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18 Dicembre 2014

Il futuro dell'odontoiatria: cala il tasso di occupazione e aumentano i casi di lavoro in nero. Quali certezze per i futuri odontoiatri? Il parere del segretario AISO


Addio alla bella vita per i giovani odontoiatri. Se si pensa che ancora oggi l'odontoiatra continui a
vivere momenti d'oro, bisogna guardare gli ultimi dati del II Rapporto Eures-Cao per
rendersi conto che una simile conclusione resta solo un miraggio.
La categoria, infatti, lamenta un percorso in continua salita e precarietà che rende ancora più arduo il raggiungimento della propria affermazione e realizzazione professionale.

Il quadro che si delinea è davvero preoccupante. Gli studenti del corso di laurea in Odontoiatria e Protesi dentarie risultano scoraggiati in partenza. Quel percorso, che prima di superare il test di ammissione sembrava il traguardo da raggiungere si dimostra, in itinere, un viaggio molto più complicato.

Lo sconforto cresce a partire dal percorso di studi: nonostante il bel Paese enumeri ben 34 corsi di laurea attivi (numero maggiore d'Europa), essi non risultano soddisfacenti sia per tirocini inesistenti sia per numero di docenti e di tutor in difetto rispetto alla notevole quantità di studenti. Infatti il sistema didattico registra ad oggi una scarsa consistenza di tirocini formativi e, di conseguenza, un'insufficienza pratica dei neo odontoiatri, che si sentono spesso insicuri nell'intraprendere la professione.
Si entra così in un circolo vizioso che vede le Università, sedi di preparazione all'esercizio della propria attività, un'oasi infelice, in cui è difficile trovare una concreta fonte di sicurezza.

Lo sconcerto aumenta se si considerano i dati sull'occupazione sempre più allarmanti. Ad oggi l'Italia è il secondo paese in Europa per incidenza di odontoiatri (1 ogni 1000 abitanti). Ciò rende più difficoltoso garantire un'occupazione certa per tutti i futuri odontoiatri, infatti una notevole percentuale (circa il 40%) risulta disoccupata o precaria. Tra il 2012 e il 2013 il tasso di occupazione per i neo laureati in odontoiatria è calato dal 70% al 63% e l'attività di precariato è aumentata: oltre il 23% dei neolaureati svolge la professione con labili contratti di collaborazione o addirittura in nero.

Il quadro è sconfortante per chi crede ancora nell'ambizione, la realizzazione, e la soddisfazione di una professione che deve tutelare la salute del paziente. Tuttavia, non bisogna credere che il quadro debba degenerare, bensì che sia possibile una risalita.

Solo con un serio impegno da parte dello Stato e degli organi competenti si potrà realmente tutelare i nostri odontoiatri, professionisti formatisi ed operanti in Italia. Essi si sentono oppressi dal costante aumento della pletora di odontoiatri, dovuto a chi abusivamente e in modo disonesto esercita la professione o al consistente numero di chi rientra dopo aver intrapreso un percorso di studi all'estero solo per arginare il numero chiuso. Una "corsa all'oro" che fa perdere di vista l'obiettivo principale: la salute del paziente, sulla quale è necessario puntare per dare nuovamente risposte concrete.

Mauro Andrisani Segretario nazionale AISO (Associazione Italiana Studenti in Odontoiatria)

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