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29 Febbraio 2016

Turismo odontoiatrico. Questa l'esperienza di chi ci è andato raccontata da AltroConsumo


I recenti servizi de Le Iene e di Striscia la Notizia hanno riportato d'attualità il fenomeno del turismo odontoiatrico e riaperto la polemica tra media e professione che vede questi servizi come spot pubblicitari per le cliniche estere. "Mai si parla dei lati negativi che andare all'estero a farsi curare i denti possono comportare", dicono i dentisti italiani.

Difficile fare una fotografia obiettiva del turismo odontoiatrico a cominciare dalla stima di quanti siano gli italiani che si rivolgono per le cure ai dentisti stranieri.

Stando al recente sondaggio effettuato sui lettori di Dica33, che abbiamo presentato nel novembre scorso al Congresso AIOP sulle scelte degli italiani in tema di dentista, era emerso che il 2,2% del nostro campione si era rivolto per le cure all'estero, anni fa una ricerca condotta dal prof. Mannheimer per ANDI aveva indicato nel 4% la percentuale di italiani che si era rivolta ai dentisti stranieri e di questi la metà ha dichiarato che non ci sarebbe tornata. Considerando 60 milioni di italiani il numero dei pazienti che lasciano il nostro paese dovrebbe essere, quindi, intorno al milione secondo il nostro sondaggio, 2 milioni secondo quello del prof. Mannheimer. Non certo le cifre che ogni tanto si leggono sui quotidiani.

Ma come funziona veramente in quegli studi?

AltroConsumo aveva provato a capirne di più e nel 2009 pubblicò un'inchiesta sul numero di Aprile della rivista Test Salute.

"Per realizzarla - racconta a Odontoiatria33 Laura Filippucci (nella foto) responsabile dell'area inchieste- abbiamo proposto nel nostro sito un questionario, in cui invitavamo le persone, che si erano recate all'estero a curarsi i denti negli ultimi 3 anni, a raccontarci la loro esperienza".

In pochi giorni, racconta, "abbiamo raccolto la testimonianza di oltre 80 persone".

AltroConsumo ha vagliato i racconti e selezionando 15 persone invitate nella sede dell'Associazione consumatori per intervistarli. Si sono presentati in 11 e dai racconti hanno ricostruito la loro esperienza. Questi 11 pazienti sono poi stati inviati da un odontoiatra milanese che ha effettuato una visita per valutare la qualità delle cure effettuate all'estero.

"Dalle testimonianze delle 80 persone che ci hanno raccontato la loro esperienza -continua la Filippucci- è emerso il profilo di tre tiptologie di clienti: chi è andato all'estero perché si trovava già lì per altri motivi (lavoro, vacanza, etc...) ed ha avuto una urgenza; i clienti transfrontalieri, le persone che abitano nelle Regioni limitrofe; chi abita in Italia e decide di andare all'estero per risparmiare consigliato da amici o dalla pubblicità".

AltroConsumo si è concentrato prevalentemente sull'ultima tipologia di pazienti, quelli che ci sono andati per espressa volontà. Di questi una parte ci era andato in quanto ha un amico, un compagno originario del posto che lo aveva invitato a recarsi nel suo studio dentistico, in prevalenza piccoli studi odontoiatrici. Gli atri ci sono andati dopo aver cercato informazioni su Internet, visto delle pubblicità o consigliati da altri che si erano già recati all'estero per le cure. Gli studi scelti da queste persone sono sia di piccole dimensioni che vere e proprie cliniche odontoiatriche. Dai racconti è emerso, in alcuni casi, che dalla pagina web lo studio sembrava di grandi dimensioni ma nella realtà si è rivelato un normale studio monoprofesisonale. I Paesi scelti sono stati prevalentemente la Croazia, Slovenia e Ungheria.

"La motivazione principale che ha spinto queste persone ad andare all'estero -continua la Filippucci- è il prezzo ma non solo. Di fondo c'è l'idea che i prezzi in Italia siano esageratamente alti e non giustificabili. Queste persone si sono sottoposti a lavori piuttosto articolati di ricostruzione protesica: fissa mobile, impianti. Il ciclo di cure è stato in generale piuttosto breve, concentrando il tutto in 10 giorni, e la soddisfazione è stata molta".

Secondo il racconto delle persone emerge che il poter essere riabilitati in pochi giorni, una delle criticità portate dai dentisti italiani, è proprio uno degli aspetti che vengono più apprezzati, ovviamente dopo il prezzo. In termini di tariffe viene confermato che i costi oltre confine sono in media il 50% dei preventivi effettuati in Italia. Non trascurabile anche l'aspetto ludico, in un caso il posto è piaciuto a tal punto che la coppia di pensionati ha deciso di comprarsi anche casa.

Questi i motivi di soddisfazione rilevati da AtroConsumo:

  • Il più scontato ma anche quello più importante: sono andati con un problema e il problema è stato risolto.
  • Il rispetto dei tempi. In tutti i casi i dentisti hanno pianificato un piano di trattamento con una durata ben precisa e questa è stata rispettata. Il rispetto dei tempi per chi si trova fuori casa è un aspetto cruciale e questa è stato sempre rispettata. "In tutti i casi -racconta la Filippucci- i pazienti hanno avuto al sensazione che il dentista fosse lì per loro. Il fatto che vedessero realmente l'odontotecnico che preparava le protesi provvisorie e che queste fossero immediatamente pronte ha dato un'immagine di efficienza e di grande professionalità".
  • I prezzi. Dopo la prima seduta (in alcuni casi era stato fatto prima) il paziente aveva in mano un preventivo. Questo non solo era accettabile come importo, ma in nessun caso è stato chiesto un sovrapprezzo al termine dei lavori, anche se sono capitati degli inconvenienti.
  • In tutti i casi (tranne uno) hanno avuto la sensazione di essersi recati da dei professionisti bravi e preparati. In nessun caso sono rimasti delusi dopo che hanno conosciuto il dentista. Tutti hanno notato la grande pulizia e diversi hanno apprezzato la grande tecnologia e la sofisticatezza delle apparecchiature utilizzate. In diversi casi è stato ribadito: "nulla da invidiare agli studi italiani, anzi..."
  • I dentisti all'estero, dai racconti rilevati, sono molto gentili, affabili e attenti ai loro pazienti (è stato notato soprattutto da chi è andato da un dentista per stranieri).

E dal punto di vista clinico?

Le valutazioni effettuate dall'odontoiatra a cui i pazienti sono stati invitati a recarsi per effettuare una visita di controllo ha rilevato, dal punto di vista dell'estetica, dispositivi protesici di discreta qualità ed in tutti i casi le corone erano realizzate in ceramica.

Scendendo più nel dettaglio, in due casi, i ponti erano stati confezionati con un'anatomia tale da non consentire la loro detersione profonda, fatto che favoriva un consistente accumulo di placca. Le radiografie hanno mostrato sotto le corone denti con terapie endodontiche non perfette in quasi tutti i casi, con un caso che presentava una lesione attiva con fuoriuscita di pus. Le terapie, però, erano quasi tutte state fatte in Italia. Solo in due casi l'odontoiatra straniero ha ritrattato endodonticamente i denti prima di confezionare le corone, ma non ha atteso il tempo necessario al riscontro della guarigione radiografica della lesione prima di procedere con la protesi.

Queste, in sintesi, le criticità rilevate dall'odontoiatria italiano che ha ispirato i pazienti che si sono rivolti all'estero:

  • Scarsa informazione dei pazienti, per i problemi di linguaggio già a partire dai siti internet e per la non possibilità di avere, a causa dei tempi brevi, la presentazione di più possibilità di trattamento. Invece che attraverso un consenso informato, si è spinti a scegliere secondo percorsi un po' forzati, che possano essere realizzati nei tempi previsti dal turismo odontoiatrico.
  • Rischio di ottenere un piano di trattamento prettamente protesico, poco incentrato alla prevenzione e cura delle patologie della bocca, e al mantenimento della salute orale.
  • Rischio di ottenere un piano di trattamento incentrato a far tornare a casa il paziente con più denti possibili, a scapito di una certa razionalità nella programmazione dei manufatti.
  • Rischio di non avere idea di che tipo di materiali vengono utilizzati nello specifico (al termine impianto, come otturazione in composito, corrispondono prodotti di qualità diverse).
  • Non poter eseguire terapie che prevedono tempi lunghi e monitoraggio nel tempo, saltando subito a ciò che più si basa sull'apparenza, ovvero la protesi.
  • Non poter ricorrere prontamente al dentista in caso di problemi o complicazioni.

Ma alla fine che idea si è fatta AltroConsuno?

"Dalla nostra inchiesta -dice Laura Filippucci- è emerso chiaramente che andare all'estero a curarsi i denti conviene ma che c'è anche un altro lato della medaglia con concreti rischi. Bisogna anche dire che in Italia non è detto che si venga curati meglio, ma è molto probabile che si spenderà di più.

Le associazioni di categoria puntano molto sulla qualità dell'odontoiatria italiana, ma forse oltre a combattere l'abusivismo dovrebbero difendersi da quei colleghi poco professionali che, va detto, contribuiscono a danneggiare l'immagine dell'odontoiatra. L'aggiornamento e la professionalità devono avere degli standard garantiti".

Altro aspetto che la referente di AltroConsumo tiene a sottolineare è il problema dell'accesso alle cure odontoiatriche in Italia. "Ci si dovrebbe battere con più convinzione per ottenere una maggiore detrazione delle spese odontoiatriche, detrazione che dovrebbe arrivare almeno al 50% delle stesse. Sarebbe un ottimo aiuto per le famiglie italiane e, forse, eviterebbe a tanti di recarsi all'estero per effettuare le cure".

Speriamo che AltroConsumo voglia ricontattare, e visitare, a quasi 10 anni di distanza i pazienti sentiti per l'inchiesta per controllare i lavori, verificare se hanno avuto problemi e se per altre cure odontoiatriche sono tornati all'estero oppure si sono rivolti a dentisti Italiani.

Norberto Maccagno

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