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27 Settembre 2024

Restauro di una cavità di IV classe utilizzando una singola massa composita

Caso clinico con l'utilizzo di una massa del nuovo composito universale Venus Pearl Pure di Kulzer GmbH

di Edoardo Fossati

Dott. Edoardo FossatiDott. Edoardo Fossati

Ogni volta che un clinico si trova davanti a una frattura di un incisivo deve decidere se gestirlo con un tecnica restaurativa diretta o indiretta.

Scegliendo la prima opzione, e cioè un restauro diretto in composito, dovrà gestire innumerevoli difficoltà: prima di tutto avrà il compito di scegliere correttamente il colore, e le traslucenze, delle diverse masse composite; poi dovrà capire in che quantità mescolarle tra di loro per ottenere il giusto matching finale con la parte residua di dente e, infine, dovrà modellare un restauro di forma corretta.

Tenendo bene a mente, però, che la forma di un restauro è di gran lunga l’aspetto che va curato, perché l’occhio umano è molto più sensibile alle variazioni di forma rispetto a quelle del colore.

Di conseguenza la domanda sorge spontanea: sarebbe possibile eseguire un restauro di una cavità di IV classe utilizzando una singola massa composita in pasta potendosi così concentrare completamente sull’ottenimento di una perfetta forma finale?

Restauri di cavità di IV classe di 1.2 e 1.1


Una ragazza di 25 anni si presenta in studio qualche ora dopo una caduta in monopattino. Sono evidenti le fratture degli elementi 1.2 e 1.1. I frammenti degli elementi non sono stati recuperati, l’elemento 1.2 non presentava esposizione della polpa mentre l’elemento 1.1 mostrava una grossa esposizione di essa che ha costretto il trattamento endodontico di urgenza. (fig. 1-2)


Fig. 1


Fig. 2

Figg. 1, 2 Frattura degli elementi 1.2 e 1.1. L’incisivo centrale è trattato endodonticamente


Nello stesso appuntamento è stata rilevata un’impronta digitale necessaria per eseguire una ceratura diagnostica e una mascherina in silicone che guidasse la ricostruzione diretta delle cavità di IV classe. Nel secondo appuntamento viene montata la diga di gomma, rimosso il restauro provvisorio su 1.1 ed eseguiti due biselli sul margine incisale degli elementi da ricostruire. (fig.3)


Fig. 3

Fig. 3 Il montaggio della diga e la preparazione del bisello a livello del margine incisale fratturato dei due elementi


Lo smalto è stato mordenzato tramite acido ortofosforico per 20 sec e sciacquato per il medesimo tempo. Sul substrato smalto-dentina asciutto è stato utilizzato un adesivo universale applicato secondo le istruzione del produttore (iBond Universal; Kulzer GmbH) e soffiato in modo gentile prima della fotopolimerizzazione di 10 sec. (fig. 4)

Fig. 5

Fig. 4 Mordenzatura dello smalto con acido ortofosforico al 37%


Viene provata la guida palatina in silicone (fig. 5) e, dopo averne verificate precisione e stabilità, viene utilizzata per costruire la parete palatina del restauro 1.1 e 1.2 utilizzando un composito fluido universale e traslucente (Venus Bulk Flow One; Kulzer GmbH). Il composito fluido viene polimerizzato per 10 sec. (fig. 6)

Fig. 4

Fig. 5 La mascherina in silicone costruita a partire da una ceratura diagnostica eseguita dal laboratorio odontotecnico viene provata


Fig. 6

Fig. 6 Attraverso un composito fluido bulk ad alta traslucenza (Venus Bulk Flow One; Kulzer GmbH) vengono ricostruite le pareti palatine


La ricostruzione delle IV classi continua utilizzando un singolo composito compatto universale (Venus Pure Light; Kulzer GmbH) con cui viene eseguito un primo strato di dentina profonda e, dopo polimerizzazione per 20 sec, uno strato di dentina superficiale che copia l’anatomia interna dei mammelloni dell’elemento 2.1 e 2.2. (fig. 7-8)


Fig. 7

Fig. 7 Il primo strato di composito compatto (Venus Pure Light; Kulzer GmbH) viene applicato per rinforzare la parete palatina e per ricostruire la dentina profonda


Fig. 8

Fig. 8 Un secondo strato dello stesso composito compatto vene applicato andando a replicare l’anatomia dei mammelloni dell’elemento adiacente


Anche questo strato viene fotopolimerizzato per 20 sec e, nello spazio tra i mammelloni, viene posizionato il medesimo composito flowable utilizzato per la parete palatina (Venus Bulk Flow One; Kulzer GmbH). (fig. 9)

Fig. 9

Fig. 9 Per abbassare il valore nella zona incisale, tra i mammelloni viene applicato lo stesso composito bulk


Terminati i 20 sec di fotopolimerizzazione del composito fluido viene applicato un ultimo strato di composito compatto universale (Venus Pure Light; Kulzer GmbH) per terminare la modellazione dei due elementi. Al termine dell’appuntamento viene eseguita una rapida rifinitura attraverso dischetti, frese e gommini. (fig. 10)

Fig. 10

Fig. 10 La modellazione viene completata con un ultimo strato dello stesso composito compatto, con il quale si cerca di dare già una buona anatomia


Terminati i 20 sec di fotopolimerizzazione del composito fluido viene applicato un ultimo strato di composito compatto universale (Venus Pure Light; Kulzer GmbH) per terminare la modellazione dei due elementi. Al termine dell’appuntamento viene eseguita una rapida rifinitura attraverso dischetti, frese e gommini. (fig. 11)

Fig. 11

Fig. 11 Il risultato immediato ottenuto dopo una prima rifinitura


Terminati i 20 sec di fotopolimerizzazione del composito fluido viene applicato un ultimo strato di composito compatto universale (Venus Pure Light; Kulzer GmbH) per terminare la modellazione dei due elementi. Al termine dell’appuntamento viene eseguita una rapida rifinitura attraverso dischetti, frese e gommini. (fig.12)

Fig. 12

Figg. 12: A circa 30 giorni viene eseguita un’ulteriore rifinitura e lucidatura.

l controllo a 6 mesi mostra un’ottima integrazioni dei restauri e l’assenza completa di sintomatologia. (fig. 13)


Fig. 13

Figg. 13: Risultato finale a 6 mesi

Conclusioni
Eseguire un restauro diretto in composito di una cavità di IV classe utilizzando una singola massa non è sicuramente il gold standard. Avendo però a disposizione compositi universali di ultima generazione, con una grande capacità mimetica, si può comunque ottenere un risultato soddisfacente per il clinico, ma soprattutto per il paziente. Il limite di lavorare in monomassa in un settore anteriore è sicuramente l’impossibilità di riprodurre le tralucenze incisali. Se però si combina un composito compatto universale con dei compositi fluidi, magari dei supercolori, il compromesso si riduce drasticamente e i risultati che si possono ottenere saranno decisamente a maggiore valenza estetica.



Con il contributo non condizionante di Kulzer Gmbh



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