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Se arrivate da fuori Bologna e dovete recarvi al dipartimento di scienze odontostomatologiche basta che chiediate al taxista di portarvi alla clinica universitaria di odontoiatria. Nel pieno centro, a pochi passi dalle due Torri, ospitata in uno dei tanti edifici storici della città (l’ex conservatorio di Santa Marta), la clinica universitaria è una delle più prestigiose d’Italia e nei decenni vi si sono laureati molti degli attuali opinion leader dell’odontoiatria italiana. Una struttura che fa della ricerca il proprio punto di eccellenza e grazie a questo offre un percorso formativo efficace oltre a dare assistenza qualificata ai pazienti, circa duecento al giorno, che afferiscono alla clinica per ottenere ogni genere di prestazioni odontoiatriche.
Una struttura didattica al pari di poche altre strutture universitarie: dodici reparti, circa ottanta riuniti, salone scuola, aula manichini, laboratorio odontotecnico, laboratorio di microscopia elettronica, laboratorio di patologialauspeciale odontostomatologica e biomateriali, sala gessi e laboratorio di miciobiologia, solo per citare alcune delle strutture a disposizione degli studenti. Studenti e pazienti che possono contare su una decina di docenti universitari di area odontoiatrica, un microbiologo, un docente di statistica, una decina di dottorandi, quattro assegnisti, una ventina di borsisti, quattordici infermieri universitari, altrettanti esterni e una decina di membri del personale amministrativo.
Il professor Carlo Prati, professore ordinario e direttore del master in endodonzia clinica e del relativo reparto clinico, è dal novembre 2003 il direttore del dipartimento di scienze odontostomatologiche.
Professor Prati, ci racconta che cosa fate?
Assolviamo ai tre compiti istituzionali per i quali esistiamo: didattica, ricerca e assistenza in funzione della didattica e della ricerca. Credo che dal punto di vista clinico offriamo attraverso i nostri reparti tutti i tipi di prestazioni odontoiatriche. In particolare voglio segnalare il reparto di parodontologia diretto dal professor Luigi Checchi, quello di protesi diretto dal professor Roberto Scotti, quello di conservativa diretto dal professor Dondi Dall’Orologio, quello di chirurgia orale diretto dal professor Claudio Marchetti e ovviamente il mio, di endodonzia.
Punti di eccellenza?
Dovendo indicarne solo alcuni, indubbiamente il reparto diretto dalla professoressa Piana per il trattamento dei pazienti disabili e con patologie rare e quello del professor Montebugnoli per i pazienti cardiopatici trapiantati/trapiantandi di cuore. Ho sottolineato questi due perché caratterizzano la struttura in quanto non esistono strutture, in particolare quelle private, che offrono questo tipo di assistenza.
Come funziona l’accesso alla cura?
Per questi due reparti siamo convenzionati con il policlinico Sant’Orsola e il Bellaria. Per le altre prestazioni offerte, per scelta, non siamo convenzionati con il Ssn; il paziente è in regime di solvenza diretta. I costi delle nostre prestazioni sono nella media dei dentisti privati della zona. Ovviamente per certe tipologie di pazienti abbiamo forme agevolate di pagamento. Tenga conto che attraverso le prestazioni a pagamento finanziamo molte attività del dipartimento e finanziamo buona parte dell’attività di formazione dei nostri studenti.
Di solito il paziente arriva senza appuntamento. È registrato e sottoposto alla prima visita poi, individuata la patologia, inviato nel reparto o nei reparti di competenza.
Trattiamo tutte le patologie odontoiatriche: dalla neoplasia alla carie. Tenga presente che tutti i reparti clinici svolgono attività didattica per il Clopd e per i corsi post-laurea, come il master e i corsi di perfezionamento. Poi, nei singoli reparti, esiste una lista d’attesa che comunque è breve, al massimo di qualche giorno.Nei reparti di prima visita viene curato il paziente in urgenza, quello che non può aspettare due-tre giorni. Prevalentemente i nostri pazienti arrivano dalla nostra regione, anche se sono parecchi quelli che ci sono mandati da colleghi di altre zone d’Italia.
Dovesse fare una classifica delle prestazioni più richieste?
Molto spesso le prestazioni sono collegate; si va dalla semplice visita per un controllo fino alla complessa riabilitazione con dieci-dodici impianti di pazienti già operati per neoplasia o trauma maxillo-facciale. Eseguiamo circa ventimila prestazioni l’anno. Generalmente ci concentriamo sulle patologie complesse e gravi. Consideri appunto che il nostro compito istituzionale è quello della didattica, della ricerca e della clinica finalizzata alle prime due attività.
Allora parliamo di didattica e ricerca.
Assistenza, ricerca e didattica di eccellenza sono collegate. I nostri dodici reparti forniscono assistenza, ma fanno soprattutto didattica e ricerca. Oltre alla didattica nell’ambito del corso di lauspeciale rea in odontoiatria e protesi dentaria abbiamo un nutrito programma di corsi di formazione permanente e master universitari che forniscono anche crediti Ecm (sessanta per ognuno dei sei master in programma). Spero di non risultare supponente sottolineando il fatto che siamo gli unici a livello italiano con una così dettagliata e diversificata offerta formativa. I master si caratterizzano per ottocento/mille ore di stage formativo interno: si lavora sul paziente e si fa teoria. Poi ci sono i corsi di perfezionamento, noi la chiamiamo “l’alta formazione”, che rilasciano circa quaranta crediti Ecm. Generalmente partecipano ai nostri master e corsi ex studenti, ma anche professionisti già affermati. Ai master, poi, sono sempre più numerosi gli odontoiatri provenienti da università estere. Nel 2008 hanno partecipato ai nostri master circa centocinquanta studenti.
Come siete considerati a livello italiano e internazionale?
Se prendiamo come parametro l’unico riconosciuto dalla comunità scientifica, ovvero l’Impact Factor - le citazioni delle pubblicazioni - direi che siamo molto considerati. Ma anche solo confrontando la nostra produzione in termini di articoli e ricerche scientifiche direi che siamo messi bene. Spesso per gli italiani è difficile riuscire a pubblicare su riviste “impattate”, con un Impact Factor, ovvero riconosciute dalla comunità scientifica internazionale come riviste serie e attendibili. La maggior parte degli editori in odontoiatria non sono italiani, in genere anglosassoni, e pure di parte. Nonostante questo le nostre ricerche sono pubblicate e spesso citate.
E questo avviene perché siamo una struttura piramidale che fa seriamente ricerca. Dietro a ogni pubblicazione c’è il lavoro di dieci-quindici persone, cioè di un team che lavora e programma e spesso soffre per ottenere risultati. Da sottolineare, sempre in tema di ricerca, il rapporto tra il nostro dipartimento e le aziende. Effettuiamo molte ricerche testando prodotti e attrezzature. Ricerche super partes apprezzate dalla letteratura, e anche dalle stesse aziende, proprio per questo.
GdO 2009; 4
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