Negli ultimi anni la malattia parodontale ha assunto un’importanza sempre maggiore, oltrepassando i confini dell’odontoiatria per arrivare a interessare ambiti della medicina interna o di altre discipline specialistiche. Grande impatto è derivato dalla recente scoperta della correlazione tra parodontopatie ed episodi flogistici sistemici associati a varie patologie o eventi avversi, anche gravi.
Ne parliamo con Claudio Gatti, presidente della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP).
Dottor Gatti, per quale motivo la parodontologia ha assunto un ruolo di primo piano nell'ambito delle scienze odontoiatriche?
La parodontite colpisce oltre la metà della popolazione e la maggioranza dei pazienti che si rivolgono agli odontoiatri italiani è ad alto rischio di malattia parodontale. Si tratta dunque di un’epidemia, pertanto la parodontologia interessa tutti gli specialisti del settore odontoiatrico, nessuno escluso. Se si pensa poi che la parodontite può essere modulata nell’insorgenza e nella progressione da diversi fattori di rischio (di qui la definizione di malattia multifattoriale), alcuni dei quali in comune con altre patologie sistemiche (si pensi al fumo), è evidente come l’interesse di ogni professionista del settore odontoiatrico si faccia ancora più grande. La reazione infiammatoria innescata dai batteri della parodontite alimenta una cascata di eventi che a livello sistemico si intersecano con malattie croniche come le affezioni cardiovascolari, il diabete, alcune infezioni polmonari o eventi avversi come il parto pretermine e la nascita di neonati sottopeso e persino con l’artrite reumatoide.
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doi: https://doi.org/10.19256/d.cadmos.03.2017.02
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