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03 Dicembre 2011
Torino, Azienda ospedaliero-universitaria Molinette

Vecchie e nuove sfide per l'odontoiatria: lesioni dello smalto cariose e non

di Dal 03/12/2011 al 03/12/2011


La Dental School dell'Ospedale Universitario Molinette San Giovanni Battista di Torino ospita sabato 3 Dicembre in Aula Magna un workshop teorico-pratico focalizzato sullo stato di salute dello smalto dal titolo "Vecchie e nuove sfide per l'odontoiatria: lesioni dello smalto cariose e non" (dalle 9 alle 18).
L’informazione rappresenta il primo pilastro per la ricerca di un miglioramento continuo del benessere psicofisico del paziente. E’ compito dell’igienista contribuire alla formazione e alla divulgazione delle informazioni e conoscenze finalizzate al raggiungimento di un livello ottimale di salute orale del paziente.


La prima sessione sarà dedicata alle lesioni dello smalto, cariose e non, per capire cosa sono e come si comportano, se possono essere considerate una spia di patologie sistemiche. Relatori di questa fase, i professori Defabianis, Lala, Ferrero e Racca.
L’attenzione si concentrerà con la seconda sessione, promossa da GABA Vebas, sul fenomeno dell’erosione dentale.
In tale ambito, il prof. Guglielmo Campus interverrà su eziopatogenesi e fattori di rischio, la prof.ssa Livia Ottolenghi su diagnosi e le strategie preventive.


Ecco il programma completo degli interventi nel dettaglio:


• ‘LESIONI DELLO SMALTO CARIOSE E NON CARIOSE. COSA SONO? COSA COMPORTANO? (Prof.ssa P.Defabianis)
• ‘LESIONI DELLO SMALTO COME SPIA DI PATOLOGIE SISTEMICHE (I)’ (Dott.G.B. Ferrero)
• ‘LESIONI DELLO SMALTO COME SPIA DI PATOLOGIE SISTEMICHE (II)’
(Dott. Roberto Lala)
• ‘LE LESIONI DELLO SMALTO DAL PUNTO DI VISTA DELL’IGIENISTA’
(Dott. A.Racca)
• ‘EROSIONE DENTALE: EZIOPATOGENESI E FATTORI DI RISCHIO’
(Prof. Guglielmo Campus)
• ‘DIAGNOSI E STRATEGIE PREVENTIVE’
(Prof.ssa Livia Ottolenghi)



ABSTRACT DEGLI INTERVENTI
Durante la formazione dello smalto possono incorrere numerose patologie – tanto congenite che acquisite - che alterano la struttura dello smalto, determinando nel paziente non solo disturbi estetici, ma anche una maggiore carioricettività.
Inoltre, i denti sono componenti strutturali dello scheletro facciale, e i loro difetti di sviluppo possono essere isolati o associati ad altri difetti congeniti nell’ambito di sindromi malformative.
Nel London Dysmorphology Database sono elencati ben 793 quadri clinici caratterizzati da anomalie di sviluppo dei denti, di cui ben 128 con anomalie dello smalto. La corretta e precoce identificazione di queste anomalie dello sviluppo può permettere un corretto inquadramento nosologico del paziente e quindi migliorarne la prognosi a lungo termine.
Scopo della relazione è quello di far acquisire conoscenze teoriche e aggiornamenti sulle problematiche inerenti queste patologie al fine di poter effettuare una diagnosi precoce. Il loro tempestivo accertamento è indispensabile, in quanto queste patologie possono, se misconosciute o inviate tardivamente a visita specialistica, interferire in vario modo e causare complicanze costringendo più tardivamente il paziente a trattamenti più lunghi e complessi.


Verranno discussi inoltre i più frequenti disturbi multipli dello sviluppo associati ad anomalie dello smalto, e l’approccio sistematico al loro inquadramento.
Le condizioni sistemiche che possono causare difetti dello smalto dentario sono molteplici:
• malattie genetiche,
• alterazioni cromosomiche,
• difetti congeniti,
• malattie metaboliche, neurologiche, endocrinologiche, nefrologiche, gastroenterologiche.


Tra le forme genetiche, l'amelogenesi imperfetta, che può essere isolata o dovuta a epidermolisi bollosa, ipoparatiroidismo e taurodontismo.
Tra le malformazioni congenite, cardiopatie, ipoplasie ed ipertrofie del volto si possono associare ad alterazioni dello smalto.
E' importante valorizzare i difetti dello smalto quale segno potenziale di condizioni complesse che spesso necessitano di presa in carico multidisciplinare


L’erosione dentale è il risultato di attacchi acidi diretti, provenienti principalmente dalla dieta e dai succhi gastrici. A livello dello smalto l’erosione determina indebolimento della superficie fino alla perdita irreversibile del tessuto. Con la progressione del processo anche la dentina può essere coinvolta; il tessuto diventa più poroso e si può manifestare ipersensibilità dentinale.


Vi è evidenza che il fenomeno dell’erosione dentale sia in continua crescita, e stia inoltre diventando un problema rilevante se consideriamo la salute della dentizione a lungo termine. In effetti, l’erosione dentale è un argomento di crescente interesse scientifico e, trattandosi di un disturbo indotto dagli acidi, viene principalmente ricondotto alla cariologia.
Tuttavia, è importante considerare l’erosione dentale come un’entità distinta: l’attacco determinato dagli acidi erosivi è diverso da quello causato dal processo cariogeno mediato dalla placca.


Essendo un processo irreversibile è di fondamentale importanza che la diagnosi di erosione dentale sia fatta precocemente attraverso l’analisi dell’aspetto clinico.
Verrà pertanto presentato un nuovo indice di valutazione di erosione denominato BEWE (Basic Erosive Wear Examination) e un set diagnostico sviluppato da Università svizzere e tedesche, quale strumento pratico e di facile utilizzo per una diagnosi accurata.


Inoltre, verranno discussi gli approcci per un’efficace prevenzione primaria e verrà fatto un aggiornamento sullo stato d’arte delle più efficaci strategie causali e terapeutiche.
A causa della natura aggressiva del processo erosivo, gli approcci terapeutici o preventivi sviluppati per combattere la carie non possono essere applicati direttamente al trattamento dell’erosione.
Infatti, mentre in condizioni relativamente lievi di formazione della lesione cariosa, le preparazioni contenenti fluoruri risultano particolarmente efficaci, le stesse hanno un moderato effetto contro l’erosione.


L’obiettivo delle terapie sintomatiche è quello di rafforzare e/o proteggere la superficie del dente, in modo da inibire sia la demineralizzazione dei tessuti duri che la perdita di microdurezza del dente. Le sostanze che hanno mostrato un’efficacia in tal senso sono quelle che portano alla precipitazione nella o sulla superficie del dente di composti-sali resistenti, e che formano una pellicola protettiva sul dente.
Si presenterà inoltre un aggiornamento sui vari principi attivi attivi e sul ripristino funzionale ed estetico dei tessuti danneggiati.


Per informazioni:
patrizia.defabianis@unito.it
Tel. +39 335 297011 – 011 6331590




 

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03/12/2011

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