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23 Settembre 2014

Nuove tecnologie nel dentale: una rivoluzione inevitabile (e necessaria) e non solo dal punto di vista dell'informazione


Nel 1984 in uno degli ultimi Congressi del Pci a cui Enrico Berlinguer prese parte si discusse di come le nuove tecnologie avrebbero influenzato il modo di far politica. A capire come il partito doveva considerarle e se considerarle.
24 anni dopo un afroamericano diventa presidente degli
Stati Uniti grazie alla campagna elettorale svolta sui social network. Oggi il nostro presidente del Consiglio detta l'agenda politica attraverso Twitter.

Era il 1999 quanto incominciai, sul Giornale dell'Odontoiatra,
a scrivere di odontoiatria. Internet, nel settore dentale, era agli albori. Pochi siti, prevalentemente di associazioni di categoria, pochi utenti.

L'informazione professionale correva, si fa per dire pensando alle Poste, grazie alla carta e con i tempi della carta.
Dopo neppure dieci anni informare i dentisti su norme ed attualità attraverso la carta diventò una missione inutile.
Nonostante il GDO fosse un quindicinale (poi trasformato in mensile), quando il dentista leggeva la notizia questa era già vecchia, già raccontata dal web, ampiamente superata dall'attualità.
Non che prima non lo fosse, ma nessuno ci faceva caso. Il settore conosceva e viveva la vicende che interessavano la professione sempre in ritardo di un mese.

Oggi viviamo in un'epoca in cui il ciclo delle notizie non è più mensile, settimanale o giornaliera: è all'istante. Non è più pensabile raccontare il settore dalle pagine di una rivista mensile e non solo per la cronaca o l'attualità ma neppure per gli approfondimenti. E per un editore, non serve più essere presente sul web per essere seguito.

Se solo 5 anni fa bastava un nome accattivante, cercare un grafico che creasse un bel sito e scopiazzare informazioni prese qua e là dalla Rete per avere un buon numero di visitatori, oggi non è più così.
App e siti internet invadono i nostri device, le nostre caselle di posta elettronica ma gli utenti non hanno più tempo per starci dietro, per leggere tutto. La differenza, oggi, tra essere letti e non letti la fa la qualità dell'informazione proposta. Regola che vale per i grandi siti internazionali ma anche, e forse ancora di più, per l'informazione professionale.

Il dentista si informa attraverso il web dal proprio studio ma non ha tempo ed allora lo fa selezionando le fonti, andando solo sui siti che gli forniscono le informazioni che giudica interessanti ed affidabili.
Discorso diverso per l'informazione scientifica che ha necessità della carta per essere divulgata e raccontata. Carta e nuove tecnologie che poi tornano a sposarsi quando si parla di formazione che oggi si chiama prevalentemente Fad.

Perché devo fare centinaia di chilometri per seguire una conferenza quando comodamente, in studio, posso aggiornarmi su di una rivista ed approfondire l'argomento, magari confrontandomi in tempo reale con l'autore, via web?

Questi sono tutti elementi che emergono dalla ricerca che Edra-Lswr ha voluto realizzare per capire come i dentisti si stanno avvicinando alle nuove tecnologie, per informarsi, per aggiornarsi ma anche per meglio curare i propri pazienti, e come i cittadini utilizzano web e social network per cercare, capire, parlare e controllare il proprio dentista.

Alcuni dati che presentiamo sono stati raccolti per la prima volta e ci danno un quadro molto interessante, confermando alcune sensazioni e confutando certezze.

Ribadiscono che non sempre il dentista conosce le richieste, il modo di pensare e di agire del proprio paziente (si guardi quanto la pubblicità è considerata dai cittadini e di contro quanto sia temuta dal dentista oppure il fattore prezzo). E neppure sembra percepire a pieno il valore, l'opportunità che il cambiamento favorito dalle nuove tecnologie stanno portando nella professione. Una rivoluzione che sta avvenendo in tempi estremamente brevi, in tempi infinitamente brevi.

Non considerando, poi, che le nuove tecnologie (sintetizzo quanto disse Berlinguer 30 anni fa in quel congresso che cito all'inizio), non sono né buone né cattive. La differenza la fa chi le usa e come le usa.

Norberto Maccagno
Direttore Editoriale Odontoaittria33

Sull'argomento leggi anche:

23 Settembre 2014: Gli italiani si fidano dei dentisti ma quasi la metà ne ha cambiati almeno 3. Il passaparola è determinate per la scelta del dentista e la chiarezza delle informazioni determinante. Poco convincente la pubblicità

23 Settembre 2014: Il dentista e le nuove tecnologie. Poca pubblicità ed attenzione verso le innovazioni cliniche, ma con sospetto

23 Settembre 2014: Le riflessioni di un odontoiatra

23 Settembre 2014: Costruiamo assieme il futuro


 

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