Forse la "colpa" è la collaborazione con Altroconsumo ma AIOP sembra proprio intenzionata a affiancare alla propria natura di Società scientifica quella di paladina della buona odontoiatria a tutela del paziente.
Così oltre a dialogare con i cittadini per spiegare che i dentisti non sono tutti uguali e che, siccome curano le persone, bisogna sceglierli non sulla base del prezzo, eccoli, ora, calati nella parte di "associazione dei consumatori" e controllare se i materiali che utilizzano dentisti ed odontotecnici sono conformi con le norme e con quanto le aziende dichiarano.
"Non esageriamo, l'attività scientifica dei Soci attivi e del nostro Research Group è pienamente in attività e lo dimostrano i tanti articoli scientifici pubblicati sulle maggiori testate internazionali", dice ad Odontoaitria33 Fabio Carboncini presidente AIOP.
"Abbiamo però capito che fare comprendere al paziente che una corona deve chiudere a tot. micron è molto difficile mentre è più facile spiegare l'importanza della qualità se facciamo notare le differenze dei materiali utilizzati.".
Per fare questo AIOP ha appena concluso una ricerca sulle leghe dentali per verificare se i componenti dichiarati sulla scheda del prodotto sono realmente quelli presenti nel lingottino.
"Il progetto è iniziato un anno fa, ben prima della collaborazione con Altroconsumo: abbiamo acquistato le leghe dalle aziende, anche nostri sponsor, e le abbiamo fatte analizzare dal Dipartimento di Chimica Industriale dell'Università di Bologna, diretto dal Prof. Casagrande", continua Carboncini.
"Dalle analisi è emerso che quanto dichiarato corrisponde alla reale composizione chimica e fisica dei prodotti, ma questo ce lo aspettavamo, trattandosi di leghe prodotte e/o commercializzate da aziende molto serie. Purtroppo sappiamo che alcuni colleghi si fanno realizzare corone all'estero ed abbiamo voluto capire come erano realizzate".
Per verificarlo alcuni Soci Attivi dell'AIOP hanno rilevato quattro impronte o utilizzato modelli già pronti per la realizzazione di corone singole in lega ceramica, scelto su internet tre laboratori odontotecnici esteri, due in Cina (una in lega nobile e l'altra in lega vile gli elementi richiesti), uno in un paese europeo fuori dalla UE, ed uno in Italia.
"Quello italiano ci era stato segnalato da alcuni colleghi che avevano avuto esperienze negative, gli altri sono stati trovati casualmente tramite il web".
Appena ricevute, le corone sono state fatte analizzare.
"Le corone realizzate in Cina non hanno presentato problemi legati ai materiali ma non le abbiamo provate in bocca. Sul modello la precisione era il minimo ottenibile mentre l'estetica discutibile. Quella in lega vile l'abbiamo pagata 20 euro mentre quella in lega aurea 140 euro, a cui si sono aggiunti costi di trasporto proibitivi. Da quando abbiamo spedito l'impronta a quando abbiamo ricevuto la corona sono passati 15 giorni. Le corone, ovviamente, non erano provviste di dichiarazione di conformità".
Quella proveniente dall'Europa, ma da un paese extracomunitario (Carboncini preferisce non indicare da dove proviene in quanto, dice, ha conosciuto direttamente il vettore del laboratorio e potrebbe "non prenderla bene") ha rivelato una presenza di Nichel nella lega di oltre il 70%. "Anche tecnicamente era un disastro, sembrava una corona di quelle che si facevano decenni fa, con un moncone sfilabile assolutamente instabile ed anche l'estetica era insufficiente", commenta il presidente AIOP che aggiunge: "la corona presentava un margine vestibolare corto, iperesteso e sovra contornato distalmente e mesialmente: in bocca provocava un'ischemia spettacolare". (vedi foto sotto)
Anche in questo caso niente dichiarazione di conformità ma alla richiesta di un documento che certificasse il materiale è stata inviata una dichiarazione a nome del laboratorio.
"Parlando con il titolare ho appreso che non sono pochi gli studi odontoiatrici italiani che si fanno realizzare le corone da loro. Incredibile. E forniscono anche laboratori odontotecnici", commenta Carboncini.
Ma quella dell'analisi delle leghe sono solo una parte del lavoro che AIOP sta portando avanti sui materiali dentali, a Novembre in occasione del Congresso annuale verrà consegnato ai soci un opuscolo informativo scritto per i pazienti con informazioni sui vari materiali utilizzati per realizzare i dispositivi protesici e quali documenti, il dentista, deve consegnare una volta terminata la riabilitazione.
"Chiariremo anche -conclude Carboncini- che la differenza tra una riabilitazione protesica corretta e potenzialmente a rischio non la fanno solamente i materiali utilizzati ma principalmente la professionalità del dentista e dell'odontotecnico che produce il dispositivo protesico su nostra indicazione, però chi utilizza un materiale di qualità e sicuro, non può applicare tariffe eccessivamente basse".
Proprio con l'obiettivo di spiegare l'importanza di rivolgersi a professionisti "affidabili" e dell'importanza dei materiali nel successo della terapia, AIOP ha organizzato per venerdì 12 giugno, presso la Mondadori di Milano (Piazza Duomo), una tavola rotonda dal titolo "Qualità in protesi".
A questo link il programma.
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