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10 Dicembre 2019

ECM: è il momento di parlarne obiettivamente

Il commento, critico, del presidente Brugiapaglia, tra i primi presidenti CAO ad aver sospeso un iscritto per mancato aggiornamento


Dopo la decisione della CAO di Aosta di sanzionare un dentista per carenza dei crediti formativi, la famosa ECM, numerosi sono stati gli articoli riportati dai più svariati organi di stampa.
Nell’aprile del 2010, la CAO da me presieduta, sospese, per analogo motivo e per altre violazioni del Codice Deontologico, un collega per tre mesi. Non divulgammo la notizia e, non essendo stato presentato alcun ricorso alla nostra sentenza, verificammo anche che l’incolpato si astenesse dall’attività.

Questo per chiarire subito che ritengo l’aggiornamento un obbligo non solo per l’incremento del livello culturale degli odontoiatri ma, soprattutto, per il fatto che i primi a beneficiarne devono essere i nostri assistiti.

Ciò premesso, però, mi sia consentito di evidenziare che l’ECM, così come è strutturata, non va assolutamente bene. E’ vero che, dopo lunghi anni di trattative, si sono ottenuti gli sgravi fiscali che, il buon senso, avrebbe dovuto consentire di introdurli subito, ma resta la grossolana stupidaggine della famigerata raccolta punti che nulla ha  di veramente serio e pratico (a volte anche indecoroso), se non quello di rappresentare una cospicua fonte di incassi per il Ministero e per gli Enti ad esso collegati (Agenas, Cogeaps, ecc.).

Chi segue la questione dell’ECM dai suoi esordi (c’era ancora la vecchia ed amata lira), dovrebbe ben ricordare come funzionava; ma non è il caso che mi soffermi su questo.Quello che trovo assurdo – e lo sostengo da moltissimo tempo – è che un collega che si aggiorna scrupolosamente, seguendo i Corsi che gli possono essere professionalmente utili, ma non riesce a raggiungere il numero di crediti previsti dalla norma, nell’anno e/o nel triennio, corre il rischio di essere sanzionato dal proprio Ordine. Sarebbe una vera e propria beffa. Ma non basta: se, disgraziatamente, incorre in un contenzioso, stando alle ultime notizie, potrebbe anche rischiare di non essere coperto dalla propria Assicurazione, la quale si attaccherebbe alla questione della carenza dei crediti (che, lo ribadisco, non deve significare mancato aggiornamento) per non tutelarlo a dovere. Ma è risaputo che le Compagnie sono assai puntuali nel richiedere il pagamento del premio e, molto spesso, più lente di un bradipo quando si tratta di essere chiamate in giudizio. A ciò si aggiunga che il Giudice, a digiuno completo in materia, difficilmente potrebbe emettere una sentenza favorevole al malcapitato collega. Si rischia, se non si applica il buon senso, ma ci si attiene solo agli aspetti tecnici e burocratici di scarsa o nulla praticità anche sotto l’aspetto qualitativo, di fare dei danni ad una persona corretta.

Conosco personalmente dei docenti universitari che non hanno, ad oggi, conseguito i punti richiesti e che mi hanno manifestato le loro perplessità e timori; vogliamo pensare che non siano aggiornati, che siano incapaci di condurre un’adeguata terapia? 

Cerchiamo di non cadere nel ridicolo abbracciando supinamente le attuali incongruenze!  Pertanto, non si può che essere favorevoli all’aggiornamento, ma come obbligo morale, ma non basato sulle norme attuali che sono assurde, verificabile dagli Ordini, il cui parere deve essere vincolante per il Giudice e per le Compagnie di Assicurazione.

Spero tanto che queste mie riflessioni siano condivisibili e vengano portate, dai nostri rappresentanti istituzionali ed associativi, all’attenzione del Ministero e degli Enti ad esso collegati per ottenere una logica e pratica regolamentazione dell’ECM, senza costringere i colleghi, per lo spasmodico raggiungimento dei punti, a seguire Corsi dello stesso contenuto, in città diverse. Sarebbe assai poco serio, non dignitoso ed inutile.

E’ vero che sia la Medicina che l’Odontoiatria, presentano spesso delle novità. Ma non con una frequenza tale da richiedere una frenetica corsa all’aggiornamento, spingendo i colleghi, per raggiungere i crediti previsti dalla normativa vigente, anche a frequentare eventi in cui si trattano argomenti che non interessano direttamente la loro reale attività professionale.Una nota Associazione di categoria odontoiatrica, nell’aprile scorso, si è limitata solo a ribadire l’obbligatorietà formativa, enfatizzando la possibilità di trasferimento dei crediti per compensare eventuali precedenti carenze, senza attivarsi per far presenti le reali storture del sistema. Stessa tipologia di comunicazione, purtroppo, è stata adottata anche dalla Federazione.

Mi risulta che, finora, sia assai vicino al mio pensiero, solo Massimiliano Zaramella – Presidente dell’Obiettivo Ippocrate – che, come riportato da Quotidiano Sanità del 27.09.u.s., ha dichiarato, tra l’altro, che:“La mia convinzione ed il pensiero di molti è che si continui a favore gli interessi economici di chi gestisce il mercato degli ECM e delle polizze assicurative, a discapito di chi lavora nella sanità, fornendo un’ipocrita risposta alla coscienza di chi decide, con ricadute inevitabili sui malati e su tutti i cittadini oltre che naturalmente sui professionisti della sanità. Mi domando se prima o poi qualcuno avrà l’onestà ed il coraggio di permettere che la gestione e l’organizzazione di ciò che riguarda la sanità venga affidato a chi quotidianamente la vive, o se continueremo a vederla nelle mani di chi decide in base al sentito dire o di chi la confonde con una grande mangiatoia.”

Né di grande sollievo, sono stati i contenuti delle dichiarazioni rilasciate dal Collega Dott. Stefano Almini - già componente della Commissione ECM e Coordinatore del Gruppo di lavoro per le libere professioni – riportate sia da Odontoiatria33, in quanto si sono limitate non ad evidenziare il problema della inadeguatezza dell’attuale sistema ECM, ma solo ad elencare una serie di adempimenti burocratici per colmare gli eventuali deficit. Come se, implicitamente, si ammettesse che il sistema è questo, è valido e, pertanto, va assolutamente rispettato adeguandosi a quanto prevede.

Ecco, io non riesco a tollerare un simile atteggiamento passivo da parte di chi – Ordini ed Associazioni per le rispettive competenze – dovrebbe primariamente valutare la reale efficienza, la corrispondenza con la realtà, ricercare il miglioramento di questo sistema in primis per il beneficio dei nostri pazienti ed anche per evitare di creare difficoltà ai medici e agli odontoiatri che già si aggiornano scrupolosamente sulla base delle loro esigenze.   


Dott. Cesare Brugiapaglia Presidente CAO di Ferrara     

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