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07 Marzo 2025

L’odontoiatria è sempre più al femminile, ma il ''potere'' è ancora gestito dai maschi

In occasione dell’8 marzo, Odontoiatria33 ha cercato di offrire una fotografia dell’odontoiatria italiana esercitata dalle donne

Norberto Maccagno

donne

Andando oltre il rametto di mimosa, l’8 marzo è da sempre il momento di bilanci sulla presenza ed il “potere” delle donne nei centri decisionali: sia nel mondo politico che in quello del lavoro. Nel mondo del lavoro, il 10° rapporto “Women in the workplace” rivela che nel 2024 per ogni 100 uomini promossi a ruoli dirigenziali, 81 donne hanno avuto la stessa opportunità. Dato che può essere letto anche come segno di cambiamento positivo.

Situazione decisamente più negativa se si considerano le donne nelle “stanze dei bottoni” della politica, anche in Italia, nonostante a capo del Governo ci sia per la prima volta una donna, la presidente Giorgia Meloni, e sempre una donna è a capo del primo partito d’opposizione, Elly Schlein del PD. Secondo il recente rapporto On Data (fonte ilpost), le donne rappresentano solo il 35% delle posizioni elettive a livello comunale o regionale. Inoltre, solo il 15% delle cariche di sindaco è ricoperto da donne. Nel ruolo di presidente di regione ci sono solo due donne su 20: Stefania Proietti in Umbria e Alessandra Todde in Sardegna. Le donne in Parlamento sono il 33%. 

Le donne in odontoiatria  

Come ha evidenziato nei giorni scorsi Odontoiatria33 analizzando i dati degli iscritti all’Albo degli odontoiatri, se il 70% dei 64.690 iscritti sono maschi, il rapporto comincia ad invertirsi considerando le nuove generazioni. Per la prima volta, nel 2024 il numero delle neo iscritte è stato superiore a quello dei colleghi maschi di 35 unità. Considerando gli iscritti all’Albo tra i 25 e i 29 anni, le professioniste (1959) superano leggermente i colleghi maschi (1902).  

Sul fronte degli esercenti (ricordando la difficoltà di ottenere un dato certo sul numero degli esercenti odontoiatri e degli studi attivi) viene in aiuto ENPAM. Secondo i dati degli iscritti alla quota B al 31 dicembre 2023, le donne sono 14.839, ovvero il 29,5% del totale (50.323).  

Altro dato raccolto da Odontoiatria33 (febbraio 2024) è quello delle donne che lavorano nel pubblico iscritte al SUMAI: 209 su 1500 iscritti.  

Decisamente più marcata la presenza femminile tra i medici dove, considerando gli iscritti all’Albo con meno di 50 anni, le donne sono sei su dieci mentre tra i medici con età compresa tra i 40 e i 49 anni, la proporzione sale al 64%: quasi due su tre. Nonostante la professione sia oramai al femminile, nel Comitato centrale, il massimo organismo FNOMCeO, su 19 componenti vi sono solo 2 donne, nel ruolo di consigliere. Anche se va ricordato che FNOMCeO ha avuto una presidente donna, Roberta Chersevani, eletta giusto 10 anni fa.  

Nella CAO nazionale di donne c’è solo la presidente Albina Latini, anche nella precedente CAO vi era una sola donna in consiglio. 

Non va meglio a livello provinciale, su 106 presidenti solo 7 sono donne: Marcella Pavese (Asti); Anna Maria Cardone (Pescara); Alba Latini (Teramo); Marta Mello (Torino); Laura Albertini (Trento); Margherita Rossi (Verbano Cusio Ossola). Le vicepresidenti sono invece 25. Nel precedente mandato le donne presidenti delle CAO provinciali erano 8, le vicepresidenti 18. A “rovinare” la media è la CAO di Torino dove le donne sono la maggioranza, 4 contro i 3 uomini, e le cariche apicali di presidente (Marta Mello), vicepresidente (Linda Genre) e segretario (Francesca Alessandro) sono tutte al femminile.  

La situazione non migliora considerando le principali Associazioni di categoria: una sola donna nel Consiglio nazionale ANDI (la segretaria Angela Rovera) mentre AIO ha eletto la tesoriera Mariagiovanna Cotugno ed in Consiglio di presidenza vi sono 2 donne. Nell’Esecutivo nazionale SUSO la carica di vicepresidente è stata assegnata a Stefania Saracino, unica donna in Esecutivo. 

Anche nelle principali Società scientifiche odontoiatriche italiane la presenza femminile, latita. Unica presidente in carica, Maria Grazia Cannarozzo alla guida di COI-AIOG, in consiglio altre 2 donne. La SIDO può e potrà contare sul Junior past president Ute Schneider-Moser, la segretaria Maria Francesca Sfrondini e la tesoriera Daniela Lupini, mentre saranno due donne le prossime presidenti: Daniela Garbo presidente eletto 2026, e la prof.ssa Ambrosina Michelotti, presidente eletta 2028.  

Nelle altre principali Società scientifiche del settore la presenza delle donne nei consigli direttivi è piùlimitata: AIC l’unica presente è la tesoriera Milena Cadenaro; AIE solo la segretaria Elisabetta Francini; SIdP la segretaria Silvia Anna Masiero, 3 donne nelle varie commissioni attivate; SIE può contare sulla coordinatrice della comunicazione Lucia Reggio e sul revisore dei conti Alessandra D’Agostino e sulla presidente eletto Katia Greco; SIDOC ha 3 donne in consiglio; SILO la segretaria Marina Consuelo Vitale, Francesca Cattoni in consiglio e Marisa Roncati responsabile della comunicazione; SIOH ha la vice presidente Annamaria Baietti, la segretaria Elisabetta Merigo e 2 consigliere ne Direttivo; SIPRO nessuna donna in consiglio di presidenza, nonostante il primo presidente sia stata una donna, e 6 nelle varie commissioni; IAO nessuna donna nel direttivo, 2 nelle commissioni; AIOP nessuna donna nel consiglio di presidenza e nelle commissioni.  

Sul fronte universitario la massima carica istituzionale è in mano alla professoressa Livia Ottolenghi, Presidente della Conferenza permanente dei Corsi di Laurea Magistrale di Odontoiatria e Protesi Dentaria.  

Per quanto riguarda i 38 Atenei sede di corso di laurea in odontoiatria (i dati sono riferiti al febbraio 2024), 13 di essi sono presieduti da donne mentre le “professoresse” med 28 sono 111 contro i 325 docenti maschi.  

Questi i “freddi” numeri della presenza femminile nel settore e nei posti dirigenziali. Numeri che presi singolarmente evidenzano una scarsa rappresentatività delle donne, anche se va ricordato che ad oggi la professione è ancora esercitata per il 70% da odontoiatri maschi. Il fattore di genere del gruppo dirigente che guiderà la professione nei prossimi anni non deve essere però visto con il pallottoliere in mano, con la logica dei freddi numeri e delle maggioranze. Il dubbio che sorge tutti gli anni, nel commentare i dati sulla presenza femminile nei posti dirigenziali, è sempre lo stesso: una dirigenza al maschile riuscirà a cogliere il cambiamento di genere in corso adattando la professione alle esigenze delle odontoiatre donne, che indubbiamente arriveranno ad essere la maggioranza della professione? Esigenze certamente diverse da quelle dei colleghi maschi.        

Sull'argomento leggi anche:

07 Marzo 2025 La rappresentanza femminile nei congressi di endodonzia: uno squilibrio persistente


Nota: I dati pubblicati sono stati raccolti direttamente da Odontoiatria33 grazie alla gentile collaborazione di varie fonti ufficiali (FNOMCeO, ENPAM, Collegio dei Docenti, SUMAI) e dai siti internet delle varie Società scientifiche ed Associazioni di categoria. Si prega i siti che giornalmente “prendono spunto” copiando il nostro lavoro, in questo caso di citarci come fonte nel rispetto del lavoro svolto. L’immagine è stata generata con IA.    

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