Le “chiacchierate” di Raffaele Lombardo con la sua Chiara diventano un libro ed un progetto LILT per promuovere sani stili di vita attraverso una corretta educazione all’affettività
Raffaele Lombardo (nella foto) è una delle persone più presenti e conosciute del settore dentale, soprattutto per chi frequenta la protesica: Direttore commerciale Italia della Rhein83, consigliere UNIDI.Nel 1994 si sposa con Chiara Granata, anche lei parte del settore dentale lavorando per la Neoss, ma il loro amore nasce quattro anni prima al liceo, da all’ora 34 anni sempre insieme poi l’arrivo di Giulia e Francesca e poi del nipotino.Il 10 febbraio 2024 la notizia terrificante del “colangiocarcinoma”, due mesi dopo la morte di Chiara.
Invece di “sbarellare”, parole di Raffaele, accende il computer e decide di mettere insieme i ricordi, ricordi che diventano ora un libro: “Condannato a sopravvivere: vivere o esistere?”, libro edito da TeamWork Media, di quel Peter Asselmann suo grande amico.
Un libro che racconta un grande amore evidenziando l’importanza della condivisione e della socializzazione e che diventa anche un progetto verso i giovani in collaborazione con la LILIT. Tutti i proventi del libro andranno a finanziare il progetto LILT “Chiara per i giovani”, tutte le spese di stampa sono state sostenute direttamente da Raffaele e dal suo grande amico fraterno Gioacchino Cannizzaro per permettere di donare il più possibile al progetto.
A pochi giorni dalla presentazione del libro e del progetto, abbiamo sentito Raffaele.
Un libro difficile da raccontare: la storia della vostra vita insieme, ma anche un diario e come scrivi, un colloquio continuo con Chiara. Tu lo descrivi come “una disordinata raccolta di parole e di emozioni”, riesci a sintetizzarlo in poche righe?
Sintetizzare le emozioni è impossibile perché non le ho controllate. La mia sensazione è che queste righe le abbiamo scritte insieme io e Chiara in un continuo dialogo che non è mai finito e mai terminerà.
Come è nata l’idea non tanto di scriverlo ma di renderlo pubblico. Nel libro riporti molti racconti personali anche intimi. Perché la decisione?
E’ vero, ci siamo spogliati di tutte le maschere che forse a volte abbiamo indossato nel quotidiano anche se personalmente cerco di essere sempre me stesso a costo di non essere simpatico a tutti. Non avevo alcuna intenzione di pubblicare questo scritto. All’inizio è nato come un dialogo tra me e Chiara e dopo ho pensato di stamparne pochissime copie e di regalarlo alle mie figlie ed agli amici più intimi ma Peter Asselmann ed altri amici che lo hanno letto in anteprima mi hanno spinto a pubblicarlo perché, a loro dire, può essere una bella lettura per tanti giovani.
Un libro che racconta del tuo amore ma anche della gestione del dolore e se mi passi il termine anche il saper gestire la malattia, il distacco, il dover ricominciare perché come scrivi, “the show must go on”. Quale messaggio vorresti che i lettori traggano dalla tua esperienza e dalle tue riflessioni?
Risposta difficilissima. Ognuno di noi vive un’esperienza di questo tipo in modo diverso e ripeto “vive” perché io non conosco la morte, non so cosa sia e non ne so parlare. Io conosco la vita e ne parlo. Io conosco l’amore e ne parlo. Ho dato un messaggio? Non lo so, non era il mio obiettivo. Ogni lettore percepirà qualcosa di diverso ma spero che si percepisca la gioia dell’amore, la gioia della vita, il desiderio di continuare a vivere non “nel ricordo” ma con la persona che ho amato e che continuerò ad amare e che sarà sempre in un cassetto del mio cuore, come mi ha detto una persona vicina a me. Si parla di “elaborazione del lutto” ma io, come dicevo, non so parlare di lutto, di morte, di dolore. Voglio continuare a dialogare con Chiara e voglio che continui a vivere perché Chiara è l’amore e l’amore è vita.
Un libro nato per caso che ora viene utilizzato come occasione per parlare di questi valori, soprattutto ai giovani. Ci racconti il progetto con la LILT?
Tutto nasce da una chiacchierata fatta con l’amica Paola Antonia Cerati, odontoiatra bolognese ma soprattutto amica e sostenitrice della LILT. Ci piace sognare e ci poniamo obiettivi nuovi e difficili e, per questo motivo, molto stimolanti. Con Paola e con la LILT abbiamo sviluppato un progetto rivolto ai giovani che ha l’obiettivo di promuovere sani stili di vita attraverso una corretta educazione all’affettività. Vorremmo provare a parlare con i ragazzi attraverso specialisti competenti e quindi affrontare un percorso che li ascolti e li sostenga nel loro cammino verso la maturità sociale e quindi li possa allontanare da dipendenze che sono spesso aprono la porta all’insorgenza di tumori.
Cosa significa per te sostenere un progetto come quello di LILT?
Con Chiara in trentaquattro anni abbiamo fatto tanti progetti ed abbiamo realizzato tanto. Questo è un nuovo progetto che stiamo facendo insieme e non sarà l’ultimo. In questo percorso non saremo soli, con noi ci sono tanti amici e sono sicuro che tanti altri si aggiungeranno.
La collaborazione con la LILT è un primo passo? Mi dicevi che stai pensando ad una fondazione?
Il progetto “CHIARA PER I GIOVANI” è solo all’inizio. Non so dove arriverà, non so a cosa porterà. Spesso mi piace dire che bisogna giocare per vincere. Questo è un bel gioco e vogliamo vincere ed a vincere è sempre la vita, a vincere è sempre l’amore. Ma soprattutto si vince insieme, si vince se si è in tanti.
Ora che il libro è pubblicato, la tua conversazione epistolare con Chiara continua?
Non più epistolare, almeno in questo periodo, in seguito non so. Parlo spesso con Chiara, ci sentivamo molte volte al giorno anche solo per un saluto e adesso continuiamo a parlare. Come dicevo è in un cassetto del mio cuore e questo cassetto si apre molto spesso, ascolto i suoi consigli. Siamo cresciuti insieme e ci lega un grande amore. Non ci serviva dirci tante parole, bastava uno sguardo, un gesto per capirci. Adesso mi basta pensarla, mi basta aprire quel cassetto per sapere se sto facendo la scelta giusta.
Potete acquistare il libro “Condannato a sopravvivere: vivere o esistere?” a questo link, tutti i proventi andranno a finanziare il progetto LILT "Chiara per i giovani".
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