Riflessioni personali del dott. Fausto Fiorile che vogliono essere un contributo "al fine di un costruttivo confronto, nel pieno rispetto delle Istituzioni e degli Organi tecnici”
In questi giorni il tema dei contagi da Covid 19 sul territorio nazionale sta riprendendo vigore. I numeri riportati dai telegiornali relativi ai tamponi eseguiti, alle percentuali di contagio e ai ricoveri negli ospedali ci stanno fornendo informazioni che il Virus, con tutte le varianti intervenute negli ultimi mesi, sta ancora circolando; e questo nonostante la stragrande maggior parte della popolazione sia stata vaccinata con due/tre dosi ed abbia inoltre in moltissimi casi anche contratto direttamente l’infezione.
Gli Esperti ci dicono anche, e per fortuna, che le caratteristiche di aggressività del virus sono profondamente cambiate, tanto è che oltre il 65% dei ricoveri annoverati come Covid19, si riferiscono a pazienti entrati in ospedale per altre patologie e scoperti incidentalmente anche positivi. Il dato aggiornato è che risultano positivi in tanti, ma moltissimi si evidenziano pressochè asintomatici o con manifestazioni cliniche modeste. La notizia confortante è che, fortunatamente, l’incidenza delle complicanze respiratorie che abbiamo visto in passato, risulta essere decisamente ridotta nei pazienti che stanno contraendo in questi giorni il covid, riferendosi le situazioni più gravi ad una fascia di popolazione tendenzialmente molto anziana con presenza di precedenti plurimorbilità.
I giusti provvedimenti per un ritorno alla normalità dopo le restrizioni di due anni di pandemia, con la naturale ripresa delle quotidiane attività che la vita ci riserva, eventi di massa compresi (concerti con oltre 150 mila persone, stadi stracolmi, spiagge affollate, locali pieni aperti un pò in tutt’Italia, ecc. ecc.), hanno consentito al virus di diffondersi in modo importante tra la popolazione. C’era da aspettarselo e sono certo che anche le decisioni prese dal governo partissero da questa consapevolezza.
Certo, tutti noi che abbiamo la responsabilità di seguire i nostri pazienti avendo cura di loro e della salute collettiva della popolazione, siamo perfettamente consapevoli che l’attenzione rispetto alla circolazione del virus non possa e non debba mai essere allentata nonostante le terapie intensive non sembrino essere fortunatamente interessate da particolari tensioni come invece accaduto nel corso del 2020 e 2021. Dobbiamo altresì essere scientificamente consapevoli che rispetto al contagio sono proprio le fasce più deboli della popolazione (anziani e pazienti con pluripatologie) a dover essere osservate e tutelate in modo particolare ed a loro essere rivolta grande attenzione.
Abbiamo imparato che quando radio, televisioni e giornali iniziano il tam tam mediatico come sta avvenendo in questi giorni, subito dopo si annunciano provvedimenti. Cosa aspettarci quindi dal Governo e dal Ministero alla Salute in termini di decreti nelle prossime settimane? Si parla di quarta dose (nuovo booster) con il vaccino Pfizer/Moderna e/o di un nuovo vaccino più specifico rispetto ad un virus che continua a cambiare e nei confronti del quale l’attuale campagna vaccinale non si è purtroppo dimostrata efficace rispetto alla diffusione del virus stesso.
Ora, fatta salva l’assoluta validità ed importanza delle profilassi vaccinali per prevenire il contagio da qualsivoglia agente patogeno a salvaguardia del singolo e dell’intera collettività, alla luce della problematica specifica Covid19, garantendo naturalmente la libera scelta di ognuno di potersi sottoporre alla somministrazione di una quarta dose di richiamo o addirittura probabile quinta dose non appena il nuovo vaccino in fase di approvazione sarà pronto, voglio affermare con grande chiarezza che l’ipotesi di una quarta dose obbligatoria per il personale sanitario e non solo, suscita in me una grande perplessità per almeno quattro ragioni:
1) Mai si è verificato prima di questa pandemia che fossero somministrati più dosi di vaccini in un intervallo di tempo così ristretto. Andare oltre le tre dosi di vaccino a cui si deve aggiungere in moltissimi casi una o più stimolazioni naturali del sistema immunitario verificatasi per una ulteriore infezione naturale, ritengo possa rappresentare un potenziale rischio per l’insorgenza di eventi avversi alla luce degli immutati concetti di immunologia oltre che delle recenti evidenze scientifiche emerse; rischio che ognuno di noi deve essere libero di voler correre. Un obbligo ulteriore per una quarta dose ritengo non sia plausibile dal punto di vista scientifico e giuridico anche alla luce delle recenti numerose sentenze della giurisprudenza.
2) Il personale Sanitario che tanto si è speso e prodigato con grande senso di responsabilità nelle attività cliniche degli ospedali nel momento di grave emergenza è stato giustamente elogiato e premiato. E’ ora paradossale che lo stesso personale, di fronte alla manifestata contrarietà all’obbligo vaccinale che ricordiamo scadrà come provvedimento il 31.12.2022, e che si preannuncia potrebbe essere ancora più forte in caso di quarta dose obbligatoria, sia invece additato come untore e spesso demonizzato il suo comportamento come irresponsabile. Stiamo vivendo oggi un clima di grande conflittualità all’interno della categoria e di tutta la comunità che ritengo debba assolutamente essere superato. E’ giusto privare il sanitario o qualsiasi altro lavoratore del proprio diritto al lavoro per una scelta che a mio avviso deve essere invece rispettata anche e soprattutto alla luce dei recenti studi scientifici?
3) Il nostro Servizio Sanitario pubblico è stato indirizzato in questi ultimi due anni verso un percorso estremamente pericoloso. Pensionamenti anticipati da parte di medici ed infermieri che fuggono dagli ospedali e dalla medicina territoriale, concorsi pubblici per posizioni sanitarie che vanno deserti, demotivazione diffusa, burnout, passaggio per molti sanitari dalla sanità pubblica a quella privata, stanno facendo emergere una situazione che presto potrebbe farsi esplosiva per il Sistema Sanitario Nazionale. Se l’ipotesi della quarta dose obbligatoria diventasse legge, non potremmo permetterci il lusso di continuare a lasciare a casa medici ed infermieri sospesi, oltre il termine del 31.12.2022, con un sistema di assistenza in chiara sofferenza dove serve invece l’aiuto di tutti.
4) Ritengo che in un contesto sanitario (leggi pandemia) profondamente cambiato rispetto a due anni fa quando la speranza che il vaccino potesse frenare la trasmissione del virus era diffusa anche tra gli esperti, da qui l’obbligo vaccinale per la categoria, il diritto di scelta di ognuno nel poter scegliere se sottoporsi o meno ad eventuali ulteriori trattamenti vaccinali debba tornare ad essere salvaguardato. Un diritto garantito dalla costituzione che non possiamo dimenticare. Ciò detto, condivido la mia riflessione al fine di un costruttivo confronto, nel pieno rispetto delle Istituzioni e degli Organi tecnici che in questo drammatico periodo hanno saputo affrontare con fermezza un’emergenza sanitaria di portata mondiale.
Fausto Fiorile, medico odontoiatra libero professionista in Trento
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