Tipologia di sensori e film ai fosfori influiscono sulla qualità dell’immagine e sulla definizione dei dettagli. Ecco cosa sapere per scegliere quelli più adatti alle proprie esigenze
Era il 1987 quando il mondo odontoiatrico scopre per la prima volta un’alternativa alle pellicole tradizionali con sviluppo e fissaggio: il sensore per radio videografia. La sua prima versione consisteva in un computer con monitor incorporato e il sensore collegato tramite cavo.
La dimensione delle immagini acquisite era tuttavia inferiore rispetto all’area utile delle pellicole tradizionali, ma l’immediatezza dell’acquisizione delle immagini, la possibilità di modificare l’immagine con contrasto e luminosità e la possibilità di eseguire misurazioni attendibili ne decretò comunque l’enorme successo.
La tecnologia dei sensori è stata migliorata negli anni: sensori sempre più sottili, una definizione maggiore e una connessione al computer più pratica, tramite USB, per una facile condivisione all’interno dello studio dentistico.
Restano ancora oggi però dei limiti, come, ad esempio, la rigidità del sensore, l’area utile ridotta (max 3,5 x 2,5), l’ingombro in bocca con relativo disagio del paziente, il cavo di collegamento che vincola la vicinanza al computer e l’impossibilità di poter eseguire tutti i tipi di acquisizione richiesti dai moderni protocolli per status dentali.
Nel 1995 venne introdotto il primo sistema di scansione di film ai fosfori, che risolveva i problemi di rigidità del sensore, permetteva di utilizzare il centratore per acquisire immagini in tecnica parallela, con un’area utile pari al 100% del film ai fosfori e, inoltre, la base di scansione e relativo PC di acquisizione potevano essere posizionati al di fuori della stanza operativa.
Dürr Dental, che già produceva entrambi i sistemi, rivoluzionò ulteriormente l’acquisizione con i film ai fosfori con il primo VistaScan Intra, che incorporava al suo interno una nuova tecnologia brevettata: il penta prisma rotativo o PCS. Questo brevetto consente una lettura lineare e dinamica dei film ai fosfori, superando la risoluzione spaziale di 20 coppie per linea.
Tecnologia innovativa e grande qualità delle immagini hanno fatto sì che Dürr Dental e i suoi dispositivi VistaScan diventassero dei veri e propri gold standard.
Negli anni si sono susseguiti più di 9 modelli di VistaScan fino ai più recenti dispositivi della linea 2.0.
Le moderne versioni permettono di acquisire tutti i formati di immagine, dalla taglia 0 fino alla 4, consentendo una varietà di diagnosi impareggiabile per l’odontoiatra. Inoltre, grazie al sistema ScanManager è possibile acquisire in contemporanea più esami radiologici, per un pratico e veloce utilizzo negli studi dentistici con più tubi radiogeni.
I film ai fosfori di gran qualità e la tecnologia affinata negli anni hanno permesso di spingere la qualità di lettura dei VistaScan di Dürr Dental addirittura oltre le 40 coppie per linea e una scala di grigio reale a 16 bit, che garantiscono diagnosi di qualità superiore in tutte le specialità, dalla conservativa, all’endodonzia fino alla chirurgia.
Infine, grazie al kit di centratori Dürr Dental e la versione endodontica l’acquisizione di ogni formato è ancora più semplice ed ergonomica.
Il confronto
Sensore | Film ai fosfori | |
Risoluzione teorica | 22,5 coppie per linea | 40 coppie per linea |
Area utile a parità di dimensione (size 2) | 3,5 x 2,5 | 3,3 x 4 (+25% rispetto al sensore) |
Comfort nell’utilizzo | Rigido, con cavo | Semi rigido, senza cavo |
Ergonomia nell’utilizzo con centratore | Difficoltoso per ingombro | Pratico ed ergonomico |
Velocità di acquisizione | Immediato | Da 5 secondi |
Condivisione nello studio | Uno scatto alla volta, spostandolo fisicamente | Scatti multipli da più postazioni, scansioni in un unico punto fisico |
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