Uscire di casa solo se strettamente necessario. E’ questo l’invito che in questi giorni politica ed esperti stanno diffondendo per cercare di contenere la pandemia.Nonostante i DCPM e le delibere di Regioni e Comuni elenchino le cose che si possono fare e quelle da evitate (ma non ci è sempre chiara la ratio utilizzata nel decidere), il concetto dello “strettamente necessario” è indubbiamente soggettivo se non espressamente indicato.
Sabato 17 ottobre, il giorno prima del DCPM con la nuova stretta anti Covid, mia moglie appena tornata dal parrucchiere mi racconta come la titolare le abbia detto che la conseguenza degli articoli che preannunciavano le misure del nuovo DCPM, tra le quali la possibile chiusura dei parrucchieri, avevano avuto la conseguenza di un aumento delle telefonate per prendere un appuntamento, costringendola a tenere aperto per tutta la settimana qualche ora in più del dovuto per soddisfare più persone possibile. A quanto pare, per molte signore, l’incubo di un nuovo lockdown si è manifestato sotto forma di ricrescita, ed hanno tentato di prevenire.
La versione odontoiatrica della situazione è stata leggere, in alcuni post delle vostre pagine Facebook, come l’ansia, la paura provocata da questi legittimi e necessari inviti alla prudenza per evitare il diffondersi del contagio, hanno convinto alcuni dei vostri pazienti a disdire gli appuntamenti.
Che andare dal dentista, salvo non si abbia male o un problema impellente, non sia in cima alla classifica delle priorità degli italiani lo sappiamo bene. Ora, però, con il Covid si aggiunge anche la variabile della paura da contagio. La conferma arriva da una indagine di Key-Stone che sonda il possibile impatto della pandemia da Covid-19 sulla decisione di rinunciare al dentista delle famiglie italiane.
Da una parte i dati confermano quanto già si sa: la decisione di recarsi dal dentista è influenzata dalla disponibilità economica. Quindi in un periodo d’incertezza come l’attuale, per le spese non considerate necessarie o urgenti, molti preferiscono aspettare. E da sempre, per molti, quelle odontoiatriche, in quanto a priorità, vengono spesso persino dopo il nuovo modello dell’iPhone.
Ma il sondaggio di Key-Stone porta un dato decisamente nuovo ed interessante: quanto incide sulla rinuncia la paura di essere contagiati. Fatto 100 le famiglie che rinunciano, quelli che manifestano l’intenzione di voler rinunciare ad andare dal dentista per paura di “prendersi il Covid” sono il 40%.
Dato decisamente alto se consideriamo che il restante 60% di pazienti che dichiara di voler rinunciare per problemi economici (perché non ha i soldi o perché non vuole spenderli), il 15% di loro da sempre non può permettersi il dentista privato, anche prima della pandemia. Ma come, direte voi, mi presento davanti a loro vestito da palombaro, sanifico l’impossibile, gli spiego, li tranquillizzo, ma nonostante questo non si sentono protetti? Noi sappiamo bene che andare in uno studio dentistico dove si seguono le indicazioni ministeriali è uno dei posti più sicuri e lo ha dimostrato, anche, alcune ricerche: ad esempio quella svolte recentemente dall’Ordine Spagnolo e quella dall’ADA con l’ulteriore attenuante, per i pochissimi contagiati, che risulta comunque sempre molto difficile stabilire se il contagio è avvenuto in studio o in metropolitana. In questi mesi Sindacati, Ordine, Società scientifiche hanno cercato di spiegare in tutti i modi ai cittadini che andare dal dentista è sicuro.
Ma la questione è la percezione che le persone hanno del pericolo ed il grado di conoscenza del problema o della soluzione.
Ho chiesto a Roberto Rosso, presidente Key-Stone (che ringrazio per la disponibilità), se dalle risposte che le famiglie interpellate dal sondaggio si riusciva a capire quanti di quelli che dicevano di voler rinunciare ad andare dal dentista, perché non si sentivano sicuri, erano stati dopo il lockdown in uno studio odontoiatrico toccando con mano le procedure adottate.
"La paura del contagio –mi ha risposto- si riduce moltissimo (circa la metà) per chi è già stato dal dentista dopo il lockdown, segno che i nuovi protocolli di sicurezza adottati dagli studi sono piuttosto convincenti per chi li ha potuti constatare personalmente".
Però, stando ai dati della ricerca Key-Stone, per molti altri rimane la convinzione del contrario. Anche se, probabilmente, quelle persone sono quelle che per paura rinunciano ad andare anche al ristorante, al cinema, ma a quanto pare accettano di rischiare andando dal parrucchiere perché lo considerano indispensabile.
E c’è da sperare che anche qualche nostro Ministro sia andato recentemente dal dentista, altrimenti nel prossimo DCPM vi potrete trovare tra le categorie costrette a chiudere, perché oramai l’impressione è che le chiusure siano determinate più da un sentito popolare che non sulla base di dati seri che indichino dove realmente le persone si contagino più frequentemente.
Un vademecum indica le nuove procedure da adottare in studio ed i vari dispositivi da utilizzare nelle aree cliniche ed in quelle comuni
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