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28 Ottobre 2011

Applicazioni cliniche dello sbiancamento dentale

di Debora Bellinzani


Un case report pubblicato dal Journal of Esthetic and Restorative Dentistry, pressoché unico nel panorama della letteratura scientifica, ha testimoniato come lo sbiancamento dentale con perossido d’idrogeno possa migliorare la condizione dei pazienti affetti da dentinogenesi imperfetta, e come uno strumento comunemente utilizzato per piccoli miglioramenti estetici possa trovare applicazione clinica.
“Il paziente descritto nell’articolo è un ragazzo affetto da dentinogenesi imperfetta che aveva 23 anni alla prima visita e che, dopo essere stato sottoposto a trattamento ortodontico, desiderava migliorare anche il colore dei propri denti” descrive Flavio Uribe, professore associato presso la Divisione di ortodonzia della University of Connecticut School of Dental Medicine di Farmington, negli Stati Uniti.
Gli odontoiatri hanno deciso di proporre al paziente come primo passo un trattamento non invasivo.
“Abbiamo così optato per uno sbiancamento domiciliare con perossido d’idrogeno al 14% raccomandando al paziente di applicare il gel per 15 minuti due volte al giorno per un periodo di due mesi” prosegue Uribe. “Sappiamo che il produttore consiglia di utilizzare il gel una sola volta al giorno, ma abbiamo valutato che in questo caso non vi fosse rischio di danneggiamento della polpa dentale. Al termine delle otto settimane il paziente presentava un sensibile miglioramento della gradazione di colore, specialmente dei denti mascellari, e lamentava sensibilità dentinale transitoria solo per un breve periodo di tempo dopo l’applicazione del gel. Abbiamo allora deciso di proseguire il trattamento con una sola applicazione al giorno per altri due mesi, al termine dei quali il miglioramento era ancora più evidente”.
L’aspetto più interessante, però, è il fatto che per la prima volta questi risultati si sono dimostrati duraturi nel tempo.
“L’unico case report mai pubblicato su un paziente con dentinogenesi imperfetta trattato con perossido d’idrogeno risale al 1995 e mostra risultati positivi, ma i suoi esiti nel lungo periodo sono sconosciuti perché i ricercatori avevano seguito il paziente solo nei sei mesi successivi al trattamento; il nostro paziente, invece, è stato seguito con visite periodiche per tre anni e mezzo durante i quali la gradazione di colore dei denti non ha mostrato peggioramenti rispetto al buon risultato ottenuto alla fine del trattamento. Ne concludiamo dunque che lo sbiancamento con perossido d’idrogeno può essere considerato come opzione nei casi di dentinogenesi imperfetta e, se efficace nel caso specifico, costituisce un trattamento non invasivo ed economico”.

Successful bleaching of teeth with dentinogenesis imperfecta discoloration: a case report
J Esthet Restor Dent 2011;23(1):3-10.

GDO 2011;12

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