28 Luglio 2014

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Dopo le critiche di AISO verso l'operato delle associazioni sindacali e dell'Ordine sul tema delle lauree estere e della pletora odontoiatrica, AIO interviene sul tema denunciando che "il sistema di programmazione in Italia fa acqua da tutte le parti, il numero chiuso ha fatto il suo tempo, 2 mila riammissioni in blocco da parte del Tar per un difetto nello svolgimento del test in una sede ne sono la prova tangibile, ed altre ammissioni presumibilmente si aggiungeranno in autunno".

"L'accesso al corso di laurea di Odontoiatria oggi è un tema vitale per la professione -scrive AIO sul proprio sito-  tanto che Associazione Italiana Odontoiatri vi dedicherà il Congresso politico il 22 novembre prossimo a Roma".

Per AIO l'attuale programmazione non tiene conto del reale bisogno di dentisti da parte dei pazienti. Che sono troppi i 34 corsi di laurea in odontoiatria in Italia, il numero più altro di tutti i paesi europei fanno notare da AIO. E poi c'è la questione dell'Università albanese convenzionata con Tor Vergata.
Ma è soprattutto sulla qualità formativa che AIO lancia l'allarme. "Dei 34 corsi italiani pochi sono quelli i cui insegnamenti sono coperti da docenti di ruolo, e c'è carenza di tutor titolari, alcuni hanno pochi iscritti... dov'è qui la qualità?"

Come invertire la rotta?

AIO, continua la nota, "fino a ieri pensava che il consesso giusto per rispondere alla domanda fossero gli Stati generali dell'odontoiatria convocati dal presidente CAO Giuseppe Renzo", ma non è più così in quanto da alcune riunioni, fa notare il presidente AIO Pierluigi Delogu l'associazione ne è esclusa.
"E' un autogol per tutto il mondo odontoiatrico ritenere di poter fare a meno di una componente rappresentativa", dice Delogu. "La professione odontoiatrica, quella che ha ispirato la legge 409 - legge che storicamente ha vinto - e non quella di tutte le stagioni, è rappresentata più di tutti da AIO. Per questo siamo da tutti riconosciuti come i veri rappresentanti dell'Odontoiatria italiana moderna". "Perciò un consesso privato di alcune componenti odontoiatriche non si può chiamare oggettivamente Stati generali dell'odontoiatria", rimarca Delogu.

"AIO - conclude Delogu - andrà avanti per la sua strada, sulla formazione come sui ruoli di odontotecnici e igienisti dentali, e sugli altri temi, certa della propria credibilità, frutto dei tanti risultati per la comunità per i pazienti italiani e gli odontoiatri del mondo, e dei propri argomenti. Lo farà nel consueto rispetto delle altre forze della professione e senza mai perdere di vista i giovani colleghi. Ma non tollererà mai più che chicchessia utilizzi argomenti risibili per eludere i problemi da noi posti, o per non affrontarli".