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31 Agosto 2008

"Riscopriamo" la terapia ortopedica funzionale

di Aurelio Levrini


Questo numero, dedicato alla terapia ortopedica funzionale, ha lo scopo di richiamare l’attenzione del lettore su una branca fondamentale dell’ortognatodonzia. Osservando la più recente letteratura sull’argomento si ha l’impressione che oggi l’attenzione del ricercatore sia rivolta prevalentemente allo studio di tecniche meccaniche realizzate con dispositivi ancorati ai denti. Con quest’affermazione non si vuole sostenere che siano scomparsi gli studi concernenti la terapia funzionale, ma che sono diminuiti ed eseguiti solo da alcuni cultori di questa disciplina. Altri temi abbastanza discussi sono il momento d’inizio della terapia e la programmazione di uno o due periodi di cura. Alcuni studi recenti tendono a dimostrare la scarsa utilità della terapia in “due tempi” i cui risultati sono a volte sovrapponibili a quelli ottenuti con la terapia in “un tempo” eseguita durante un’età biologica più avanzata. Secondo queste tendenze si dovrebbero così rivedere e aggiornare alcune linee guida inerenti alla terapia intercettiva e quindi anche all’ortopedia funzionale, perché questa rappresenta spesso un primo ciclo preliminare e di preparazione alla terapia fissa.
Ci si può chiedere se lo stato attuale della ricerca permetta di affermare con certezza che in alcuni casi è corretto assistere all’aggravarsi di anomalie ortognatodontiche incipienti e astenersi dall’intervenire, perdendo le numerose opportunità offerte da una terapia in grado di modulare la crescita scheletrica craniofacciale. Come considerare, quindi, l’ortopedia funzionale, sia nel campo della ricerca sia in quello del suo utilizzo pratico? La risposta non è semplice e non potrà certamente essere esaustiva. Prima di tutto ci associamo a quanti affermano da tempo e con forza che l’ortodontista non deve essere schiavo di una sola tecnica e che i dispositivi funzionali non possono mancare nell’arsenale dei mezzi terapeutici a sua disposizione. Ma come e quando usarli correttamente nel nostro tempo dove si tende a valutare i risultati della terapia secondo il principio della medicina basata sulle prove d’evidenza clinica? È un tema che merita di essere discusso in maniera approfondita, cercando di impiegare il massimo rigore scientifico per ottenere più certezze e, quindi, un più sicuro e utile strumento di lavoro.



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