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30 Novembre 2018

Attivare finanziamenti delle cure a fine anno. Il prof. Pelliccia ricorda: ‘’attenzione anche alle implicazioni fiscali’’


Introdurre la modalità di finanziamento delle cure ai pazientiè sicuramente uno dei vantaggi competitivi delle modalità di pagamento che oggi possono essere adottate positivamente dallo studio odontoiatrico. Erano i primi anni '90 quando portai con una grande Banca internazionale il credito al consumo all’interno del settore odontoiatrico e ricordo ancora con una certa emozione quel grande momento di innovazione per il settore odontoiatrico a cui partecipai. Affrontammo da innovatori i temi giuridici e gli approfondimenti sulla cessione del credito delle cure, rapporto civilistico e responsabilità sui rischi, oltre a non poche difficoltà e barriere verso un cambiamento nel rapporto economico che tradizionalmente avveniva attraverso pagamenti ad personam.

Ma sono passati quasi trent’anni ed oggi questa modalità di pagamento che favorisce i pazienti con finanziamento delle cure, a volte anche ad interessi zero, è diventata in moltissimi casi una prassi per gli studi odontoiatrici. 

Sebbene i vantaggi del finanziamento delle cure siano notevoli, sia per il paziente e sia per il dentista, sotto il profilo economico, finanziario e fiscale va posta molta attenzione a questa modalità di pagamento che in questo preciso periodo dell’anno può essere svantaggiosa da utilizzare per tutti i liberi professionisti titolari di Studio monoprofessionale o che esercitano in forma associata. Infatti, quando il paziente sceglie la formula del finanziamento delle cure odontoiatriche, si genera un’entrata economica per il professionista che viene conteggiata nell’anno in corso, quindi entro il 31 dicembre 2018. Se a questa entrata non corrispondono proporzionalmente i costi della terapia finanziata dal paziente, perché le prestazioni con i costi maggiori verranno erogate nell’anno successivo, come ad esempio nella fase protesica, si genererà un ricavo "anomalo".  

Significa che nel 2018 il professionista avrà un ricavo viziato da un’entrata "maggiore"senza aver sostenuto i relativi costi, mentre nel 2019 sosterrà costi "eccessivi" senza la relativa entrata. Quindi pagherà più imposte del dovuto nel 2018, perché ancora non avrà detratto i ricavi, mentre nel 2019 avrà costi sbilanciati rispetto ai ricavi e dovrà fatturare di più.    



Naturalmente questo non significa che non si debba acquisire il paziente, basta saper bilanciare queste entrate con le spese, anticipandole perché pianificate da una modalità di pagamento più "sicura".  

Questa pianificazione è possibile se si possiede un minimo controllo di gestione che permetta di misurare i tempi operativi dei protocolli clinici con le entrate, con le spese e con le marginalità economiche e fiscali. È indubbio che tra i vantaggi della modalità di pagamento del finanziamento delle cure, il dentista percepisca subito l'intero importo e quindi possa pianificare le spese del suo bilancio, valutando bene di non dover pagare più "tasse" per una scorretta gestione degli incassi. 

In conclusione, sebbene la formula del finanziamento delle cure sia sicuramente molto utile per ridurre i rischi di insoluto e per facilitare il compito e le attività della segreteria, occorre sempre contestualizzare questa modalità di pagamento e dosarla solo quando è necessaria, soprattutto bilanciando le spese.  

Diversamente, in questo periodo di fine anno, può essere addirittura dannoso e controproducente, per cui sarebbe meglio chiedere un piccolo acconto e poi far accendere il finanziamento al paziente nell’anno successivo.  

Se la visita specialistica è stata ben svolta ed il paziente è consapevole e motivato, sarà sufficiente far compilare il Piano Terapeutico Contabile© con l'accettazione del piano di cure e far decorrere il finanziamento da gennaio, fatturando con un iniziale acconto minimo. In ogni caso è il Controllo di Gestione lo strumento ideale per ottimizzare il management dello studio dentistico e permettere i processi decisionali corretti. Nessuna compensazione con l’anno successivo sarà possibile una volta pagate le imposte per entrate maggiorate, ma artefatte dalla mancanza dei necessari futuri costi gestionali e produttivi. 
Le imposte una volta pagate sono pagate. 


A cura di: Antonio Pelliccia Prof.  Economia ed Organizzazione Aziendale. A c. Università Vita e Salute Ospedale S. Raffaele di Milano. A c. Università Cattolica del Sacro Cuore Roma Policlinico Agostino Gemelli - Consulente di Direzione per le Strategie di Impresa e per la Gestione Strategica delle Risorse Umane  

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