Aiutatemi a fare due conti. Secondo l'Agenzia delle Entrate i medici e i dentisti con partita iva sono circa 170 mila. Quanti di loro nel 2017 hanno effettuato almeno una fattura ad un paziente dovevano entro il 31 gennaio inserire nel Sistema Tessera Sanitaria una serie di dati riferiti al paziente ed al compenso percepito per la prestazione resa.
L'obbligo è in vigore da alcuni anni.
Anche quest'anno l'Agenzia delle Entrate ha concesso una proroga (di otto giorni), proroga annunciata a poche ore dalla scadenza. E come sapete bene, ottemperare a questo obbligo non è immediato, non è un foglio da portare in un ufficio, un modello da compilare telematicamente, un bollettino da pagare. Qualche anno fa, Odontoiatria33 aveva calcolato che per ogni fattura da inserire (se organizzate prima) nel StS ci volevano almeno 4-5 minuti, salvo che non utilizziate un software gestionale per la vostra contabilità: in questo caso l'invio è quasi immediato. Ma sappiamo da ricerche di settore che ancora il 40% dei dentisti consegna fatture fatte "a mano". Quindi, per chi non ha ancora inviato nulla, il rischio è che gli 8 giorni di proroga siano pochi.
Ma non è sul fatto che l'amministrazione finanziaria ha deciso di prorogare la scadenza a poche ore dal termine ultimo, di fatto aiutando solo chi, del rispetto della norma, se ne era infischiato, e mortificando chi invece si era attivato per tempo per adempiere a quanto imposto.
La considerazione che voglio condividere con voi è la nota che l'Ispettorato Generale per la Spesa Sciale ha inviato a poche ore dalla scadenza alla FNOMCeO evidenziando che "al 31/1/2018, rispetto alla situazione precedentemente comunicata, la percentuale di medici iscritti all'Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri che sta inviando i dati è pari al 51%". "Pertanto -continua la nota- si chiede di sollecitare i medici all'invio dei dati nei nuovi termini previsti". (8 febbraio NdR).
Per capirne di più ho telefonato all'ufficio che in IGESPES segue la partita del StS chiedendo dei dati più dettagliati. Ufficio che ci ha risposto che i dati li forniscono alla FNOMCeO. Allora ho chiamato FNOMCeO che mi ha comunicato che di dati non ne avevano e comunque avevano sollecitato gli iscritti.
Lasciamo stare l'obbligo di trasparenza della pubblica amministrazione e concentriamoci sull'unico dato disponibile, quel 49% di iscritti che a poche ore dalla scadenza non avrebbe ancora fatto nulla.
Eppure le sanzioni sono veramente importanti: da 100 euro per ogni fattura non caricata fino ad un massimo di 50 mila euro. Quindi se non sbagliamo i calcoli, ad essere in difetto con la legge prima della proroga, sarebbero stati circa 83 mila iscritti: il che vale almeno 8 milioni di euro se ogni iscritto non ha inserito una sola fattura. Fate voi i conti se viene invece applicata la sanzione massima di 50 mila euro.
Certo la comunicazione del MEF nei confronti della FNOMCeO, chiedendo di avvisare gli iscritti, rientra nel modello di compliance che l'amministrazione finanziaria sta adottando da anni: prima ti avviso poi ti sanziono.
Ma poi a pensare male fai in fretta e ti chiedi, ma negli scorsi anni quanti hanno inviato in dati? Qualcuno ha mai sentito parlare di medici o dentisti sanzionati?
Ed allora ti ricordi le polemiche nate all'indomani della norma, di quello che i sindacati di settore dicevano: lo Stato non può chiedere al contribuente un doppio onere burocratico sugli stessi dati (invio Spesometro ed invio StS) non è legale.
Non è che alla fine, quella dell'obbligo di invio dei dati al StS -così come l'obbligo del Pos, dell'ECM e di altre norme senza sanzione- rimane un obbligo sulla carta ma non nei fatti e l'amministrazione finanziaria non vuole attivare sanzioni per non doversi difendere nei ricorsi?
Con buona pace, sempre, di chi invece le norme le osserva e rispetta. (vai alla notizia)
Non è lo strumento l'ignorante (inteso come colui che non sa)
Non è mai bello commentare un editoriale, che di fatto è già un commento. Faccio una eccezione per quello del prof. Giovanni Lodi pubblicato sul numero di Dental Cadmos di febbraio.
Il prof. Lodi, partendo da una vicenda personale, riflette sull'abitudine dei pazienti di recarsi dal medico già con la diagnosi fatta online e mettendo in discussione quanto il medico propone, se differisce da quanto letto in rete.
Sul tema da tempo è aperto un dibattito che mette sotto accusa Google, Facebok e gli atri social.
Ma perché dare la colpa allo strumento informatico che per natura è uno strumento? Google allo stesso tempo ti indica la direzione da seguire per andare al ristorante, la classifica del campionato di serie A e i commenti di fanatici su vaccini o altre questioni legate alla salute. Internet è uno strumento fantastico, ma sempre di strumento si tratta. Anche con l'auto ti schianti, ma la colpa è di chi la guida.
Le considerazioni che voglio ovviamente fare da paziente all'interessante editoriale del prof. Lodi partono dal notare come vi sia, comunque, una sfiducia latente nei confronti del medico o almeno la voglia di confrontare il suo parere con altri. Ai tempi analogici lo facevamo con gli amici o al bar: "dottore, mi hanno detto che con questo farmaco o intruglio gli è passato tutto, lei che dice?".
Ora lo facciamo utilizzando internet, ma il problema non è Google o Facebook, che ripeto sono solo strumenti, ma di chi li usa.
Facebook non dice nulla, è chi posta che dice cose, e non sempre quelle cose sono vere. E' sapere valutare, o avere voglia di farlo, se quanto leggiamo è corretto, che fa la differenza tra un credulone ed uno che vuole informarsi ... e questo non solo sulle terapie da adottare per curarsi. (vai all'editoriale)
Pene per abusivi e prestanome quasi operative
Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale numero 25 del 31 gennaio 2018, dal 15 febbraio 2018 la legge in materia di sperimentazione clinica di medicinali, disposizioni per il riordino delle professioni sanitarie, che prende il nome dal Ministro Lorenzin, diventa operativa. Tra le norme che entreranno subito in vigore le nuove pene per abusivi e prestanome. (vai alla notizia)
Linee guida su diagnostica radiologica odontoiatrica in età evolutiva
Il Ministero della Salute è pubblicato le Linee guida su diagnostica radiologica odontoiatrica in età evolutiva. Obiettivo fare il punto su quanto la comunità scientifica ha potuto analizzare e dimostrare in materia. (vai alla notizia)
Norberto Maccagno
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