Obiettivi L’obiettivo che questo lavoro si propone è di valutare l’utilità o meno della mucosa cheratinizzata (KM) nella prevenzione di fenomeni infiammatori, recessioni gengivali e perdite di tessuto di supporto intorno agli impianti dentali.
Materiali e metodi Partendo dall’esposizione di alcuni casi clinici in cui è stato effettuato l’aumento della quantità di KM intorno all’emergenza di impianti dentali con diverse tecniche, si è discusso sull’argomento attraverso la revisione della letteratura internazionale a riguardo, prendendo in esame i lavori più importanti pubblicati su riviste a elevato impact factor.
Si è potuto evidenziare come, negli anni, con la grande diffusione dell’implantologia siano aumentate le complicanze legate a essa e siano venute a galla patologie prima poco conosciute come la mucosite perimplantare e la perimplantite.
Da qui è nato un dibattito sulla prevenzione di queste patologie, si è cominciato a discutere sull’opportunità o meno di estrarre con troppa facilità denti recuperabili per sostituirli con impianti, sulle superfici implantari e sulla loro proprietà di trattenere il biofilm batterico; qualcuno ha proposto un ritorno a superfici completamente lisce, altri hanno proposto superfici “ibride” con la parte più apicale ruvida e quella più coronale liscia; qualche azienda ha prodotto superfici “microruvide” tali da favorire l’osteointegrazione ma non ritentive per la placca batterica.
Un altro campo di indagine ha riguardato le condizioni dei tessuti molli circostanti l’impianto e, dalle osservazioni effettuate sui denti naturali riportate sugli impianti, si è visto che la quantità di tessuto mucoso stabile intorno agli impianti era associata con uno stato di migliore salute perimplantare. Il motivo di questo è stato attribuito prevalentemente a una maggiore facilità nell’eseguire le manovre di igiene orale piuttosto che a una protezione diretta del tessuto cheratinizzato sul margine gengivale perimplantare.
Alcuni autori sono scettici riguardo alla reale utilità del tessuto cheratinizzato abbondante intorno all’emergenza degli impianti, mentre la maggioranza degli autori riconosce un’utilità di tale condizione. In realtà i primi affermano testualmente che “Complessivamente i risultati di questa revisione mostrano che le evidenze a supporto della necessità di tessuto cheratinizzato intorno agli impianti per mantenere la salute e la stabilità dei tessuti è limitata”, quindi che non ci sono prove inconfutabili che ciò sia real-mente utile. I secondi, invece, attribuiscono una reale utilità al tessuto cheratinizzato prendendo in esame di volta in volta: le recessioni gengivali, la stabilità del tessuto osseo perimplantare e la perdita d’attacco, il comfort nello spazzolamento, i fenomeni infiammatori come mucosite e perimplantite.
Studi su animale e su umani attribuiscono definitivamente una migliore salute degli impianti con una presenza di mucosa cheratinizzata maggiore rispetto a quelli con scarsa quantità di essa.
Risultati e conclusioni Sebbene non sempre si sia trovato accordo tra i vari autori sull’utilità della KM nel prevenire patologie perimplantari, si è constatato come la maggior parte degli studi ritenga auspicabile avere una discreta quantità di KM, in altezza e in spessore, intorno all’emergenza degli impianti per la prevenzione, diretta o indiretta, di problemi di varia natura.
Significato clinico L’utilità pratica del presente lavoro consiste nel delineare delle linee guida sulla gestione dei tessuti molli circostanti l’impianto. Dovrebbe essere sempre presente all’implantologo, in ogni fase della terapia implantare, l’opportunità di avere una banda di KM di altezza e spessore adeguati, così da mettere in atto tutte le tecniche possibili per ottenere questo risultato, sia nella fase di inserimento dell’impianto come nella seconda chirurgia per la scopertura di esso e anche, quando necessario, in fasi successive.
Avendo sempre a mente questo obiettivo, il clinico imposterà automaticamente i propri passaggi operativi in maniera finalizzata a questo scopo.
Per continuare la lettura gli abbonati possono scaricare l'allegato.
doi: https://doi.org/10.19256/d.cadmos.05.2020.04
per scaricare questo contenuto è necessario accedere a Medikey
accedi a medikeyse non fai ancora parte della più grande comunità medica italiana
registrati ora a medikey