Gherlone: serviranno a garantire protezione e sicurezza di pazienti ed operatori ma saranno pensate per essere applicate da tutti gli studi italiani, anche dal punto di vista della percorribilità economica
Un prof. Enrico Gherlone “motivato” quello che abbiamo sentito al telefono il mattino dopo la prima riunione del Tavolo sull’odontoiatria istituito dal Ministero della Salute, con lo stesso entusiasmo di fare qualcosa di utile per il settore di quando lavorava, come consigliere del Ministro Ferruccio Fazio, nel suo ufficio in Lungo Tevere Ripa 1 a Roma, la sede del Ministero della Salute.
“Una riunione positiva quella di ieri, ottimo il clima collaborativo che si è creato con CAO, Sindacati ed Università, anche il vice ministro Sen. Pierpaolo Sileri lo ha percepito. Sono sicuro che faremo bene e presto”, ci dice.
A proposito del presto, i dentisti vogliono riaprire. Quando saranno emanate le Linee guida?
Non solo i dentisti ma anche i pazienti aspettano di poter tornare in studio per continuare le cure sospese o iniziare quanto avevano preventivato. Non posso dare una data precisa ma lavoreremo speditamente e sono convinto che quando il Governo decreterà la fine del Lock Down, i dentisti saranno in grado di trattare i pazienti in sicurezza.
Ecco, appunto, ma quali saranno le regole che dovranno seguire?
Ci lasci fare il nostro lavoro, quando avremo finito ed il Ministero avrà validato quanto prodotto, lo faremo sapere. Sicuramente non costringeremo gli studi a stravolgere completamente il loro modo di lavorare e nessuno sarà costretto a chiudere come ho letto in questi giorni. Il nostro compito è quello di individuare quali siano le procedure ed i dispositivi da adottare per garantire una sicurezza minima in studio, sicurezza per il cittadino paziente ma anche per gli operatori, siano essi i Medici Odontoiatri, gli Igienisti dentali o le Aso. Regole che avranno come base conoscenze scientifiche validate, ma che dovranno essere applicabili sia nello studio di piccole dimensioni che in quello più strutturato ed organizzato. Procedure definite per gestire in sicurezza la Fase 2. Ma a differenza di quanto è stato dichiarato in alcuni tavoli governativi i cui era stato inserita l’odontoiatria accanto a parrucchieri, palestre, estetisti e massaggiatori, proprio grazie alla lungimiranza del Ministero della Salute, la creazione di questo Tavolo permetterà di formulare linee guida che considerino non soltanto la nostra come una professione ad alto rischio perché tratta aerosol. Noi andremo a considerare certamente quanto servirà per gestire in sicurezza le pratiche che generano aerosol differenziandole, però, da quelle che non lo fanno (che sono molte) e che potranno essere gestite con dispositivi e protocolli diversi. Il nostro lavoro sarà dinamico, in continua evoluzione.Sul virus, abbiamo imparato, in questi mesi, che le certezze di oggi possono cambiare domani, e così accadrà anche per quanto andremo a definire per l’odontoiatria. Magari tra qualche mese la ricerca e la sperimentazione ci darà test diagnostici, farmaci o vaccini realmente efficaci e quanto avremo definito dovrà essere rivisto. In questa situazione dobbiamo accettare che per alcune domande vi siano risposte certe dal punto di vista scientifico, mentre per altre domande non ci sia ancora una risposta certa dal punto di vista scientifico e quindi non si possa darla.
In queste settimane sono state date molte indicazioni da associazioni, società scientifiche e singoli professionisti. Che valore hanno?
Al di là di personalismi, vi sono alcuni elementi di discussione molto utili per i contenuti di quello che produrremo. Indubbiamente si è visto un coacervo di informazioni, alcune positive altre forvianti ma è giusto trasmettere al settore il messaggio che quelle formulate dal Ministero e dal Governo saranno le uniche linee guida di riferimento, ed avranno naturalmente anche implicazioni medico legali. Voglio ricordare che quanto validerà il ministero su nostra indicazione saranno gli standard minimi di sicurezza che gli studi dovranno adottare. Tutto quanto il settore vorrà consigliare di attivare, e che andrà oltre a quanto verrà indicato, ben venga. L’importante e che non si scenda sotto l’asticella che indicheremo. Sotto gli standard indicati non sarà garantita la sicurezza del paziente e degli operatori.
Ed il Tavolo attivato dalla CAO?
E’ fondamentale. Valuteremo con estrema attenzione quanto verrà prodotto anche perché, a quel tavolo, sono seduti i rappresentanti delle principali componenti del comparto odontoiatrico, comprese le società scientifiche e sono certo che produrrà indicazioni che ci saranno utili per definire il documento finale, così come il contributo che porteranno varie raccomandazioni di altre società accreditate sia nazionali che internazionali. Il nostro, volutamente, è un Tavolo snello, consultivo. Il metodo di lavoro è quello che avevo definito già per elaborare le Raccomandazioni cliniche, solo che in questa fase abbiamo pochi giorni di tempo per elaborare il documento e quindi non si poteva creare un gruppo allargato a troppe realtà. Il nostro lavoro sarà quello di sintetizzare e rendere applicabili tutte le indicazioni che arriveranno dal settore, indicazioni che, ripeto, devono avere una validazione scientifica ma devono poi anche poter essere messe in pratica dal singolo professionista. Noi dobbiamo garantire la sicurezza ma anche tutelare gli studi come imprese con norme scientificamente validate, applicabili e che abbiamo il minor impatto economico possibile.
Che situazione prevede si troveranno di fronte gli odontoiatri alla riapertura degli studi?
Mi permetta prima di sottolineare una cosa. Noi siamo medici e siamo o dovremmo essere preparati a gestire situazioni di criticità sanitaria. Ha ragione il prof. Burioni -e non certo perché è un professore dell’Ateneo di cui sono Rettore- quando ricorda che i dentisti devono curare le persone e che una cura rimandata crea un ulteriore problema di salute. Quindi non parlerei di riapertura, gli studi non hanno mai dovuto chiudere. Sono stati invitati a gestire le sole emergenze e le prestazioni indifferibili in sicurezza per evitare la mobilità delle persone, e mi sembra che si siano dimostrati molto responsabili. L’impressione, però, è che in questa fase siano più gli odontoiatri ad aver paura nella ripresa della attività che i pazienti ad andare negli studi. Tanto più saremo capaci di spiegare ai nostri pazienti che lo studio è sicuro, come era sicuro prima, anzi di più visto che ci saremo attrezzati contro un virus particolarmente trasmissibile, tanto meno problemi avremo. Quindi come vedo la fase post emergenza? Ritengo che gli studi dovranno gestire le richieste dei pazienti a cui si sono state sospese le cure e quelli che devono iniziare quelle programmate, e lo studio dovrà essere in grado di riorganizzare il proprio flusso di pazienti in funzione dei tempi che certamente saranno dilatati per via del rispetto della distanza sociale e delle regole che andremo ad indicare sulla sanificazione. Indubbiamente dovremo fare i conti con la situazione economica che porterà, come avvenuto nel post crisi del 2008, i pazienti a dover decidere le priorità di spesa, quindi probabilmente saranno posticipate le cure più costose. Ma anche questa volta il settore saprà adattarsi e trovare soluzioni uscendone in maniera positiva, cosi come altre professioni sanitarie, pur essendo, le nostre, prestazioni che utilizzando speso spray e distanza ridotta.
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