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31 Marzo 2020

Studio odontoiatrico: ecco quanto costa tenerlo chiuso

Abbiamo chiesto a Massimo Depedri di ipotizzare il valore dei costi fissi di uno studio odontoiatrico di piccole, medie e grandi dimensioni e dell'impatto delle misure previste dai DPCM


In questo periodo di emergenza sanitaria, moltissimi studi odontoiatrici hanno deciso di chiudere ed anche quelli che gestiscono solo le “emergenze” hanno di fatto quasi azzerato le entrate.I vari DPCM, ed anche gli interventi di ENPAM, sia quelli legati a chi è in quarantena, che quelli futuri dopo il via libera dei ministeri vigilanti, hanno a messo a disposizione di imprese e professionisti per limitare i danni economici derivanti dalla chiusura obbligatoria a causa del contagio del Covid-19 (si veda il nostro approfondimento sull'argomento).

Ma questi interventi quanto riescono a sopperire il mancato incasso e le spese che lo studio, anche chiuso, deve fare fronte?Lo abbiamo chiesto a Massimo Depedri (nella foto), Consulente economico-finanziario e fiscale, esperto in Controllo di Gestione, iscritto all’Albo Unico dei Dottori Commercialisti e Ragionieri, co-founder di aula41 e co-autore, con Moyra Girelli, del libro “La contabilità dello studio dentistico” (Edizioni Edra).  

“Il problema principale che gli studi stanno affrontando in questo periodo è la copertura dei costi fissi in mancanza di incassi”, ci dice Depedri. “Un problema non da poco, il cui peso varia al variare delle dimensioni della struttura”. 

Per costi fissi, ci spiega, in questo caso specifico si intendono quelli che hanno come conseguenza anche un'uscita in termini monetari. “Non a tutti i costi, infatti, corrisponde anche un relativo movimento finanziario. Sono tali, ad esempio, gli ammortamenti o il costo annuo del T.F.R.”.

Nella gestione ordinaria di uno studio possono essere presenti, inoltre, pagamenti che non costituiscono costi, ci spiega il consulente. “Ad esempio –dice- in caso di stipula di un mutuo bancario per l'acquisto di un'attrezzatura per lo studio odontoiatrico, la relativa quota capitale di restituzione del finanziamento non costituisce un costo dello studio ma è una semplice restituzione di ciò che l'Istituto Bancario ci ha prestato. Non c'è dubbio però che ad ogni scadenza della rata lo studio deve aver incassato prestazioni odontoiatriche sufficienti anche per poter pagare tale quota”.

Uno studio di piccole dimensioni (titolare e assistente alla poltrona con funzioni anche di segreteria) ha un livello di costi fissi sicuramente inferiore a quello di una realtà di medie-grandi dimensione (più soci, collaboratori esterni, assistenti alla poltrona, impiegate area amministrativa) con differenti difficoltà nella copertura attraverso l'esecuzione e l'incasso di prestazioni odontoiatriche.

Per comprendere quale sia l'impatto dei suddetti costi, abbiamo chiesto a Massimo Depedri di ipotizzarli per tre tipologie di studio: piccola, media e grande struttura.  

“I dati indicati nelle tabelle sotto rispecchiano casi reali di studi operanti sul territorio nazionale che seguo”, dice Massimo Depedri.  

Sono state considerate le seguenti macro-categorie di pagamenti di costi fissi:

  • dipendenti, con esclusione della quota di T.F.R.;
  • affitti, noleggi e leasing per l'immobile, l'attrezzatura medicale, arredamento, …;
  • consulenza fiscale, del lavoro e gestionale (es. organizzativa, di controllo di gestione);
  • manutenzioni e riparazioni di beni strumentali per l'attività (compresi i canoni di assistenza);
  • utenze quali energia elettrica, riscaldamento, acqua;
  • altri servizi generici come le assicurazioni, pulizie, vigilanza, abbonamenti, pubblicità;
  • altri costi fissi generici tra le quali le imposte e tasse indirette (es. tassa rifiuti), cancelleria, quote associative, materiale vario di consumo;
  • altre uscite finanziarie: ove presente, è stata indicata la rata complessiva costituita da quota capitale e quota interessi di un finanziamento bancario.


Tabella caratteristiche dimensionali



VARIABILISTUDIO DI PICCOLE DIMENSIONISTUDIO DI MEDIE DIMENSIONISTUDIO DI GRANDI DIMENSIONI
Numero titolari/soci113
Numero collaboratori esterni (a percentuale)135
Numero assistenti alla poltrona246
Numero impiegate area amministrativa-12
Numero riuniti248



 Tabella costi fissi che producono anche una diminuzione di liquidità (valori mensili)



VOCE DI USCITASTUDIO DI PICCOLE DIMENSIONISTUDIO DI MEDIE DIMENSIONISTUDIO DI GRANDI DIMENSIONI
Dipendenti4.30010.30012.700
Affitti, noleggi, leasing4.5505.7208.600
Consulenza fiscale, del lavoro e di gestione5501.6503.000
Manutenzioni2501.3001.920
Utenze5807101.000
Altri servizi generici4808301.620
Altri costi fissi generici375610970
Altre uscite finanziarie9202.600-
TOTALE USCITE FISSE MENSILI12.00523.72029.810



Supponiamo, ora, di avvalerci delle seguenti tre soluzioni prospettate dal Decreto:

1) accesso alla Cassa Integrazione; il pagamento delle somme ai dipendenti è effettuato direttamente dall'INPS.

2) comunicazione di moratoria alla società di leasing per i canoni fino al 30/09/2020; per semplicità di calcolo, i costi indicati al rigo "Affitti, noleggi, leasing" sono riferiti unicamente a contratti leasing.

3) comunicazione di moratoria all'Istituto Bancario per le rate in scadenza fino al 30/09/2020.


L'impatto di tali scelte sulla liquidità mensile dello studio sarà - indicativamente - il seguente:



VOCE DI USCITASTUDIO DI PICCOLE DIMENSIONI (*)STUDIO DI MEDIE DIMENSIONI (*)STUDIO DI GRANDI DIMENSIONI (*)
Dipendenti---
Affitti, noleggi, leasing---
Consulenza fiscale, del lavoro e di gestione5501.6503.000
Manutenzioni2501.3001.920
Utenze5807101.000
Altri servizi generici4808301.620
Altri costi fissi generici375610970
Altre uscite finanziarie---
TOTALE USCITE FISSE MENSILI2.2355.1008.510
TOTALE  RISPARMIO MENSILE9.77018.62021.300


(*) Gli esempi riportati nelle tabelle sono stati volutamente semplificati nei calcoli 


Massimo Depedri conclude: “Il risparmio in termini di liquidità che si può ottenere - con esclusione della Cassa Integrazione - è unicamente uno spostamento delle scadenze: non si concretizza in un risparmio della spesa. Per questo motivo consiglio di elaborare un budget economico e finanziario (o di modificare quello esistente per chi avesse già provveduto nei mesi scorsi) per comprendere come affrontare e organizzare gli ultimi mesi dell'anno qualora non venissero prorogati i provvedimenti del Decreto”. 


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