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04 Dicembre 2017

Tutte le società sotto il controllo dell'Ordine e maggiore facilità di accesso alle cure odontoiatriche. Le conclusioni dal VII Congresso Politico AIO


Stesso rispetto della deontologia per società e professionisti, aumento detrazioni fiscali per i cittadini che affrontano cure odontoiatriche sono stati i due temi principali emersi durante il VII Congresso Politico dell'Associazione Italiana Odontoiatri svoltosi sabato 2 dicembre nella sala ENPAM di Roma.

Necessità di "regole uguali per tutti" che il presidente AIO Fausto Fiorile ha voluto rimarcare nel suo intervento conclusivo ricordando come non ci "devono essere esercenti la professione al di furori della deontologia e del rapporto con l'Ordine".

E lo sguardo va ovviamente alla possibilità di esercitare l'odontoiatria anche come società di capitale che in futuro, hanno ricordato da AIO, sarà probabilmente una modalità fondamentale di esercizio perché è sempre più complesso gestire uno studio, perché la qualità delle prestazioni è sempre più alta, perché serve innovazione tecnologica, perché le richieste da parte dei pazienti sono sempre più diversificate, ha ricordato il past president AIO Pierluigi Delogu.

Tra il 2005 e il 2015 gli studi dentistici gestiti da società anziché da singoli professionisti sono quasi triplicati sul territorio italiano passando da 800 a 2200 secondo i numeri dell'Agenzia delle Entrate (5 mila quelle attive al giugno 2017 stando ad una recente inchiesta di Odontoaitria33), sono i dati indicati da Delogu che ha voluto ribadire il no dell'associazione verso una deriva commerciale e la necessità di regole certe. E su questo fonte il Ministero della Salute porrebbe fare molto, almeno in termini di indirizzo verso la politica. E sul tema il generale Franco Condò (Consigliere del Ministro sui temi odontoiatrici) si dice propenso a proporre che il Gruppo Tecnico per l'Odontoiatria del Dicastero si occupi "non più solo di temi tecnici ma anche di organizzazione del sistema".

Ma la posizione di AIO verso le società non è quella di una chiusura netta.

In un panorama italiano dove le società di capitali sono il 5% degli esercenti l'odontoiatria solo una su dieci è società tra professionisti, il Presidente AIO lancia un endorsement per questa seconda modalità, sostenuta da un parere del Ministero dello Sviluppo come unica forma adeguata all'esercizio dell'attività odontoiatrica. "Solo le società tra professionisti danno corpo ai valori deontologicamente tutelati che ci siamo dati al momento di scegliere la professione odontoiatrica", ricordano da AIO ma questo non vuole dire, o chiedere, di mettere fuorilegge le altre società, ma di esporle alle stesse regole delle Stp, "perché la concorrenza sia vera e non falsata com'è ora", ribadisce Fiorile. "La previsione di un direttore sanitario odontoiatra per tutte le società indistintamente, chiesta e ottenuta da AIO nel testo della legge sulla concorrenza, è un'ottima cosa ma non può esaurire il problema costituito, nelle società di capitali, dalla prevalenza di risorse provenienti da fonti diverse dall'attività odontoiatrica, risorse che in certi casi di società spregiudicate e sostenute tra l'altro da un low cost spinto, dall'oggi al domani si sono prosciugate e hanno lasciato interi territori privi della società in questione ma anche degli studi monoprofessionali che in precedenza non ne avevano retto la concorrenza. Servono garanzie".

E queste garanzie possono arrivare se tutte le società, se i rapporti di forza all'interno di queste, sono "sorvegliate" dagli Ordini, organismi preposti a tutelare il diritto alla salute, come ha affermato Maria Maddalena Giungato - Avvocato Cassazionista in Roma.

E la necessità di maggiori garanzie e trasparenza serve anche per impedire che dietro a certe società non si nascondano illeciti fino a toccare infiltrazioni mafiose.

Le mafie, è stato ricordato, individuano i business emergenti e i settori più fiorenti per investendo somme ingenti di denaro anche allo scopo di attivare meccanismi di money laundering: "si investe nel mercato sano", in settori dove la domanda è alta, se ne trae un guadagno sicuro e "pulito", e si genera un flusso economico difficile da rintracciare". Recitava così a ottobre 2014 l'indagine AIO Eurispes Odontoiatria-Sistemi regionali a confronto sottolineando come il mercato del franchising odontoiatrico potesse essere un boccone interessante per la criminalità organizzata. Un anno e mezzo dopo, in Spagna i vertici di un'importante catena multinazionale, nota anche in Italia, sono stati indagati per frode e riciclaggio di capitali. E sempre a febbraio 2016 l'operazione Smile della Procura di Monza ha portato a provvedimenti cautelari per 21 persone, tra cui l'imprenditrice monzese Paola Canegrati in un'inchiesta, poi ribattezzata "Dentopoli", che ipotizza reati quali associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbata libertà degli incanti e riciclaggio per un gruppo imprenditoriale aggiudicatosi una serie di appalti pubblici in outsourcing volti a gestire servizi odontoiatrici negli ospedali.

E proprio su quest'ultima vicenda significativa è stata la presenza al Congresso Politico AIO del presidente della Commissione antimafia della Regione Lombardia, Gian Antonio Girelli, che ha confermato i rischi di scarsa trasparenza nella gestione in forma societaria delle professioni protette (a partire dallo scandalo portato in cronaca dall'Operazione Smile).

Ma il rilancio del settore deve passare soprattutto attraverso maggiori possibilità per i cittadini di accedere alle cure. Per questo uno dei temi centrali del Congresso Politico AIO è stata la sostenibilità alla cure, i livelli essenziali d'assistenza, che in odontoiatria la sanità pubblica copre sì e no per un sesto di ciò di cui ci sarebbe bisogno: su 8,7 miliardi di spesa totale secondo il rapporto Eures 1,7 nel migliore dei casi sono quelli spesi dalla mano del Servizio sanitario nazionale. L'On. Michele Pelillo deputato Pd e capogruppo in commissione Finanze, ha confermato che per aiutare pazienti meno abbienti ad accedere a cure odontoiatriche e prevenzione servono forme di defiscalizzazione. Alzare dal 19 al 50% le detrazioni Irpef per le sole spese "dentali" genererebbe un volano da un miliardo di euro per il settore dentale, 16.500 occupati in più e 4,5 milioni di pazienti odontoiatrici in più con un netto miglioramento della salute degli italiani. Ma genererebbe anche una spesa per il Fisco superiore al miliardo a fronte di entrate non altrettanto certe. Occorre selezionare categorie su cui il valore aggiunto della detrazione può essere decisivo e scaglionare le detrazioni per reddito. Un obiettivo su cui AIO è pronta a ragionare.

Tutti temi, che con la legislatura al capolinea potranno essere intercettati dal prossimo Parlamento visto che alcuni dei temi sono già entrati nella campagna elettorale.

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