Il lavoro di Alessio Solimena si è aggiudicato il Global Clinical Case Contest - edizione italiana 2019-2020
Il Global Clinical Case Contest è un concorso di conservativa diretta, rivolto agli studenti che frequentano il V e VI anno dei corsi di laurea in odontoiatria, organizzato a livello internazionale da Dentsply Sirona. L’edizione 2019-2020 ha visto la partecipazione di 1550 studenti provenienti da 230 università di tutto il mondo; nonostante il Covid gli organizzatori sono riusciti ad assegnare il premio. Per questa edizione si erano iscritti quasi 150 studenti da 25 università italiane ma, vista l’emergenza Covid e le restrizioni, solo 13 di loro hanno completato e presentato i casi clinici.
“La situazione di emergenza” hanno spiegato gli organizzatori” ha costretto molte cliniche universitarie a modificare le procedure e le modalità di lavoro sul paziente, così come accaduto per tutti gli studi odontoiatrici, rendendole più complicate. Si può immaginare quali siano state le difficoltà che hanno dovuto affrontare e superare gli studenti per riuscire a concludere e documentare i loro casi e quindi nonostante i numeri esigui di quest’anno abbiamo ritenuto fosse doveroso dare un giusto riconoscimento alla passione, alla fatica e agli sforzi che questi studenti hanno dovuto sostenere, insieme ai loro tutor e professori.”
I giudici che quest’anno hanno valutato i casi clinici sono il dottor Paolo Ferrari di Parma, il prof. Vasilios Kaitsas di Roma, il dottor Lorenzo Massai di Firenze e il dottor Roberto Spreafico di Busto Arsizio: tutti nomi molto conosciuti nell’ambito dell’odontoiatria conservativa e tutti soci attivi dell’A.I.C., Accademia Italiana di Odontoiatria Conservativa e Restaurativa, nella quale ricoprono o hanno ricoperto cariche nell’ambito del direttivo e delle diverse commissioni.
I casi sono stati valutati in forma anonima, poiché sono state rimosse le indicazioni relative al nome del partecipante e all’università di appartenenza. I giudici singolarmente hanno attribuito dei voti a ogni poster in base ai seguenti parametri: documentazione del caso clinico, descrizione dettagliata degli step clinici, qualità della documentazione fotografica, grado di difficoltà del caso e risultato clinico-estetico generale. Una volta stilata la classifica, è stata comunicata ai giudici e ai partecipanti la terna dei finalisti.
La classifica finale quest’anno ha visto l’affermazione di Alessio Solimena dell’Università di Roma La Sapienza, seguito dal tutor prof. Roberto Di Giorgio; al secondo posto, Fabrizio Lo Giudice dell’Università di Messina, accompagnato dal dott. Francesco Puleio; al terzo posto Valeria Vanella dell’Università di Roma Cattolica del Sacro Cuore, supportata dal dott. Francesco Motta.
Qui di seguito viene presentato il caso vincitore del vincitore, Alessio Solimena, che si è aggiudicato il Global Clinical Case Contest.
Introduzione al caso
Un ragazzo di 28 anni si è presentato con una esplicita richiesta di tipo estetico: all’età di 11 anni ha subito un trauma accidentale che è risultato in una frattura del margine incisale dell’1.1 e una perdita di lunghezza di circa 1,5 mm di tessuto dentale.
La sua richiesta è stata di rimuovere il vecchio restauro, quasi del tutto abraso e non più adeguato, e sostituirlo. Sull’elemento 1.2 era presente una frattura dell’angolo mesiale al margine e un crack verticale dello smalto sulla superficie interprossimale dello stesso versante, probabilmente infiltrato.
Il paziente è parafunzionale, bruxista e serratore.
Prima
Al baseline il vecchio restauro sull’1.1 risulta corto e pigmentato, il margine del composito è ben evidente, così come il crack verticale sulla superficie mesiale dell’1.2. A un’analisi attenta, facendo riferimento alla parabola gengivale, l’1.1 appare più alto rispetto al controlaterale, e il suo margine incisale risulta alla stessa quota di quello dell’1.2.
Preparazione dei denti
Passando alle fasi operative, dopo aver isolato il campo in maniera adeguata con diga di gomma, il vecchio restauro sull’1.1 è stato rimosso ed entrambi gli elementi sono stati preparati, praticando un chamfer a 45° sul margine di preparazione dell’1.1.
Chiave in silicone
Vediamo la chiave in silicone preparata sulwax-up finale, usata per trasferire intraoralmente il design creato.
Vista dello scudo palatale
La mordenzatura è stata eseguita utilizzando DeTrey® Conditioner 36, dunque risciacquata e gentilmente soffiata con aria senza asciugare. È stato quindi applicato Prime&BondActive™ Universal Adhesive, soffiato con aria per 5 s per favorire l’evaporazione del solvente e una corretta distribuzione e poi polimerizzato.
Si è proceduto alla costruzione del guscio palatale sull’1.1 usando uno smalto E1 (Ceram.x Spectra ST™ Effects).
Mammelloni in dentina sullo scudo palatale
L’elemento 1.2 è stato ricostruito usando un colore A1 (Ceram.x Spectra™ ST) e un sottile strato di smalto E1. I margini distale e mesiale dell’1.1 sono stati costruiti usando un colore A1, mentre l’anatomia dei mammelloni è stata recuperata usando una massa A2 (Ceram.x Spectra™ ST).
Ultimo strato, smalto buccale
La stratificazione è continuata usando una sottile massa A1 per coprire i mammelloni e un più sottile strato di smalto E1 (~0,3 mm).
Vista d’insieme prima della finitura
Una visione panoramica del restauro, come appariva prima della rifinitura. Per donare una minima texture è stata usata una punta diamantata a fiamma extra-fine (15 µm), lavorando la superficie con molta delicatezza.
Rifinitura
La rifinitura è stata effettuata usando una punta Ehnance® Finishing Point, senza irrigazione.
Lucidatura
L’ultimo step è stato il passaggio di una cappetta Ehnance® PoGo® Polishing Cup, con pasta lucidante per lucidare.
Prima
Al baseline il vecchio restauro sull’1.1 risulta corto e pigmentato, il margine del composito è ben evidente, così come il crack verticale sulla superficie mesiale dell’1.2. A un’analisi attenta, facendo riferimento alla parabola gengivale, l’1.1 appare più alto rispetto al controlaterale, e il suo margine incisale risulta alla stessa quota di quello dell’1.2.
Dopo
Il risultato finale mostra come siano state ottenute tutte le caratterizzazioni necessarie: un margine incisale naturale, una corretta transizione dal tessuto dentale al composito sul terzo medio e una perfetta integrazione della massa del restauro. La richiesta estetica è stata soddisfatta in pieno.
Materiali e metodi
In fase preliminare è stata rilevata una impronta, inferiore e superiore, ed è stato costruito un wax-up, prestando particolare attenzione ai punti di contatto sulla superficie palatale dell’1.1 e alla guida incisiva. Prima della mordenzatura, la superficie di preparazione dell’1.1 è stata pulita con una cappetta Ehnance® PoGo® Polishing Cup, dunque asciugata.
La mordenzatura è stata eseguita su tutta la superficie per 20 s, quindi risciaquata per altri 20 s. Le superfici interprossimali sono state ricostruite con tre matrici sezionali Palodent® V3 posizionate verticalmente come fase di lavoro standard per la superficie mesiale dell’elemento 1.2, seppure non fosse invece strettamente necessario per l’elemento1.1, data la minima massa da posizionare.
Infine, è stato applicato con un pennellino uno strato di Prime&Bond Active™ Universal Adhesive, quindi soffiato con aria e polimerizzato per 10 s.
Discussione e conclusioni
La stratificazione dei compositi e gli spessori degli strati al margine delle preparazioni sono estremamente importanti per assicurare una rifrazione della luce che sia omogenea e in continuità con quella del tessuto dentale. Lo sviluppo di compositi Universali, riducendo i tempi e gli step della stratificazione, sta tracciando la strada per protocolli di lavoro sempre più standardizzati, non solo nelle tecniche ma anche nella scelta dei materiali, offrendo all’operatore grande sicurezza nel maneggiarli e una eccezionale capacità biomimetica.
In tal senso, i compositi della serie Ceram.x Spectra ST™ mi hanno permesso di centrare tutti gli obiettivi e ottenere un risultato eccezionale.
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