Obiettivi Tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 in Cina è stato identificato un nuovo virus che si è poi diffuso rapidamente in tutto il mondo, causando una patologia respiratoria acuta (COVID-19) spesso pauci-sintomatica ma potenzialmente letale. Il nuovo coronavirus, nominato Sars-CoV-2, appartiene a una famiglia di patogeni virali detta Coronoviridae e presenta una sequenza genomica parzialmente sovrapponibile al SARS-CoV e al MERS-CoV. Gli studi epidemiologici e genetici condotti sulla popolazione cinese contagiata hanno fatto ipotizzare che questa pandemia sia originata da una trasmissione inter-specie tra animale e uomo, seguita poi da una rapida diffusione attraverso un contagio tra uomo e uomo. Il potenziale di trasmissione del Sars-CoV-2 è molto elevato e le sue vie di contagio possono essere diverse. Questo coronavirus si è rivelato, infatti, altamente infettivo soprattutto per via aerogena, mediante l’aerosol espirato dai pazienti infetti attraverso tosse, starnuti e respiro ma anche tramite contatto diretto di mani o altre parti del corpo con superfici contaminate. Il periodo di incubazione del virus sembra variare dai 3 ai 14 giorni, ma sono stati riportati casi dove l’incubazione è stata maggiore. Anche i soggetti nella fase di incubazione e quelli asintomatici vengono considerati potenziali vettori del virus.
Considerando quindi che la finestra del contagio si apre già dalle prime fasi dell’infezione e che può riguardare soggetti clinicamente asintomatici, appare evidente la difficoltà a confinare la trasmissione del contagio all’intera comunità. La maggior parte dei pazienti sintomatici presenta febbre, astenia e tosse secca, mentre i soggetti con quadri clinici più severi presentano dispnea. Solo nei casi più gravi si riscontra una severa compromissione della funzione respiratoria tale da richiedere l’ospedalizzazione e una ventilazione assistita. Da un punto di vista clinico, l’infezione da Sars-CoV-2 configura un quadro di polmonite interstiziale bilaterale, rilevabile radiograficamente sotto forma di un’opacità a vetro smerigliato bilaterale, senza l’interessamento lobare-settoriale tipico delle polmoniti batteriche. In questo contesto, è evidente come l’odontoiatra si trovi in una posizione ad alto rischio di contagio e l’obiettivo di questo contributo è quello di dare indicazioni pratiche su prevenzione e protezione da questo coronavirus in ambito odontoiatrico.
Materiali e metodi In questo lavoro è stata condotta una revisione della letteratura nazionale e internazionale sull’argomento, sono stati raccolti i dati scientifici pubblicati dal momento dell’identificazione del coronavirus fino a oggi e vengono descritte le caratteristiche, le vie di trasmissione e le manifestazioni cliniche del COVID-19, per poi analizzarle nel contesto odontoiatrico.
Conclusioni Il triage telefonico, una dettagliata anamnesi e un accurato lavaggio delle mani di pazienti e operatori sono gli aspetti preliminari da dover considerare. Inoltre, va posta una certa attenzione sugli agenti antimicrobici efficaci nei confronti del coronavirus per l’igiene personale e sugli agenti disinfettanti per lo strumentario odontoiatrico e le superfici di lavoro. Vengono anche riportate diverse metodiche proposte per la sanificazione degli ambienti attraverso il ricambio e/o la purificazione dell’aria. Per quanto riguarda, invece, gli aspetti prettamente più specifici relativi alle prestazioni odontoiatriche, gli accorgimenti potenzialmente più utili nella riduzione del rischio di contagio risultano essere l’utilizzo della diga di gomma, di aspiratori ad alta velocità e di turbine con sistema di anti-retrazione. Una sezione a parte riguarda la scelta dei dispositivi di protezione individuale più idonei, soprattutto per la protezione delle vie aeree e oculari. Vengono descritte, infatti, le differenze tra mascherine chirurgiche e respiratori facciali, soffermandosi sulle indicazioni di utilizzo anche e soprattutto nei confronti del Sars-CoV-2. Analogamente, vengono fornite informazioni e indicazioni sui dispositivi di protezione delle vie oculari più idonei.
Significato clinico Questo contributo mette in evidenza i rischi di contagio da coronavirus negli ambienti odontoiatrici e fornisce indicazioni pratiche sui sistemi di prevenzione e protezione che possono essere attuati nella pratica clinica quotidiana.
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doi: https://doi.org/10.19256/d.cadmos.06.2020.04
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