07 Ottobre 2015

l’editoriale del prof. Lodi dal titolo “Pannoloni”


Pannoloni

"Considerate i denti. La sostanza più dura del corpo umano è lo smalto. Ciononostante con l'età si consuma, esponendo gli strati più delicati e scuri sottostanti. Nello stesso tempo, l'apporto di sangue alla polpa si attenua e il flusso della saliva diminuisce; le gengive tendono a infiammarsi e ritirarsi dalle superfici delle radici."

Così Atul Gawande, medico e scrittore, utilizza la bocca per illustrare il punto centrale del suo ultimo libro Being mortal. Lettura non esattamente piacevole, dal momento che parla di vecchiaia, decadimento psicofisico, disabilità, morte e dell'impatto che hanno sulla vita degli anziani, dei loro cari e di chi li accudisce.

Giacché, se la nostra aspettativa di vita si è allungata, sono aumentati gli anni in cui avremo bisogno di assistenza perché siano degni di essere vissuti. Non è piacevole da sentire, ma è così che succederà a tanti di noi.

Agli altri sarà andata peggio.

Gawande racconta con ammirazione il lavoro dei geriatri, capaci di evitare che i loro pazienti sviluppino disabilità e depressione prendendosi cura di loro, non solo trattandone le malattie. Perché è più importante assicurarsi che un anziano non cada, piuttosto che prescrivergli farmaci per l'osteoporosi. Ed è più utile esaminargli i piedi, piuttosto che sottoporlo a qualche indagine ad alto contenuto tecnologico. Tutto poco glamour e molto costoso (e così negli Stati Uniti i reparti di geriatria chiudono).

A detta di tanti l'aumento del numero di anziani e la conseguente gestione delle cronicità (brutto eufemismo) rappresentano la più importante sfida sociosanitaria che attende le nazioni sviluppate. Già adesso in Italia, Giappone e Germania un cittadino su cinque ha più di 65 anni (e tra poco lo stesso sarà vero per altri Paesi); e se oggi per ogni anziano ci sono quattro persone in età lavorativa, tra non molto il rapporto scenderà a uno a due. Aumentano i bisogni e diminuiscono le risorse. Un bel rompicapo dalle soluzioni imprevedibili.

Se poi si pensa alla salute orale le cose si fanno ancora più complicate: l'odontoiatria è specialità già ampiamente esclusa dalla maggior parte dei sistemi sanitari, che quasi mai prevedono programmi indirizzati alla promozione della salute della bocca degli anziani. Lo denunciava pochi anni fa l'Organizzazione Mondiale della Sanità, sollecitandone l'implementazione. Anche se non credo che questo significhi regalare qualche protesi o impianto a un po' di vecchietti con pochi soldi in tasca.


Buona lettura.

Prof. Giovanni Lodi, Direttore Scientifico Dental Cadmos

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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