Sono trascorsi ormai sette anni da quando, ancora liceale, iniziai a pensare quale sarebbe stata la mia professione; una scelta difficile da affrontare, considerando che avrebbe condizionato la mia vita e il mio futuro. Se da un lato mi affascinava la professione paterna, di medico, volevo intraprendere una carriera più indipendente con cui divenire imprenditore di me stesso, un lavoro pratico e scientifico in cui è fondamentale il legame con il paziente che si affida alle nostre cure, e che mi avrebbe permesso di regalare un sorriso sano a dei bambini; scelsi così di fare il dentista, e tuttora non farei altro lavoro al mondo.
Trascorsi oltre un anno a studiare su imponenti tomi, ad esercitarmi sui quesiti a risposta multipla, ed a frequentare corsi offerti dalle università, e alla fine riuscii ad accedere a questo ambitissimo corso di laurea, con un rapporto di richieste in confronto ai posti di 40/1, nonostante molti sostengono che se non si è figli d'arte non vi si può accedere, che questi concorsi sono truccati, che i posti si vendono, e che gli odontoiatri siano una casta paragonabile ad una loggia segreta.
Tutto falso, e chi studia tanto supera il concorso!
Se così non fosse perché molti figli d'arte, o "studenti che non studiano" riportando ai concorsi punteggi ridicoli, peregrinano in università che costano 20mila euro l'anno e in cui, guardate caso, il numero dei posti corrisponde annualmente al numero delle richieste? E lo fanno anche soddisfatti sostenendo che in questo Paese i posti sono venduti.
Ma tutto ciò non accade in Italia, Paese spesso deriso per corruzioni, ma in molti ben altri paesi dell'Unione Europea, in cui le lauree si vendono sotto gli occhi di tutti, senza che nessun organo istituzionale europeo faccia nulla per fermali.
Si parla tanto di liberalizzazioni, di libertà dello studio, ma questa è solo una farsa che nasconde un business di milioni di euro, che arricchisce pochi investitori, i quali ingannano i genitori di studenti sfaticati a sborsare centinaia di migliaia di euro nell'illusione di dare un posto di lavoro ai loro figli.
L'università Pessoa
L'ultima vicenda riguarda un ateneo privato, l'università portoghese Fernando Pessoa, che aveva avuto una brillante idea per incassare più di 5 milioni di euro per ogni anno di iscrizioni, sfruttando un cavillo legislativo che gli permetteva di aprire un corso di laurea portoghese in Italia.
Dopo l'intervento degli stati generali dell'odontoiatria il ministro, On. Profumo, con un decreto, sembrava aver messo la parola fine a questa vicenda, tuttavia così non è stato, poiché i legali dell'ateneo privato hanno presentato un ricorso al TAR del Lazio.
La protesta
A questo punto l'AISO, il SOIDS ed i maggiori sindacati di categoria, AIO e ANDI, con l'appoggio di moltissimi docenti tra qui la Prof.ssa Polimeni ed il il Prof. Ferrari, hanno risposto con una manifestazione svoltasi il 3 Maggio a Roma dinanzi alla sede del tribunale in questione, l'ANDI si è addirittura costituita parte civile.
Già dal giorno seguente, alla notizia che l'università straniera era stata fermata, abbiamo letto sul web di articoli in cui gli odontoiatri festeggiano una vittoria, mi dispiace dirlo ma è tutto falso, questa non è una vittoria, e io non sto per nulla festeggiando!
Ai "figli di", e a tutti coloro i quali possono permetterselo, il diritto allo studio concede opportunità precluse a quelli che non possono sborsare 100'000 euro per una laurea.
In effetti basta prendere un aereo per la Spagna, la Romania, e tanti altri paesi, comprarsi la laurea e poi tornare qui a lavorare come quelli che invece hanno studiato realmente.
Ma lasciate che sia chiaro, non è vero che con una laurea in odontoiatria si trova lavoro, e chi vi dice il contrario o vi sta imbrogliando o non conosce lo scandaloso stato attuale dell'odontoiatria: in cui le cure erogate di anno in anno si riducono drasticamente, in cui gli studi odontoiatrici chiudono, in cui ci sono alcuni franchising che sfruttano neolaureati e materiali di ultima scelta per fornire cure a pochi euro, in cui ci sono abusivi che in alcune Regioni sono anche più dei dentisti abilitati.
Le richieste
Una vera vittoria sarebbe:
-Cominciare a ragionare sul futuro dell'odontoiatria con un numero programmato su scala europea, secondo i criteri dell'OMS che ha stabilito un odontoiatra su 2000 persone, non uno su 800; e a tal proposito l'AISO sta elaborando una petizione che presenterà all'Unione Europea, e che sta riscontrando l'appoggio di tutti gli studenti interpellati.
-Analizzare la situazione di tutta la libera professione a livello europeo, perché alla luce delle recenti liberalizzazioni si potrebbe pensare che siamo di fronte ad una nuova rivoluzione industriale, in cui i prezzi delle prestazioni dei liberi professionisti si abbasseranno in favore dei ceti sociali più poveri.
Ma non è assolutamente così, a beneficiare non è il paziente che risparmia sul suo bene principale, ovvero la salute, ma pochi investitori che risparmiando sulla manodopera e sui materiali, come una vera azienda, ridurranno ad operai tutti i liberi professionisti.
Avrete sentito parlare di caste, di ordini, o di immense ricchezze che noi vogliamo difendere, ma tutto ciò che vogliamo è fare il nostro lavoro con amore, scienza e coscienza.
Matteo Piergentili
Presidente Nazionale A.I.S.O. (Associazione Italiana Studenti di Odontoiatria)
Consulta il testo della petizione
Leggi anche:
- Romania, boom di iscrizioni di studenti italiani in Odotoiatria
Comunicato stampa
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