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05 Settembre 2024

Sedazione cosciente in odontoiatria

Quando è indicata, come utilizzarla in sicurezza,, quali sono i pazienti candidati al suo uso, cosa prevedono le linee guida AISOD? Ne abbiamo parlato con la professoressa Concezione Tommasino

di Lorena Origo


TommasinoConcezione Tommasino

Di sedazione cosciente in odontoiatria parliamo con la professoressa Concezione Tommasino, docente di Anestesiologia e Trattamento delle Urgenze ed Emergenze presso il Corso di laurea in Odontoiatria e Protesi dentaria dell’Università degli Studi di Milano.

Quando viene introdotta in odontoiatria la sedazione cosciente e quando si inizia a utilizzarla in Italia?
Il primo farmaco utilizzato per la sedazione dei pazienti odontoiatrici è il protossido di azoto, che fu impiegato per la prima volta nel 1844 negli Stati Uniti proprio da un dentista, Horace Wells, per farsi asportare un molare.

Negli anni Settanta il protossido di azoto è somministrato assieme all’ossigeno e diventa “la tecnica” di sedazione cosciente in ambito odontoiatrico, resa nota in Europa con il nome di relative analgesia a opera di Henry Langa. In Italia questa tecnica inalatoria iniziò a essere utilizzata dagli odontoiatri a partire dagli anni '80.  

In che cosa consiste?
La sedazione cosciente utilizzata in odontoiatria è una tecnica che prevede l’uso di farmaci per facilitare o rendere possibile l’esecuzione del trattamento ed è eseguita dall’odontoiatra che sceglie i farmaci in base alle caratteristiche del paziente e all’intervento programmato.

La sedazione cosciente induce una modesta depressione del sistema nervoso centrale, senza avere effetti sull’apparato cardiocircolatorio e respiratorio, e la posologia dei farmaci utilizzati non permette la perdita della coscienza e dei riflessi di protezione delle vie aeree.

Durante la sedazione cosciente, infatti, il paziente mantiene il contatto verbale e può rispondere agli ordini semplici; respira spontaneamente e sono presenti i riflessi di protezione delle vie aeree (tosse e deglutizione).

Una precisazione molto importante è che in odontoiatria la sedazione cosciente non si sostituisce mai all’anestesia locale, ma si associa a essa.

Recentemente, sotto l’egida dell’AISOD (Associazione Italiana Sedazionisti Odontoiatri), abbiamo pubblicato il documento “La sedazione cosciente in odontoiatria”, prima linea guida odontoiatrica accettata nel Sistema nazionale linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità, con lo scopo di fornire raccomandazioni basate sulle evidenze che permettano agli odontoiatri di ottimizzare i benefici della sedazione cosciente attraverso la corretta selezione dei pazienti e la scelta appropriata della tecnica.

Attualmente, nel nostro paese sono utilizzate due tecniche di sedazione cosciente per il paziente odontoiatrico: la sedazione inalatoria con il protossido di azoto e la sedazione con benzodiazepine a prevalente azione ansiolitica, somministrate per via orale o endovenosa.

La sedazione cosciente con protossido di azoto si ottiene facendo respirare al paziente, attraverso una mascherina posizionata sul naso, una miscela di protossido di azoto e ossigeno erogata attraverso una particolare apparecchiatura, la sedation machine.

La percentuale di protossido di azoto necessaria per ottenere la sedazione cosciente raramente supera il 40%.

Per concentrazioni di protossido di azoto fino al 25% si osserva una lieve riduzione dei movimenti spontanei; la frequenza cardiaca, respiratoria e la pressione arteriosa si mantengono normali e i riflessi faringo-laringei rimangono invariati.

Il paziente può conversare normalmente con l’odontoiatra, si sente rilassato e potrebbe avvertire parestesie (formicolii) a livello delle mani e dei piedi.

A concentrazioni superiori di protossido di azoto (25-40%), la frequenza cardiaca, respiratoria e la pressione arteriosa si mantengono nella norma; il riflesso del vomito è ridotto e i riflessi di protezione delle vie aeree sono sempre presenti. Il paziente appare più rilassato e si sente distaccato dall’ambiente. Le parestesie possono essere più diffuse, alle mani e ai piedi e anche a livello delle labbra e della lingua.

La sedazione con benzodiazepine, somministrate per via orale o endovenosa, privilegia quelle a prevalente attività ansiolitica, come il diazepam per esempio, titolando le dosi sulle necessità del singolo paziente che comunica all’odontoiatra il proprio stato.

Anche in questo caso il target della sedazione è ottenere lo stato di benessere del paziente sempre compatibile con la sedazione cosciente: paziente collaborante, parametri vitali nella norma e validi riflessi di protezione delle vie aeree.

Quali sono i pazienti candidati al suo uso? Quali no?
La sedazione cosciente è indicata nei pazienti che non accettano con tranquillità il trattamento odontoiatrico, come i soggetti ansiosi o che hanno “paura” delle cure dentali; è utile nei pazienti le cui condizioni mediche possono aggravarsi in situazioni di stress, come i cardiopatici, ed è indispensabile nei pazienti special needs poco collaboranti per la presenza di disabilità fisica o psichica.

Condizioni che spesso allontanano i pazienti dai trattamenti odontoiatrici, creando notevoli problemi, non solo per la salute orale ma anche per la salute dell’intero organismo.

Nello studio odontoiatrico extra-ospedaliero possono essere sottoposti a sedazione cosciente i pazienti in buone condizioni generali di salute (ASA 1) o con patologie sistemiche ben controllate dalla terapia (ASA 2).

Esistono pochissime controindicazioni alla sedazione cosciente: il primo trimestre di gravidanza, pazienti gravemente obesi, con apnee ostruttive (OSAS), pazienti con gravi patologie sistemiche e, ovviamente, pazienti che rifiutano il trattamento sedativo.

Comporta dei rischi?
Come tutte le procedure che richiedono la somministrazione di farmaci, i possibili effetti collaterali/rischi sono ridotti/annullati grazie alle competenze dell’odontoiatra che esegue la sedazione cosciente.

Ecco perché le recenti linee guida sulla sedazione cosciente pongono un enorme accento sulla necessità del percorso formativo post-lauream dell’odontoiatra che intende offrire la sedazione cosciente ai propri pazienti.

Servono test preliminari specifici?
No, sarà l’accurata raccolta anamnestica, cioè l’analisi della storia clinica e farmacologica del paziente, che permetterà all’odontoiatra di scegliere la tecnica e i farmaci più appropriati per quel particolare soggetto, considerando le possibili controindicazioni.  

Quale formazione è richiesta all’odontoiatra e al suo team per eseguirla?
In accordo con l’Ordinamento didattico del Corso di Laurea Specialistica in Odontoiatria e Protesi Dentaria, le conoscenze teoriche della sedazione cosciente sono parte integrante del percorso formativo dell’odontoiatra, che deve essere in grado di riconoscere quali pazienti possono trarne beneficio; conoscere le tecniche di sedazione cosciente e decidere quando utilizzarle nell’adulto, nel bambino, nel paziente special needs e nel paziente affetto da malattie sistemiche.

Tuttavia, per poter eseguire la sedazione cosciente in sicurezza l’odontoiatra deve avere completato un addestramento clinico attraverso programmi post-lauream accreditati che offrano un insegnamento appropriato e comprensivo sulle modalità di somministrazione della sedazione cosciente.

In questo senso le linee guida AISOD dedicano una particolare attenzione agli aspetti formativi del medico odontoiatra.

È indispensabile, inoltre, che tutto il personale sanitario coinvolto nell’assistenza del paziente sia competente nelle manovre di primo soccorso, compreso il soccorso vitale avanzato (ALS).  

Cosa si sente di consigliare agli odontoiatri per operare in totale sicurezza?
Le tecniche di sedazione devono avere un elevato margine di sicurezza, non devono permettere la perdita della coscienza e devono assicurare il mantenimento dei riflessi di protezione delle vie aeree.

Per questi motivi è necessaria una preparazione specifica raggiunta attraverso percorsi formativi che portano a una “specializzazione” nelle diverse metodiche di sedazione cosciente. Questi percorsi teorico-pratici permetteranno la formazione dell’odontoiatra che avrà le conoscenze e l’esperienza clinica adeguate per applicare, in modo competente e autonomo, le diverse tecniche di sedazione cosciente.

La sedazione cosciente è un percorso che l’odontoiatra fa assieme al paziente: inizia dalla conoscenza approfondita delle sue condizioni mediche e psicologiche e prosegue con il colloquio che spiega al paziente o al caregiver le indicazioni e controindicazioni della tecnica consigliata.

Durante il trattamento odontoiatrico in sedazione cosciente il paziente deve essere seguito con il monitoraggio clinico e strumentale (valutazione del livello di sedazione, misurazione in continuo della saturazione periferica in ossigeno e della frequenza cardiaca e per la sedazione con benzodiazepine per via endovenosa anche il monitoraggio della pressione arteriosa).

Alla fine del trattamento il paziente lascerà lo studio odontoiatrico solo quando le sue condizioni cliniche saranno sovrapponibili a quelle registrate prima della somministrazione dei farmaci e, in base alla tecnica scelta, l’odontoiatra deciderà se il paziente avrà bisogno di accompagnamento protetto al domicilio.



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