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12 Aprile 2016

Il 45% della protesi fissa in Italia è già al digitale. La fotografia dell'odontoiatria 2.0 al convegno AIOP di Riccione


"Il 2017 sarà probabilmente l'anno del sorpasso delle protesi realizzate con strumenti digitali su quelle tradizionali". A dirlo ad Odontoaitria33 è Roberto Rosso (nella foto), presidente dell'istituto di ricerca Key-Stone, mentre ci illustra in anteprima i dati che presenterà al Digit@IOP, il Meeting dedicato all'odontoiatria digitale che si svolgerà questo fine settimana (dal 15 al 16 Aprile) a Riccione.

Una fotografia, quella realizzata da Key-Stone che parte analizzando il mercato europeo dove, a sorpresa, è la Spagna la nazione in cui gli studi dentistici propongono più che in altri paesi protesi digitali (il 45% degli studi) seguita proprio da Italia e Germania con un 35% di studi che propongono dispositivi realizzati con tecnologia digitale.

"A mio parere è alla Germania che dovremmo guardare con attenzione ed imparare", dice Rosso. "Quello è un mercato digitale evoluto, perché partito prima degli altri, che presenta una perfetta integrazione tra clinico, odontotecnico ed industria. Il 31% degli studi tedeschi ha al suo interno un laboratorio con un odontotecnico che segue la realizzazione delle protesi al digitale". I laboratori indipendenti, continua Rosso, "sono grandi strutture paragonabili ai nostri centri di fresaggio".

La fotografia del mercato italiano evidenza un dentista ancora poco digitale, pochi gli scanner intraorali come la tecnologia chairside presente in studio mentre evidenza un odontotecnico estremamente attento verso queste tecnologie, con un 60% di laboratori che indica la possibilità di offrire ai dentisti dispositivi realizzati al digitale.

"Probabilmente perché hanno capito che la loro sopravvivenza è legata alle nuove tecnologie", ipotizza il presidente Key-Stone che, però, vuole evidenziare come, oggi, il mercato dei dispositivi odontoiatri realizzati attraverso la tecnologia Cad-Cam sia essenzialmente legato alle strutture, mentre la realizzazione della parte estetica rimane una "esclusiva" dell'odontotecnico.

Dai dati che Rosso presenterà a Riccione esce, ridimensionato, il timore degli odontotecnici che vedono lo studio come possibile concorrente, solo il 3% dei dentisti realizza in studio le corone Cad-Cam e solamente il 7% pensa di farlo nei prossimi anni. Mediamente sono i laboratori meno orientati alla produzione digitale ad avere più timori. I dentisti che già utilizzano il digitatale o prescrivono dispositivi realizzati al digitale sono invece convinti che la collaborazione con l'odontotecnico migliorerà.

"L'attenzione per i laboratori deve avvenire piuttosto verso i centri di fresaggio centralizzati", dice Rosso che fa notare come dal 2011 ad oggi i volumi di protesi fissa realizzata in Italia sia sostanzialmente sempre uguale "ma è cambiato il tipo di dispositivo realizzato". E' calato il mercato delle corone con struttura in lega (passato dall'81% al 64%) mentre sono in continua crescita le prescrizioni di corone estetiche.

Le impressioni dei dentisti ed odontotecnici sul futuro sono moderatamente positive, "certo rimane la preoccupazione più dovuta al un cambiamento che sta avvenendo repentinamente che alle reali difficoltà ad avvicinarsi a questi strumenti", dice Rosso, che ricorda come dentisti e odontotecnici europei, italiani compresi, "sono convinti che le nuove tecnologie avranno un ruolo determinante però, allo stesso tempo, la protesi tradizionale avrà ancora un ruolo importante per il futuro".

Norberto Maccagno

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