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10 Settembre 2014

Medici, pazienti e posta elettronica: un rapporto sofferto. Ecco come affrontano il problema all'estero


Sono utili ai pazienti risparmiando il tempo dei medici o minacciano la sicurezza dei primi complicando il lavoro dei secondi? Ecco l'amletico dilemma dei servizi di posta elettronica nel rapporto tra medico e paziente discusso sul British medical journal da due opposti punti di vista nella rubrica Head to head.

Il governo britannico vede nelle e-mail un mezzo per incrementare l'accesso dei pazienti alle cure primarie e sta sperimentando il servizio in 20 studi associati di medici generici. Inoltre, il nuovo contratto per la medicina generale prevede la comunicazione e-mail per il rinnovo di prescrizioni di farmaci in corso e per la prenotazione di appuntamenti.

Ma l'uso della posta elettronica non è ancora obbligatorio e i medici sembrano riluttanti ad adottarla.
"Con buone ragioni" sostiene Emma Richards, generalista e ricercatrice al dipartimento di Primary care dell'Imperial college di Londra.
"L'idea che i pazienti possano inviare un numero illimitato di richieste e domande preoccupa molti medici, non solo in termini di tempo, ma anche di sicurezza clinica". Da studi recenti emerge che le consultazioni telefoniche non sostituiscono gli appuntamenti di persona, anzi li aumentano. "Ma almeno nelle telefonate il medico può raccogliere indicazioni fonetiche sulla salute di un paziente e porre domande pertinenti, cosa impossibile con le e-mail" insiste Richards, affermando che il ritardo inevitabile nel rispondere a una e-mail potrebbe rivelarsi disastroso per un paziente suicida o con dolore toracico. Ma Elinor Gunning, medico di famiglia londinese e ricercatrice al Dipartimento cure primarie della Ucl medical school è di parere opposto:

"La posta elettronica può essere utile, se correttamente gestita. I pazienti vanno informati che le e-mail non possono essere lette subito, con termini e condizioni d'uso chiare e ripetute in ogni e-mail di risposta". Molte delle preoccupazioni in merito ai servizi di posta elettronica sono state sollevate anche per telefoni e fax, ora considerati entrambi irrinunciabili strumenti a disposizione del medico generico, ricorda la ricercatrice. "Certo, non tutti saranno in grado da subito di accedere o di usare la posta elettronica con facilità, ma è compito della medicina generale fornire il maggior numero di mezzi di accesso possibili per migliorare l'accesso globale alle cure primarie" puntualizza Gunning, aggiungendo che, anche se servono più ricerca, più investimenti e linee guida, esistono già strategie sufficienti a implementare in tutta sicurezza la posta elettronica nella pratica clinica. "Usarla sarà presto inevitabile, e se i medici si lasciano sfuggire l'occasione, potranno perdere un'opportunità vitale a scapito non solo loro, ma anche dei pazienti".

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