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20 Marzo 2020

I consigli dell’ADA a dentisti e pazienti

L’emergenza coronavirus è arrivata anche negli USA. L’ADA sembra adottare il modello italiano consigliando di seguire solo le emergenze. Ecco come l’Associazione consiglia i dentisti ed i pazienti

Cristoforo Zervos

Il tema del COVID-19 è di fondamentale importanza anche per la pratica odontoiatrica. L’ADA (American Dental Association), in collaborazione con il CDC (Centers for Disease Control and Prevention), sta informando sia i pazienti sia il personale medico, fornendo le risposte più professionali e credibili riguardo la pandemia in corso.

Al momento i casi segnalati di positività al COVID-19 negli Stati Uniti sono circa 5.600 e continuano a salire periodicamente. Per questo motivo l’Associazione consiglia i pazienti di rinviare gli appuntamenti non impellenti, in modo che gli odontoiatri possano organizzarsi al meglio e concentrarsi solo sui casi più urgenti.

Di seguito, abbiamo raggruppato le domande più frequenti e significative dei dentisti americani: 

Aderiamo tutti alle precauzioni standard per evitare l’infezione, i dentisti possono fare qualcos'altro per impedire la trasmissione del virus nei loro studi?

Alcune raccomandazioni di buon senso:

  • Screening/intervista dei pazienti riguardo viaggi internazionali, segnali o sintomi di infezione quando si aggiorna la loro cartella medica;·       Includere sempre la misurazione della temperatura corporea come parte della valutazione di routine del paziente prima di eseguire le procedure dentali.
  • Assicurarsi che i dispositivi di protezione individuale (guanti e mascherine) utilizzati siano adeguati alle procedure eseguite.·       Sterilizzare i dispositivi e gli strumenti dopo la cura ogni paziente.
  • Far risciacquare la bocca al paziente con acqua ossigenata all'1% prima di ogni appuntamento. Il coronavirus è vulnerabile all'ossidazione; questo ridurrà il carico salivare dei microbi orali.
  • Pulire e disinfettare frequentemente tutte le aree pubbliche degli studi, comprese le maniglie delle porte, le sedie, bagni ed eventuali pulsantiere (luce, interfono etc.) presenti nello studio 


Cosa si può fare riguardo alla carenza di mascherine protettive?

L'aumento della domanda mondiale di dispositivi di protezione individuale (DPI) ha provocato evidenti carenze negli Stati Uniti. La Food and Drug Administration (FDA) statunitense che regola e monitora la disponibilità di dispositivi medici, comprese le maschere, continua a controllare periodicamente la catena di approvvigionamento.Il 27 febbraio 2020, la FDA ha riferito di aver contattato 63 strutture che rappresentano 72 fabbriche in Cina produttrici di dispositivi medici essenziali. Diverse di queste strutture hanno riferito di essere state colpite negativamente dalla epidemia e di avere difficoltà con la forza lavoro, dovuta in parte alla necessaria quarantena dei lavoratori. Nonostante alcune evidenti difficoltà FDA ha però dichiarato di non essere a conoscenza di carenze diffuse specifiche, anche se il CDC e altri partner statunitensi abbiano visto un aumento vertiginoso degli ordini di alcuni prodotti medici. La FDA ha anche riferito che sta adottando misure proattive per stabilire e rimanere in contatto con i produttori di dispositivi medici al fine di salvaguardare l’approvvigionamento. 


Quali domande l’odontoiatra dovrebbe porre ai pazienti per identificare i loro sintomi e decidere se annullare un appuntamento?

L'ADA raccomanda di aggiornare la cartella medica del un paziente ad ogni visita. Queste domande di screening possono essere poste quando si confermano gli appuntamenti o quando il paziente si presenta per il trattamento medico. Le domande appropriate per lo screening dei pazienti per il coronavirus potrebbero includere una piccola intervista per capire se il paziente ha viaggiato all'estero negli ultimi 14 giorni o se è stato in stretto contatto con un'altra persona a cui è stato diagnosticato il COVID-19 evidenziando se il paziente ha tosse secca, febbre o problemi di respirazione.

In presenza di casi sospetti o conclamati sollecitare il paziente a contattare immediatamente il proprio medico curante o il dipartimento di sanità pubblica per determinare una eventuale visita o un test diagnostico.


Cosa succede se un paziente ha il virus, ma necessita urgentemente di cure dentistiche? Come procediamo per fornire assistenza?

Se un paziente è un caso confermato di COVID-19 ma richiede un trattamento odontoiatrico urgente, il dentista ed il medico curante del paziente devono collaborare per determinare le precauzioni appropriate caso per caso: questo approccio coordinato è fondamentale per garantire che il rischio di una potenziale diffusione della malattia tra pazienti, visitatori e personale sia mantenuto nella misura più bassa possibile. Poiché gli studi dentali non sono in genere progettati per eseguire tutte le precauzioni che può fornire invece una struttura ospedaliera, i dentisti ed i medici curanti dovranno determinare se la struttura è appropriata per un potenziale paziente infetto. Potrebbe essere necessario che il trattamento venga eseguito in un ambiente sanitario diverso che offra le protezioni adeguate.


Gli odontoiatri devono chiedere ai pazienti di aspettare nelle loro macchine fino a quando non è possibile trattarli, in modo che non siano seduti in sale di attesa affollate o aree di accoglienza?

Il CDC (Centers for Disease Control and Prevention) raccomanda il distanziamento dei pazienti quando possibile come modo efficace per ridurre la probabilità di trasmissione del coronavirus. Il 7 marzo 2020, l'agenzia ha aggiornato la sua definizione di distanza: "evitare raduni di massa e mantenere la distanza (circa 2 metri) dagli altri quando possibile".

Inoltre, l’ADA consiglia di utilizzare anche queste semplici regole:

  • Chiedere ai pazienti di arrivare in tempo per gli appuntamenti, piuttosto che troppo presto, poiché ciò ridurrà al minimo la quantità di tempo che trascorrono nella sala d'attesa o nell'area di accoglienza.
  • Rimuovere riviste, materiale di lettura, giocattoli e altri oggetti che possono essere toccati da altri e che non possono essere facilmente disinfettati.
  • Programmare appuntamenti per ridurre al minimo il possibile contatto con altri pazienti nella sala d'attesa.

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