Il Sindacato degli ASO invita ed utilizzare i dispositivi di protezione indicati dai protocolli ministeriali. ‘’Stiamo lavorando per fare attivare le protezioni sociali ai lavoratori impossibilitati a lavorare’’
Il SIASO-Confsal, sul proprio sito internet -a seguito del DPCM dell’8 marzo- ha inviato le ASO che lavorano nelle zone interessate dal provvedimento restrittivo di astenersi dall’assistere il paziente se non vengono dotate degli strumenti di protezione personale idonei.
Segretario Fulvia Magenga, perché questa comunicazione?
In questi giorni riceviamo molte telefonate e messaggi di colleghe preoccupate perché negli studi dove lavorano non hanno a disposizione gli strumenti idonei di protezione personale. Per questo motivo abbiamo ritenuto necessario invitare quei lavoratori ad astenersi da un contatto diretto e ravvicinato con i pazienti.
Però le mascherine indicate dal Ministero della Salute come idonei alla protezione personale non si trovano?
Capisco il problema, ed è un problema serio, credo però che sia interesse di tutta la collettività prevenire il diffondersi del virus. Ho apprezzato molto l’appello lanciato dal presidente CAO di Lodi sulla necessità di fornire anche agli studi odontoiatrici strumenti idonei per la protezione degli tessi professionisti ma anche degli ASO. A questo proposito bisognerebbe interessare le ATS e lo stesso Ministero. E spero che questo avvenga al più presto. Senza questi strumenti, ritengo che lo studio debba limitare l’attività per garantire la sicurezza dei suoi collaboratori ma anche dell’odontoiatra stesso. Mi rendo anche conto delle problematiche economiche che gli odontoiatri potrebbero incontrare e chiedo che il nostro Governo preveda la sospensione dei pagamenti delle imposte e tasse e una diluizione del pagamento dei contributi per il personale dipendente. Che possa concedere anche ai professionisti con meno di tre dipendenti una sorta di cassa integrazione e magari anche una moratoria sui debiti bancari e finanziari (ad esempio sui mutui, finanziamenti e leasing).
Anche altri tipi di strumenti di protezione possono essere idonei?
Io mi attengo non solo alle disposizioni impartite non solo dal Ministero della Salute ma ancor prima dalla 81/08. Se lo studio adotta tutte le protezioni previste dal proprio DVR, non ci sono rischi e problemi. Ma l’81/08 non è un documento statico. Ogni volta che si presenta un problema (o un “quasi” problema) questo deve essere aggiornato e l’RSPP deve dare ai lavoratori nuove direttive. In questi giorni stiamo leggendo preziose direttive degli Ordini e direttive Ministeriali ma poi, se si entra nella vita quotidiana di ognuno di noi, mi vengono segnalati comportamenti inadeguati al problema che stiamo vivendo: non tutti ad esempio hanno capito che le mani si devono lavare, almeno prima e dopo ogni paziente. Se non si seguono le direttive del Ministero alla lettera, si mettono in difficoltà e in pericolo anche le persone vicine. Vede, io rappresento i lavoratori, e quindi potrebbe non essere un mio problema, ma se un ASO si ammala di Coronavirus mentre è in servizio e emerge che al lavoratore non erano stati forniti gli strumenti di protezione idonei, è il datore di lavoro che avrà seri problemi. La Federazione Regionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Lombardia, ha stilato uno “schema Coronavirus” che contiene raccomandazioni importanti che tutti gli operatori del settore devono leggere. Una preghiera personale a tutti i colleghi che fanno domande su FB e ottengono risposte da chi per mettersi in evidenza inventa procedure: per favore, attendete direttive autorevoli e considerate che ci sono raccomandazioni che solo il Ministero può fornirci.
Come SIASO come vi state muovendo?
Già oggi nelle zone interessate dal provvedimento il lavoratore può usufruire di ammortizzatori sociali e rimanere a casa. Stiamo, attraverso Confsal, richiedendo al Governo di attivare tutte quelle protezioni sociali, a cominciare dalla cassa integrazione, anche per gli studi professionali più piccoli. Poi capisco le problematiche per i nostri datori di lavoro, il suggerimento è anche quello di mettere in atto tutte quelle procedure legate al buon senso come ad esempio provvedere alle urgenze e rimandare gli appuntamenti che possono essere rimandati.
E sulla mobilità dei lavoratori cosa consigliate?
Su questo punto non è che si può consigliare, ci si deve attenere disposizioni del DPCM. Le indicazioni del Ministero degli Interni sono quelle che è possibile recarsi sul luogo di lavoro anche se si risiede fuori dalle zone in cui sono state attivate le restrizioni o se si risiede in una zona chiusa e lo studio è fuori dalle provincie indicate dal DPCM. Per dimostrarlo basta portarsi dietro una busta paga oppure farsi rilasciare una dichiarazione dal datore di lavoro che prova che lo spostamento è legato a motivi lavorativi, oppure compilare una auto dichiarazione che chi è preposto alla verifica vi fornirà. Sono esentati dal recarsi sul posto di lavoro coloro che sono sottoposti a quarantena, anche domiciliare, o che presentano i sintomi della malattia. Vi ricordiamo che siamo a disposizione di chi vorrà contattarci per avere delucidazioni e/o consigli in merito alla questione e vi ricordiamo che potrete contattarci inviando una mail a segreteria@siaso.it
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