"Il problema dei ricorsi ai test per l'accesso alla facoltà di medicina, credo vada affrontato dalla magistratura in un'ottica differente da quella usata fino ad oggi".
Andrea Lenzi, presidente del Cun si inserisce nelle polemiche sollevate dalle associazioni di studenti secondo le quali sarebbero "moltissime" le irregolarità che si sono verificate durante i test di settembre per le facoltà ad accesso programmato per l'anno accademico 2016/2017. Quest'anno le facoltà più gettonate sono state proprio Medicina e Odontoiatria con 9.224 posti per la prima e 908 per la seconda. Per le due facoltà insieme, sono stati in 56.537 a provare il quizzone con 60 domande a risposta multipla, ma solo per oltre 9mila studenti inizierà una lunga avventura che, tra laurea e specializzazione, durerà quasi dieci anni. Gli oltre 42mila studenti esclusi già affilano le armi per ricorrere ai giudici e ottenere l'accesso dalla porta di servizio. L'Unione degli universitari ha annunciato centinaia di ricorsi per una serie di anomalie riscontrate durante la prova.
Quattro le motivazioni che porteranno il Miur davanti ai giudici amministrativi: domande non proprio inedite, contingente dei posti riservati agli extracomunitari non sempre saturato, mancata sottoscrizione della scheda anagrafica e la domanda numero 16, considerata corretta con qualsiasi risposta segnata dai candidati.
"Sebbene non esista il "reato di induzione al ricorso" - continua Lenzi - bisognerà capire, quanto prima, come affrontare queste iniziative che, tra l'altro, hanno una percentuale di vincita pari a zero e che non fanno altro che accanirsi su una procedura che lo Stato non modificherà perché non c'è soluzione alternativa". Lenzi ricorda, poi, come tale procedura venga utilizzata in tutto il mondo per la selezione dell'accesso a medicina.
"Una cosa è parlare di errori materiali nelle procedure che si sono verificati negli anni passati - prosegue Lenzi - e per i quali abbiamo purtroppo pagato le conseguenze, una cosa è l'istigazione al ricorso. Altra cosa è la programmazione dei numeri che il ministero della Salute insieme alla Regione e agli ordini professionali deve fare per avere un flusso corretto di medici da qui ai prossimi 40 anni". Fattibile, per Lenzi, cercare di perfezionare sempre di più i meccanismi di selezione, "ma nessuno Stato civile può permettersi di iscrivere tutti ad un corso di laurea come medicina che presuppone una preparazione professionale e l'utilizzo di risorse umane, laboratori e la 'pancia del malato' per le esercitazioni. La selezione è necessaria perché la scrematura che non si fa all'inizio, la si deve fare poi nel corso del tempo rovinando, però nel frattempo, migliaia di studenti".
Rossella Gemma
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