Il cancro orale è una malattia poco nota tra la popolazione generale in Italia e in molti paesi del mondo, fatto che probabilmente influisce negativamente sulla sua prevenzione primaria, così come sulla tempestività della diagnosi, fattore chiave nella buona riuscita dei trattamenti della malattia in termini di sopravvivenza e qualità di vita.
Niccolò Lombardi – odontoiatra, Specialista in Chirurgia Odontostomatologica - Università degli studi di Milano - ASST Santi Paolo e Carlo Milano – è tra gli autori del Corso FAD “Odontoiatria e cancro della bocca: dai fattori di rischio alla riabilitazione” che Dental Cadmos propone per il 2021. Con lui, abbiamo approfondito i temi sviluppati nei cinque Moduli del Corso.
Dottor Lombardi, con quali iniziative è possibile intervenire per modificare l’attuale situazione?
Attualmente il cancro orale risulta una patologia sconosciuta a una fascia ancora troppo ampia di popolazione. Infatti, secondo ricerche condotte a livello nazionale e internazionale, circa la metà della popolazione intervistata afferma di non essere a conoscenza dell’esistenza di questa patologia oncologica.
Questa mancanza di conoscenza costituisce un problema non solo di tipo “culturale”, ma può causare ripercussioni negative anche a livello diagnostico e, di conseguenza, a carico della sopravvivenza e della qualità di vita dei soggetti che si ammalano di cancro orale.
Il ruolo dell’odontoiatra risulta essere di fondamentale importanza nel compiere un primo passo per modificare questa situazione, informando i propri pazienti riguardo l’esistenza del cancro orale e discutendo con essi di prevenzione. Un incremento nella collaborazione tra odontoiatri, medici specialisti e di medicina generale è sicuramente auspicabile al fine di ottenere un miglioramento nella prevenzione primaria.
Quali sono i maggiori fattori di rischio?
Il fumo costituisce sicuramente il maggior fattore di rischio per l’insorgenza del cancro orale e il concomitante abuso di alcool svolge un ruolo sinergico nella carcinogenesi del cavo orale. Anche la presenza di specifiche patologie e lesioni a carico delle mucose orali possono determinare un aumentato rischio di sviluppare lesioni neoplastiche.
Inoltre, la mancanza di una diffusa informazione riguardo questa patologia e la sottostima del problema sono probabilmente le principali cause che conducono a diagnosi tardive con prognosi conseguentemente negative.
Qual è la formazione e la conoscenza degli odontoiatri su questo tema?
Negli ultimi anni vi è stato sicuramente un incremento nella sensibilizzazione degli odontoiatri, ma anche degli igienisti dentali, verso questa problematica. Le campagne nazionali di informazione, di screening e la formazione continua in medicina sono strumenti utili nel determinare complessivamente un incremento della prevenzione primaria.
In Italia non esiste attualmente una scuola di specializzazione in medicina orale e la formazione in quest’ambito avviene prettamente presso centri di riferimento ospedalieri a carattere universitario specializzati nel trattamento delle patologie orali.
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doi: https://doi.org/10.19256/d.cadmos.10.2020.14
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