza rivelarvi. Avrei scritto che può succedere di non potersi lavare le mani perché manca la carta per asciugarsele, e che se il montaca­richi (il montacarichi badate bene) è rotto, i disabili non possono accedere agli ambula­tori. Infine, dopo un lungo elenco di cose che non funzionano, avrei chiosato sulle anacronistiche macchie da liquidi di sviluppo che indelebilmente segnano i camici, perché lì la radiografia digitale è in procinto di essere installata da almeno quindici anni. Poi ho pensato che lamentarsi di ciò che non funziona sarebbe stato un modo inop­portuno per cominciare quest’anno bisestile. Quindi ho cambiato idea e ho deciso di scrivere di qualcosa che funziona, è facile da usare, è gratis, è utile, contribuisce alla conoscenza medica e concorre alla tutela della salute. È vigifarmaco.it lo strumento che da qualche tempo l’AIFA ha messo in rete e che permette con grande facilità la segnalazione spontanea di reazioni avverse da farmaci, rendendo molto semplice adempiere a un dovere disposto dal nostro codice deontologico, ma spesso disatteso. Almeno da me, che prima di vigifarmaco.it non avevo mai segnalato, per dirne una, nessuno dei tanti pazienti con osteonecrosi da farmaci che ho incontrato. Usatelo ogni volta che sospettate (è sufficiente) un effetto nocivo e non voluto conseguente all’uso di un medicinale (è la nuova definizione di reazione avversa): sarebbe bello se gli odon­toiatri si dimostrassero una importante risorsa per la farmacovigilanza.

Buona lettura.  

Giovanni Lodi, Direttore Scientifico di Dental Cadmos

doi: https://doi.org/10.19256/d.cadmos.01.2020.01



 
 
 
 
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