Obiettivi L’esito traumatico più comune in dentizione permanente è la frattura, che rappresenta una delle causa più comuni di perdita di elementi dentari. Gli elementi a più alto rischio di frattura orizzontale radicolare sono gli incisivi centrali superiori (80% dei casi totali).
L’obiettivo di questo lavoro è analizzare l’approccio clinico e la prognosi di elementi interessati da frattura orizzontale a carico del terzo medio radicolare attraverso la descrizione, a scopo esemplificativo, della gestione clinica di un trauma dento-alveolare associato a frattura orizzontale di un incisivo centrale superiore permanente.
Materiali e metodi Un paziente di sette anni giunge in urgenza per valutazione degli elementi dentari mascellari a seguito di un trauma accidentale. All’esame obiettivo si evidenzia lussazione in senso palatale della corona dell’elemento 2.1, associata mobilità in senso vestibolo-palatale e frattura coronale dell’elemento 1.1 senza coinvolgimento pulpare; gli elementi risultano positivi ai test termici di vitalità pulpare e normocromici. L’indagine radiografica, mediante radiografia endorale eseguita con la tecnica a raggi paralleli, evidenzia una frattura orizzontale del terzo medio della radice dell'elemento 2.1.
In seguito alla valutazione clinica e radiografica si procede con la riduzione della frattura e il riposizionamento dell’elemento 2.1 che viene successivamente solidarizzato agli elementi attigui mediante splint. Si provvede a prescrivere terapia antisettica (clorexidina collutorio 0,2%) e antidolorifica al bisogno (paracetamolo sospensione pediatrica).
Il paziente è stato seguito nel tempo mediante follow-up a 6 settimane, 3, 6, 12 e 24 mesi dal trauma: tutti gli elementi coinvolti sono risultati vitali e normocromici durante i controlli. Tramite l’esecuzione di rx endorale periapicale è stato possibile evidenziare la riduzione della rima di frattura, meno marcata e netta, compatibile con la creazione di un callo dentinale. Lo splint è stato rimosso a 6 mesi dal trauma: in questa sede la mobilità dentale dell’elemento 2.1 appariva leggermente aumentata, si è poi riscontrata mobilità fisiologica durante i controlli successivi.
Risultati A 24 mesi dal trauma si è evidenziato il mantenimento della vitalità dell’elemento 2.1; l’esame radiografico ha evidenziato a livello della rima di frattura la formazione di un “callo dentinale”.
In letteratura il tasso di sopravvivenza di un elemento interessato da una frattura orizzontale a carico della radice è relativamente alto: circa l’83% a 10 anni. La prognosi dell’elemento viene influenzata da diversi fattori e la loro corretta analisi è fondamentale per attuare il protocollo operativo più idoneo.
Conclusioni Impostare un follow-up periodico si rivela indispensabile per monitorare la vitalità degli elementi dentari coinvolti nel trauma, questo perché i dati ottenuti fino a tre mesi dal trauma non sono indicativi della prognosi a lungo termine dell’elemento a causa dell’inattendibilità delle risposte ai test termici determinata dal possibile shock della polpa. In merito ai tempi di mantenimento dello splint non esistono ad oggi linee guida univoche: la rimozione dello splintaggio, a seconda dei casi, è consigliata tra le 4 settimane e i 4 mesi.
Significato clinico In accordo con la letteratura più recente, si può affermare che il tempestivo intervento post-traumatico, la riduzione della frattura e lo splintaggio dell’elemento migliorano la prognosi a lungo termine e le possibilità di un mantenimento della vitalità pulpare dell’elemento coinvolto.
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doi: https://doi.org/10.19256/d.cadmos.01.2021.11
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