La carie dentale è un grave problema di salute pubblica a livello mondiale ed è una malattia dispendiosa da curare - vale, nei Paesi industrializzati, circa il 5-10% del budget per la salute orale ed è il primo motivo di ricovero dei bambini in alcuni Paesi in via di sviluppo. Ma la carie è prevenibile facilmente, in modo semplice e con pochi costi per la popolazione.
Limitare i consumi di zuccheri semplici a meno del 10% del totale delle calorie ingerite - e idealmente a meno del 5% - minimizza il rischio di sviluppare lesioni cariose nel corso della vita. Strategie di sensibilizzazione della popolazione che vadano in questa direzione sono la chiave e dovrebbero essere una priorità alta ed urgente delle politiche di salute pubblica.
Ma tra le misure politiche che potrebbero avere un impatto c'è anche quella di agire su pubblicità ed etichettatura delle bevande zuccherate e di altre fonti dietetiche di zuccheri semplici.
Sono queste alcune delle indicazioni contenute nel documento di informazione tecnica e di indirizzo recentemente pubblicato dalla World Health Organization dal titolo "Lo zucchero e la carie dentale" per fare un punto su diffusione, cause e strategie preventive della malattia e favorire la diffusione nei vari Paesi di politiche di sensibilizzazione sulla popolazione.
"Circa la metà della popolazione mondiale è affetta dalla carie" si legge nella premessa del documento. Si tratta infatti della «malattia più diffusa tra le patologie non infettive (NCD) e, dal momento che rappresenta la prima causa di perdita di elementi dentali permanenti (2,3 bilione di soggetti) e la dodicesima per la dentatura decidua (560 milioni di bambini), è anche la condizione di salute più comune al mondo inclusa nel documento Global Burden of Disease Study del 2015".
La carie "influenza salute generale, benessere, relazioni sociali e stato economico» e «interessa tutte le età e tutti i gruppi socio-economici". La distribuzione nel mondo è disomogenea: "colpisce in modo non proporzionale le popolazioni povere e svantaggiate, che hanno meno accesso alla prevenzione e alla cura": infatti nei Paesi in via di sviluppo "un grande numero di lesioni cariose non viene curato e spesso i denti affetti da carie, se causano dolore, vengono estratti".
Alti livelli di carie dentale poi "si verificano nei paesi a reddito medio, dove il consumo di zuccheri è elevato". Il problema è anche che i costi economici legati alla malattia sono "imponenti: è stato stimato che, a livello mondiale, nel 2010 sono stati spesi circa 298 miliardi di dollari per i costi diretti delle carie dentali e circa 144 miliardi di dollari per spese sanitarie indirette, per un totale di 442 miliardi di dollari".
Ecco allora che "le strategie per ridurre il consumo di zuccheri semplici sono la chiave per la salute pubblica", anche perché rappresentano un intervento preventivo di basso costo. "Poiché la carie dentale è il risultato di un'esposizione permanente a un fattore di rischio alimentare (gli zuccheri semplici), anche una piccola riduzione del rischio di carie dentarie nell'infanzia è significativa nella vita successiva. È importante che gli interventi di prevenzione in tutta la popolazione siano universalmente disponibili e accessibili".
Ma "spesso, la carie dentale non riceve un'adeguata priorità nella pianificazione sanitaria a causa di una sottovalutazione del vero peso e dell'impatto della malattia. L'attenzione degli interventi è generalmente caratterizzata da un approccio di malattia isolato e da un focus sul costoso trattamento clinico, piuttosto che su strategie integrate a basso costo per la salute pubblica che riguardano intere popolazioni e la focalizzazione sui fattori di rischio comuni per le NCD". Infatti "interventi di salute pubblica dedicati alla prevenzione della carie dentale e delle altre malattie orali sono molto efficaci quando integrate con le altre strategie preventive e di controllo delle altre malattie non infettive, sulla base del principio di tenere sotto controllo i rischi comuni e i più importanti determinanti di salute".
Tra le misure "dovrebbe inoltre essere incoraggiata l'attuazione di strategie di sanità pubblica per promuovere l'esposizione appropriata e l'uso del fluoro" anche se, continua il documento, "affrontare la causa (cioè zuccheri semplici) rimane essenziale per prevenire e ridurre la carie dentale". Per questo Who suggerisce anche una serie di politiche di impatto:prevedere una "tassazione delle bevande zuccherate e degli alimenti con un alto contenuto di zuccheri semplici e un'etichettatura nutrizionale chiara; regolare tutte le forme di marketing e pubblicità di alimenti e bevande ad alto contenuto di zuccheri liberi per i bambini attraverso l'uso di un modello di profilo nutrizionale che aiuti a identificare tali prodotti; migliorare l'ambiente alimentare nelle istituzioni pubbliche; rimuovere tutte le bevande zuccherate-dolcificate dalla vendita nei luoghi pubblici; rendere prioritario aumentare la consapevolezza e l'accesso all'acqua pulita come bevanda sicura per i denti".
Francesca Giani
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