La tecnica del carico immediato come, secondo ASSO, dovrebbe essere spiegata ai pazienti. Nuovo approfondimento nella sezione contro le fake-news
Negli ultimi anni, la tecnica dei “denti fissi in 24 ore” ha guadagnato grande visibilità mediatica, diventando una delle soluzioni più richieste dai pazienti ed enfatizzata da numerose campagne pubblicitarie.
Ma cosa si cela dietro questa formula accattivante?
E come viene comunicata in modo chiaro e responsabile ai pazienti?
ASSO (Associazione Società Scientifiche Odontoiatriche) propone nella sua rubrica dedicata alla fake news, un approfondimento che può rappresentare un modello utile anche per i professionisti del settore da utilizzare verso i propri pazienti su siti e social.
Un approccio che punta sul dialogo e la trasparenza che può rappresentare un’opportunità per rafforzare il rapporto di fiducia con il paziente, promuovendo una comunicazione chiara, onesta e basata su evidenze cliniche. E questo è il fine della rubrica attivata da ASSO. In un contesto dove l’informazione è spesso frammentata o spettacolarizzata, il ruolo del dentista come guida consapevole è più che mai centrale a patto che l’informazione sia veritiera e supportata da evidenze scientifiche.
Cos’è il carico immediato e a chi è rivolto
La tecnica dei “denti fissi in 24 ore”, nota anche come riabilitazione a carico immediato, è indicata soprattutto per pazienti edentuli o con dentatura gravemente compromessa da carie, parodontite, mobilità dentale o infezioni. In un’unica seduta chirurgica, si procede all’estrazione degli elementi non recuperabili, all’inserimento degli impianti nelle zone con maggiore disponibilità ossea e all’applicazione di una protesi fissa provvisoria.
Il vantaggio?
Il paziente esce dallo studio già con una protesi estetica e funzionale, che consente di sorridere e alimentarsi (con cibi morbidi) fin da subito. Dopo alcuni mesi, una volta completata l’osteointegrazione, la protesi provvisoria viene sostituita con quella definitiva, più resistente e personalizzata.
La questione delle estrazioni: quando sono davvero necessarie
Uno dei dubbi più frequenti riguarda la necessità di estrarre tutti i denti. ASSO chiarisce che non si tratta di una scelta automatica o standardizzata. In alcuni casi, mantenere pochi denti mal distribuiti o compromessi può ostacolare la stabilità della protesi, aumentare il rischio di infezioni e complicare la gestione futura. In queste situazioni, una riabilitazione completa può essere la soluzione più razionale.
Al contrario, se sono presenti denti sani, ben posizionati e funzionali, il piano terapeutico deve puntare alla loro conservazione. L’obiettivo non è mai “togliere tutto”, ma costruire una strategia personalizzata che garantisca estetica, funzione e durata.
Diagnosi e pianificazione: il ruolo della visita clinica
Per stabilire se è possibile mantenere alcuni denti o se è preferibile una riabilitazione completa, è indispensabile una visita approfondita con radiografie e, spesso, una TAC. Questi esami permettono di valutare lo stato dei denti residui, la salute parodontale, la qualità e quantità dell’osso disponibile.
ASSO sottolinea anche l’importanza di considerare lo stato di salute generale del paziente: patologie sistemiche, terapie farmacologiche o condizioni particolari possono orientare verso soluzioni meno invasive, anche se meno stabili.
Le alternative al carico immediato
Quando la situazione clinica lo consente, esistono valide alternative alla tecnica dei “denti fissi in 24 ore”:
Conclusioni: personalizzazione e responsabilità clinica
ASSO invita i pazienti a non lasciarsi sedurre da slogan semplificati e a cercare sempre un confronto diretto con il proprio dentista. La tecnica dei “denti fissi in 24 ore” può offrire risultati eccellenti, ma solo se inserita in un percorso diagnostico serio e personalizzato.
“In molti casi –spiegano da ASSO- quando ci sono ancora denti validi, soprattutto in individui giovani, la strada migliore non è una riabilitazione totale, ma soluzioni più conservative che permettono di mantenere ciò che è ancora sano e integrare solo dove serve da un punto di vista funzionale o estetico”.
A questo link l’approfondimento di ASSO.
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