Ecco la “verità” dell’imprenditore che dice: fino all’ultimo ha tentato di salvare l’azienda e tutelare i clienti. I problemi nascono nel 2023 quando alcuni collaboratori se ne vanno aprendo una nuova società nelle vicinanze
“Non sono un truffatore, non sono scappato, io sono la vittima”. A dirlo a Odontoiatria33 è Gianluca Taddeo, CEO della DoctorDent, lo studio di Mestre (VE) di cui la stampa Veneta, nei giorni scorsi, ha informato della chiusura e dei pazienti lasciati senza cure.
Taddeo, questa mattina, ci ha contattato chiedendo di poter chiarire e spiegare. “Sulla vicenda -ci racconta al telefono- si è fatto molto gossip dando un quadro che non è reale, io non sono scappato, non ho lasciato pazienti senza cure, ho dovuto chiudere per seri problemi personali e motivi finanziari”.
La prima informazione che raccogliamo è che la DoctorDent non era una catena in mano a nessuna finanziaria, in realtà lo studio di Mestre era di fatto l’unico sotto quel marchio, gli altri indicati sul sito erano stati dati in franchising a dei medici che poi hanno chiuso il rapporto con lui.
La società nasce nel 2008 e lui è l’unico proprietario, una delle prime società del settore dentale aperte grazie al decreto Bersani e ci dice anche di avere una lettera di complimenti da parte dell’ex Ministro. In questi 17 anni di attività oltre 19milioni di euro di fatturato e 16.800 i pazienti curati “e di questi a lamentare problemi sono stati 4-5, insuccessi in linea con qualsiasi studio dentistico italiano”, fa notare.
Le difficoltà nascono durante il covid, racconta. Se in altre provincie del veneto la crisi è durata poco, le industrie hanno lavorato o sono state per poco tempo chiuse, la maggioranza dei nostri clienti lavoravano a Venezia nel settore terziario e nel turismo. Nel 2021 abbiamo fatturato 300mila euro, l’anno dopo oltre un milione, ma i costi c’erano sempre “ma siamo riusciti a superare il periodo e riprenderci”.
Lo scorso anno un problema con la proprietà del palazzo di sei piani che ospitava la struttura. “Il vecchio proprietario, racconta, ha venduto ad una finanziaria, i rapporti si sono incrinati per una serie di disservizi (l’ascensore rotto per settimane che impediva ai pazienti di raggiungere i nostri studio al 6 piano) che ci hanno costretto a rimandare appuntamenti, a rimanere chiusi pagando il personale, abbiamo perso clienti con preventivi già firmati ed anche finanziamenti attivati che abbiamo dovuto restituire. Siamo andati in difficoltà economica. Volevo spostarmi in locali più piccoli ma poi sono sorti i miei problemi personali”.
Ma questa è storia recente, i veri problemi nascono nel 2023, racconta Taddeo, quando il gruppo degli operatori interni della DoctorDent, anche con ruoli importanti e centrali, se ne sono andati via contemporaneamente aprendo un altro studio poco distante e piano piano portando via i pazienti, inoltre non è stato facile trovare nuovi odontoiatri ed ASO, spiega.
“Poi sono arrivati i problemi personali che mi hanno impedito di seguire lo studio e costretto a chiudere. Ma non sono scappato. La chiusura è stata programmata da tempo, abbiamo informato i pazienti, finito le cure iniziate. Dovevo chiudere a fine dicembre, poi non siamo riusciti a finire i lavori iniziati ed ho continuato”.
Però i pazienti senza cure ci sono, pazienti che hanno attivato anche finanziamenti, facciamo notare.
“Non è vero. Ad oggi c’è una persona a cui abbiamo messo gli impianti che sarà protesizzata da un dentista della zona, a noi ha pagato solo l’intervento impiantare, un altro paziente a cui consegneremo a giorni la protesi ed un altro paziente che stiamo cercando di risolvere. Altro che scappato all’estero, ho tentato di salvare la DoctroDent ma non ci sono riuscito”.
Taddeo racconta che aveva anche contattato il Governatore Zaia, la presidente Meloni per chiedere aiuto a trovare un imprenditore disposto a rilevare lo studio “anche ad un euro”, aveva anche proposto ai collaboratori di rilevarlo, ma come ci ha raccontato, questi hanno preferito andare via ed aprire un nuovo studio.
Sul futuro dell’odontoiatria organizzata Taddeo è molto pessimista.
“Ci sono stati momenti in cui DoctorDent fatturava 300 mila euro al mese, oggi le spese per uno studio odontoiatrico come era il nostro, con 7 riuniti, sono troppe e la concorrenza è molta, soprattutto quella all’estero. Un medico in Albania prende 1.500 euro al mese con 20 euro a impianto, qui il peggiore vuole 250 euro a impianto. E poi fai a stare dentro con una pressione fiscale al 55, 60%?”.
“Sopravvivranno –dice- solo le grosse società finanziate da fondi oppure gli studi piccoli o di medie dimensioni gestiti dai soli odontoiatri che anche ci lavorano”.
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